Come conseguenza di un decennio di sconvolgimenti e scandali, e dopo una tormentata acquisizione, Toshiba Corp è stata cancellata dal listino dopo 74 anni di presenza alla borsa di Tokyo come società quotata e ora deve affrontare un futuro tutt’altro che semplice da prevedere.

Il conglomerato nipponico, nato nel 1875 come produttore di orologi e tra i principali protagonisti della rinascita industriale giapponese dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, sarà acquisito da un gruppo di investitori guidati dalla società di private equity Japan Industrial Partners (JIP), che comprende anche la società di servizi finanziari Orix, la società di servizi Chubu Electric Power e il produttore di chip Rohm. L’acquisizione da 14 miliardi di dollari riporta così Toshiba in mani nazionali dopo le lunghe e paralizzanti battaglie con gli investitori stranieri. Toshiba “compirà ora un passo importante verso un nuovo futuro con un nuovo azionista”, ha scritto l’azienda in un comunicato, aggiungendo che apprezzerà la comprensione e il sostegno continui dei suoi azionisti.

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Anche se non è chiaro quale forma assumerà Toshiba con i suoi nuovi proprietari, l’amministratore delegato Taro Shimada, che rimarrà nel suo ruolo dopo l’acquisizione, dovrebbe concentrarsi sui servizi digitali ad alto margine. “Le difficoltà di Toshiba sono state causate da una combinazione di decisioni strategiche sbagliate e di sfortuna” ha dichiarato Damian Thong, responsabile della ricerca sul Giappone di Macquarie Capital Securities. “Spero che gli asset e i talenti umani di Toshiba possano trovare una nuova casa dove poter esprimere tutto il loro potenziale”.

Il governo giapponese seguirà da vicino la vicenda. Toshiba impiega infatti circa 106.000 persone e alcune delle sue attività sono considerate fondamentali per la sicurezza nazionale. Il nuovo team di gestione sarà affiancato da un consigliere senior del principale finanziatore di Toshiba, Sumitomo Mitsui Financial Group.

Toshiba ha già iniziato a muoversi, collaborando con Rohm per investire 2,7 miliardi di dollari in impianti di produzione per produrre congiuntamente chip. “L’azienda ha bisogno di uscire dalle attività a basso margine e di sviluppare strategie commerciali più forti per alcune delle sue tecnologie avanzate” ha dichiarato Ulrike Schaede, professore di economia giapponese presso l’Università della California, San Diego. “Se la dirigenza riuscirà a trovare un modo per permettere a quegli ingegneri di impegnarsi davvero in attività di innovazione rivoluzionaria, potrà emergere come un attore importante.