Nell’ultimo anno fiscale, Nutanix ha registrato una crescita a doppia cifra, confermandosi come uno dei player più dinamici nel settore dell’infrastruttura iperconvergente. L’azienda guidata da Rajiv Ramaswami ha visto le vendite annuali aumentare del 18% e ha accolto ben 2.700 nuovi clienti, molti dei quali di grandi dimensioni, con ambienti enterprise che arrivano a decine di migliaia di core di calcolo. Questo traguardo porta la base clienti complessiva a circa 29.000 realtà, con oltre 50 aziende tra le Global 2000.

Secondo Ramaswami, il canale ha avuto un ruolo decisivo in questo risultato. “Quei 2.700 clienti non sono arrivati da soli: li serviamo attraverso i partner di canale, che soprattutto per le realtà più piccole giocano un ruolo centrale”, ha spiegato il CEO. L’accelerazione è stata favorita anche dai cambiamenti in casa VMware.

Broadcom, dopo l’acquisizione, ha infatti ridotto il numero dei rivenditori autorizzati da circa 25.000 a 18.000 nel 2024, puntando a contratti di maggior valore con i grandi clienti enterprise. Molti di questi partner esclusi hanno così scelto di migrare verso Nutanix, portando con sé parte della loro base clienti.

Il processo di migrazione, tuttavia, non è immediato. “I partner non possono spostare tutti i clienti dall’oggi al domani, ma stanno sicuramente collaborando con noi molto più di prima”, ha aggiunto Ramaswami. L’azienda, che considera di essere ancora al “secondo inning” di un percorso lungo cinque-dieci anni per conquistare quote di mercato a scapito di VMware, prevede di continuare ad acquisire nuovi clienti a un ritmo di diverse centinaia per trimestre.

L’appeal della piattaforma Nutanix si rafforza anche grazie a partnership strategiche con player di primo piano. Un esempio significativo è l’integrazione con lo storage array Dell PowerFlex annunciata ad aprile. Attraverso questa collaborazione, Nutanix ha già conquistato due clienti di spicco tra le Global 2000 in Nord America, attivi nei settori dei servizi finanziari e dei dispositivi medicali.

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Entrambe le realtà avevano investito pesantemente in infrastrutture Dell PowerFlex abbinate a VMware, ma desideravano un’alternativa al software di virtualizzazione di Broadcom senza abbandonare le risorse hardware esistenti. Nutanix ha così proposto una soluzione capace di integrarsi con i server e lo storage già installati, migliorando al tempo stesso le prestazioni complessive.

Ramaswami sottolinea che il target di questa partnership è l’utenza enterprise, il che implica spesso cicli di vendita più lunghi e complessi. Tuttavia, i primi casi di successo hanno dimostrato che la collaborazione con Dell può generare risultati rapidi, grazie a un approccio congiunto e a un supporto diretto ai clienti più grandi. Parallelamente, Nutanix sta sviluppando anche un’integrazione con Pure Storage per sfruttare le sue soluzioni flash. Attualmente in fase di beta test, questa partnership permetterà ai clienti Pure di mantenere il proprio investimento hardware, adottando al contempo la piattaforma software Nutanix come alternativa a VMware.

I risultati finanziari confermano la solidità della strategia. Per l’anno fiscale concluso il 31 luglio, Nutanix ha registrato ricavi per 2,54 miliardi di dollari, in crescita del 18% rispetto all’anno precedente. Ancora più significativo il ritorno all’utile netto: 39 milioni di dollari contro una perdita di 108 milioni l’anno precedente. Nel solo quarto trimestre, il fatturato è cresciuto del 19% raggiungendo 653,2 milioni di dollari, con un utile netto di 13,9 milioni. Per il primo trimestre del nuovo anno fiscale, le stime indicano ricavi compresi tra 670 e 680 milioni di dollari, con una previsione annuale tra 2,90 e 2,94 miliardi.

Mentre Nutanix rafforza la propria posizione, Broadcom continua a investire nello sviluppo della piattaforma VMware, ma le sue politiche commerciali, meno inclusive per il canale, stanno aprendo spazi di manovra significativi ai concorrenti, con Nutanix pronta a cogliere l’occasione.

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