Se Hollywood cercasse un copione sull’inesorabile declino di un’icona aziendale, potrebbe ispirarsi a Hewlett-Packard. Un tempo una delle aziende più rispettate della Silicon Valley, HP si è ufficialmente divisa in due domenica 1 novembre, scommettendo sul fatto che le parti più piccole saranno più agili e in grado di invertire la rotta dopo quattro anni di calo delle vendite.

HP è stata vittima di enormi cambiamenti nell’industria dei computer, che hanno costretto anche Dell a diventare privata e hanno bussato alle porte di IBM. La pressione da parte degli investitori ha costretto l’azienda ad agire. Ma ci sono stati anche colpi di scena nella storia di HP, tra scandali, “porte girevoli” per gli amministratori delegati e una delle fusioni più sfortunata della storia dell’industria hi-tech.

HP non è finita: potrebbe ancora tornare al suo antico splendore. Ma questa rottura è di cattivo auspicio per una società che una volta era uno delle migliori del settore tech. Ecco alcuni degli eventi che hanno portato HP dove è oggi.

Carly Fiorina, chairman, Presidente e CEO di Hewlett-Packard, all'evento Comdex di Las Vegas il 13 novembre 2000. Fiorina ha voluto l'acquisizione di Compaq

Carly Fiorina, chairman, Presidente e CEO di Hewlett-Packard, all’evento Comdex di Las Vegas il 13 novembre 2000. Fiorina ha voluto l’acquisizione di Compaq

L’acquisizione di Compaq: molto è stato detto circa l’acquisto di HP del proprio più grande rivale nel segmento PC, avvenuto nel 2001. E la storia è tornata alla ribalta grazie alla campagna presidenziale negli Stati Uniti dell’allora CEO Carly Fiorina. Senza perdersi nel disquisire se Carly ha fatto un enorme errore, la cosa certa è che l’affare non ha aiutato HP. Il modello di vendita diretta di Dell stava prendendo il sopravvento, e tablet e smartphone avrebbero inflitto un colpo da cui i PC non hanno mai recuperato. HP ha puntato forte su un cavallo perdente.

Lo scandalo dei pretesti: Volete una sceneggiatura? Nel 2006, HP ha ammesso di aver assunto investigatori privati per spiare i membri del propri consiglio di amministrazione. L’obiettivo era scoprire chi passava informazioni aziendali ai giornalisti. Le accuse penali contro i dirigenti HP sono cadute, ma sono costate la testa di Patricia Dunn e di diversi altri membri del consiglio. E’ stata una distrazione imbarazzante per HP, in un momento in cui doveva puntare sul business.

L’acquisto di EDS: acquistare una grande società di servizi IT nel 2008 sembrava un modo intelligente per diversificare le proprie attività in aree più redditizie, ma HP “non ha mai tratto dall’affare il valore che stavano cercando”, ha commentato l’analista di IDC Crawford Del Prete. Poco dopo l’acquisizione, il mercato è passato da grandi offerte di outsourcing a contratti più piccoli, e HP ha cavalcato nuovamente il cavallo sbagliato.

Lo scandalo Mark Hurd: come Fiorina, Hurd è una figura che divide gli osservatori di HP. La cosa innegabile è che il suo rapporto con l’attrice Jodie Fisher gli è costato il posto e ha dato il via a una serie disastrosa di eventi per HP. La questione più controversa è se la riduzione dei costi di Hurd ha ostacolato l’innovazione e ha spinto HP verso il fallimento. Del Prete non la vede così: “Hurd tagliato le spese, è stato adorato da Wall Street, e probabilmente avrebbe reinvestito parte di questi risparmi a lungo termine”, dice l’analista.

Indipendentemente da ciò, la sua estromissione ha dato il via al periodo più buio della storia di HP. Hurd è stato costretto a dare le dimissioni, apparentemente per una nota spese imprecisa. Se solo i passi falsi del suo successore fossero stati così banale!

