Questa mattina, il presidente e CEO di Broadcom Hock Tan è salito sul palco della sessione inaugurale del VMware Explore solo un paio di minuti dopo il padrone di casa Raghu Raghuram, CEO di VMware, e non si è trattenuto molto più a lungo. Giusto il tempo di fare tre promesse molto attese da clienti e partner.

Nei quasi 18 mesi in cui la proposta di acquisizione di VMware da parte di Broadcom ha passato il vaglio di tutti i più importanti organismi antitrust, dagli USA all’Asia passando per l’Europa, l’intero ecosistema dell’azienda è stato attraversato da timori e illazioni. Illazioni originate dalle precedenti esperienze di acquisizioni di Broadcom in ambito tecnologico, che sono state caratterizzate da tagli drastici nel personale e negli investimenti e dalla focalizzazione su pochi, grandissimi clienti, spesso gestiti direttamente e senza l’intervento di partner.

Così era andata con le acquisizioni di Symantec e di CA Technologies, delle quali è difficile ricordare un nuovo prodotto o servizio notevole rilasciato dopo l’ingresso di Broadcom, che ne ha anche fagocitato i marchi integrandoli nel proprio portfolio.

La preocccupazione, però, è stata palpabile fin dal primo annuncio dell’intenzione di acquisizione.

Cosa ha detto il CEO di Broadcom su VMware

Questa preoccupazione deve averla percepita molto bene anche Hock Tan, che ha detto di aver parlato con molti clienti e partner negli ultimi 18 mesi, tanto da decidere di fare questo intervento, per nulla scontato, nel quale ha preso tre impegni:

  • Innovazione: accelerare la ricerca e sviluppo di VMware
  • Ecosistema: aiutare i partner ad aiutare i clienti
  • Operation: semplificare l’esperienza dei clienti nella relazione con l’azienda e con i prodotti

Ora, se l’ottimista prende questi impegni come una importante rassicurazione, il pessimista noterà la scelta delle parole e la formulazione delle frasi, che non citano espressamente una modifica negli investimenti in R&D, né nel numero o remunerazione dei partner. E che il terzo punto, “operation”, si presta in effetti a molteplici interpretazioni.

Hock Tan, Presidente e CEO di Broadcom

Hock Tan, Presidente e CEO di Broadcom

Certo, VMware è un’azienda molto diversa da Symantec o CA. È ancora in forte crescita e sviluppo, e che ha nelle partnership e nel canale, anche quello iper locale, una importante fonte di ricavi. Sono moltissime le piccole e medie aziende, ma anche le piccolissime, a utilizzare una qualche soluzione VMware, e moltissimi i rivenditori e system integrator che le seguono.

Il tempo, e ormai non ne è rimasto molto, chiarirà ogni dubbio.

A che punto è l’acquisizione

Il 30 ottobre Broadcom e VMware hanno annunciato di ritenere che l’accordo si chiuderà preso, e in ogni caso prima della scadenza dell’offerta fissata per il 26 novembre. Le aziende hanno ricevuto il benestare legale in Australia, Brasile, Canada, Unione Europea, Israele, Giappone, Sud Africa, Corea del Sud, Taiwan, Regno Unito e non ci sono impedimenti in altre giurisdizioni e che non ci sono quindi impedimenti legali alla chiusura dell’acquisizione in base alle leggi americane.

Si è anche tenuta l’assemblea degli azionisti VMware, che doveva decidere il tipo di compenso da ottenere in cambio delle azioni (contanti o azioni Broadcom).

Se tutte le condizioni sono soddisfatte, perché quindi prendersi la briga di rilasciare un comunicato in cui ci si dice confidenti di riuscire a concludere, invece di mettere la firma sotto al contratto? La dichiarazione dice che si farà non appena sarà soddisfatta una “condizione rimanente”, senza citarla.

Secondo il Financial Times, questa condizione è la benedizione della Cina, che potrebbe rallentare l’approvazione fino a dopo la scadenza come ritorsione contro le limitazioni alle esportazioni di tecnologia che il governo USA sta imponendo alle proprie aziende.

Gli altri temi e annunci di VMware Explore

Due sono i temi portanti in questa edizione, il multi-cloud (argomento che, a dispetto delle aspettative continua a offrire spunti di evoluzione) e la Private AI, cioè la possibilità per le aziende di affinare l’addestramento di foundation model utilizzando i propri dati in un ambiente protetto e nel rispetto delle regole di governance.

È in questi due macro-temi che ricadono molti degli annunci di questi giorni, che avremo modo di approfondire nei prossimi giorni, insieme al racconto dell’esperienza di alcuni clienti italiani (e ce ne sono molti tra i casi di studio presentati nelle vale sale dedicate agli approfondimenti).

Elenchiamo in ogni caso le principali novità.

  • L’interazione di VMware Cloud Foundation con il public cloud diventa sempre più bidirezionale. Non solo è possibile usare l’infrastruttura di cloud pubblico per estendere il cloud dell’azienda, ma si possono fare entrare servizi dati, applicazioni e piattaforme erogate come PaaS dagli hyperscaler dentro il cloud aziendale. È stata infatti annunciata la possibilità di eseguire WatsonX di IBM o database come Google AlloyDB Omni all’interno di Cloud Foundation, proprio in ottica “Private AI”.
  • Si perfeziona la soluzione VMware per il cloud sovrano, con la possibilità per i clienti di gestire chiavi di cifratura private e nuovi servizi per permettere agli sviluppatori di rilasciare applicazioni velocemente mantenendo un controllo preciso sul flusso dei dati.
  • Lo strumento per il deployment e orchestrazione di applicazioni moderne Tanzu si fa in tre con Tanzu Application Platform, Tanzu Data Solutions e Tanzu Intelligence Services, e guadagna una migliore integrazione con Spring per lo sviluppo Java.
  • Il Software Defined Edge si avvicina sempre più alla manifattura, con una soluzione per la virtualizzazione dei controllori logici di processo industriali (PLC), oltre a una integrazione con il Microsoft Security Copilot per la gestione della sicurezza zero trust in VMware SASE.
  • Sul fronte della gestione dei client e degli spazi di collaborazione, Anywhere Workspace può ora gestire anche client con macOS in un unico punto di controllo, mentre una nuova partnership con Intel permetterà di migliorare il rilevamento di vulnerabilità anche nel firmware o nei driver dei client.