Intel potrebbe essere di fronte a una svolta epocale nella sua storia, ovvero l’uscita dal mercato degli smartphone e dei tablet tradizionali dopo i miliardi di dollari spesi per entrarvi e rimanervi. Il colosso americano, come confermato da una suo portavoce, ha infatti cancellato la produzione dei chip Atom (nomi in codice Sofia e Broxton) per i dispositivi mobile e, dopo l’annuncio dei giorni scorsi dell’eliminazione di 12.000 posti di lavoro, per Intel si tratta della prima cancellazione di prodotti dalla sua linea produttiva.

Le risorse dedicate allo sviluppo dei chip Sofice e Broxton saranno dirottate su prodotti che assicureranno maggiori introiti, anche se al momento la portavoce di Intel non è scesa in ulteriori dettagli. Con questa decisione Intel si ritrova così oggi nel mercato degli smartphone e dei tablet con processori che invecchiano mese dopo mese e che al momento non hanno alcun successore significativo in vista. Se infatti i primi chip Sofia sono già stati consegnati (ma la loro produzione sarà fermata immediatamente), quelli Broxton sarebbero dovuti arrivare sul mercato nel corso di quest’anno, cosa che però non avverrà.

Intel sta inoltre dismettendo la famiglia di Atom X5 Cherry Trail per tablet. Questa sarà sostituita dai nuovi Pentium e Celeron (nome in codice Apollo), destinati però più agli ibridi che non ai tablet tradizionali. Non dimentichiamo poi che molti produttori di PC stanno abbandonando i chip Cherry Trail per i loro ibridi a favore dei Core M della famiglia Skylake.

Intel ha capito che investire ulteriormente in questo settore non avrebbe più portato da nessuna parte

Intel, che comunque continuerà a supportare i possessori degli attuali tablet tradizionali, si è ormai disinteressata di questo mercato per puntare invece su quello degli ibridi e dei 2-in-1, che tra l’altro rappresenano l’unico settore in crescita nell’agonizzante mercato dei PC. Dopo la decisione di non focalizzarsi più in modo primario sui processori per PC, Intel farà insomma lo stesso con i dispositivi mobile e potrebbe trattarsi di una scelta intelligente.

La compagnia statunitense ha infatti investito miliardi di dollari nel business mobile, non riuscendo però mai a impensierire il leader di mercato, ovvero ARM. I chip Atom sono infatti inseriti in pochissimi modelli di smartphone e, con il mercato dei tablet tradizionali in continuo calo, Intel ha capito che investire ulteriormente in questo settore non avrebbe più portato da nessuna parte.

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Gli stessi processori Atom, seppur partiti bene con l’allora fiorente mercato dei netbook, sono andati calando anno dopo anno anche nel mercato server, per il quale gli ultimi chip sono stati rilasciati quasi tre anni fa.

L’ipotesi ora più probabile è che i chip Sofia e Broxton saranno inseriti in un scenario Internet of Things, con Intel pronta a supportare tutto un nuovo mercato di oggetti connessi (smart home, robot, droni, indossabili, dispositivi IoT industriali) che si espanderanno notevolmente nei prossimi anni anche grazie all’arrivo del 5G, previsto attorno al 2020.