Il Rapporto Censis 2016 sulla situazione sociale dell’Italia ha messo in luce anche diversi aspetti legati alla tecnologia e al digitale. Nel 2016 la televisione continua ad avere un pubblico sostanzialmente coincidente con la totalità della popolazione (il 97,5% degli italiani), mentre la crescita cumulata per la tv via internet nel periodo 2007-2016 è pari a +14,4 punti percentuali di utenza.

I quotidiani cartacei, invece, perdono lettori, ridotti al 40,5% degli italiani (-1,4% nell’ultimo anno, -26,5% complessivamente nel periodo 2007-2016), mentre continua ad aumentare l’utenza dei quotidiani online (+1,9% nell’ultimo anno) e degli altri siti web di informazione (+1,3%).

Si registrano pure piccole oscillazioni al rialzo per la diffusione di e-reader (+0,7%) e tablet (+1,7%) e mentre diminuiscono gli utenti dei telefoni cellulari basic, in grado solo di telefonare e inviare sms (-5,1%), continua la crescita impetuosa degli utilizzatori di smartphone (+12% in un anno: una crescita superiore a quella di qualsiasi altro mezzo), arrivati al 64,8% degli italiani (e all’89,4% dei giovani di 14-29 anni).

La penetrazione di internet aumenta di 2,8 punti percentuali nell’ultimo anno e l’utenza della rete tocca un nuovo record, attestandosi al 73,7% degli italiani (e al 95,9%, cioè praticamente la totalità, dei giovani under 30). La crescita complessiva dell’utenza del web nel periodo 2007-2016 è stata pari a +28,4% e, nel corso degli ultimi dieci anni, gli utenti di internet sono passati da meno della metà a quasi tre quarti degli italiani (dal 45,3% di utenza complessiva nel 2007 al 73,7% nel 2016).

Rapporto Censis 2016

Tra le prime fonti utilizzate per informarsi, dopo il 63% dei telegiornali, si colloca Facebook con il 35,5% e i giornali radio con il 24,7%. I quotidiani non superano il 18,8%. Il 19,4% sceglie i motori di ricerca come Google, il 10,8% YouTube e il 2,9% Twitter.

Nell’epoca della disintermediazione digitale, app e startup stanno rimodellando abitudini e comportamenti quotidiani. Non soltanto perché ormai il 40,6% degli internauti italiani controlla i movimenti del conto corrente bancario via internet e il 36% si dedica senza interposta persona all’e-commerce, ma anche perché grazie alle app si stanno diffondendo molteplici pratiche nuove.

Conoscere il tempo di attesa di un mezzo pubblico, cura personale (usando lo smartphone come una sorta di personal trainer), praticare sharing mobility e crowdfunding. Agli stradari online e ai navigatori digitali fanno appello soprattutto gli utenti di internet di 30-44 anni (il 61,4%) e i giovanissimi under 30 (il 57,9%). Anche affidarsi ai motori di ricerca per trovare informazioni e dettagli su aziende, prodotti e servizi si conferma una pratica comune alla metà degli utenti del web (il 50,4%).

Il Rapporto Censis 2016 getta infine uno sguardo sulla privacy online. Per il 72,7% degli italiani questa può essere violata dalle autorità se c’è in gioco l’interesse nazionale e il 63,9% ammette che preferisce essere controllato pur di sentirsi al sicuro.

Gli utenti di internet si dicono disposti a subire limitazioni della propria privacy online se questo servisse per contrastare la pedopornografia (lo dichiara il 49,3%), prevenire attentati terroristici (45,4%), combattere la criminalità (42,7%), mettere in sicurezza la rete dagli attacchi degli hacker (34,7%) e aiutare le indagini dei magistrati (28,1%), con solo il 27,2% che non è invece disposto in nessun caso a subire limitazioni delle privacy online.