Leo Apotheker

L’ex numero uno di SAP ha sostituito Hurd nel settembre 2010 ed è riuscito a fare una quantità di danni prima della sua estromissione undici mesi più tardi. Di seguito i punti salienti del suo mandato.

La debacle di Autonomy: il New York Times lo ha definito “il peggior affare aziendale di sempre”, ed è difficile sostenere che non abbia contribuito potentemente al declino di HP. L’azienda ha sborsato 11,1 miliardi di dollari per il produttore di software britannico e ha registrato una svalutazione di 8,8 miliardi di dollari l’anno successivo, ammettendo di aver drasticamente strapagato Autonomy. HP sostiene che è stato ingannata dal management di Autonomy. Le cause legali sono in corso, ma è evidente che HP si è precipitata nell’affare senza sapere a cosa andava incontro. E’ stata un’altra grande distrazione per HP e ha dato motivo a molti investitori di cambiare azienda.

Leo Apotheker, il cui mandato come CEO di HP è durato meno di un anno

Leo Apotheker, il cui mandato come CEO di HP è durato meno di un anno

L’abbaglio dei PC: mentre acquistava Autonomy, Apotheker ha annunciato che HP stava valutando di vendire la sua divisione PC. Non era una pessima idea – IBM ha fatto lo stesso e non ha guardato indietro – ma tergiversare sulla questione per molti mesi ha causato un’incertezza che ha fatto male al business di HP e ha favorito i suoi rivali. Apotheker ha anche stroncato il webOS per smartphone e tablet di HP, che proveniva da Palm, acquisita l’anno precedente per un miliardo di dollari. In un’epoca in cui gli smartphone sono stati l’elemento più caldo nella tecnologia, è stata una decisione “curiosa”, per non dire altro.

“Porte girevoli”: prima che fosse passato un anno, il consiglio di HP ne ha avuto abbastanza e ha sostituito Apotheker con Meg Whitman, terzo amministratore delegato della società in 13 mesi. La sua prima mossa: l’annuncio che HP avrebbe mantenuto la sua divisione PC. Whitman sembrava una scelta improbabile dopo i suoi dieci anni a Ebay, ma si è conquistata la fiducia per sostenere un compito così difficile.

La confusione del cloud: è una questione aperta stabilire se una società IT ha bisogno di un proprio cloud pubblico, ma è ormai chiaro che HP non ne avrà uno. Ha dichiarato un paio di settimane fa che chiuderà i suoi servizi cloud Helion a gennaio, e si concentrerà su infrastrutture “ibride” e collaborazioni con altri fornitori di cloud. Il cloud pubblico di HP è stata un’altra iniziativa avviata da Apotheker, ma ci si chiede se HP non avrebbe potuto fare un po’ di più dopo quattro anni di sforzi.

Nessuno di questi eventi, preso singolarmente, ha portato HP dove è oggi. Il passaggio al cloud computing e il collasso del mercato dei PC hanno avuto un ruolo importante, insieme al declino in corso dei sistemi proprietari Unix di fascia alta. Anche il fallimento del processore Itanium di Intel, su cui HP aveva puntato, ha rappresentato una grave battuta d’arresto.

Nonostante tutti i passi falsi, le due HP rimangono entità formidabili, ciascuna con circa 50 miliardi di dollari di fatturato. E’ poco probabile che HP Inc., che venderà PC e stampanti, possa spingeredi molto la crescita, ma il business dei PC è in grado di generare una buona quantità di denaro, come ha dimostrato Michael Dell.

E il core business di Hewlett-Packard Enterprise “non è mai andato meglio”, secondo Del Prete di IDC, che ha evidenziato la linea di storage 3Par e i server standard di settore.

In questa scissione non vediamo rischi per i clienti”, ha dichiarato Del Prete, il che significa che IDC non consiglia ai clienti di HP di guardarsi intorno.

Ciò che conta”, conclude Del Prete, “è se Hewlett-Packard Enterprise riuscirò a fare le giuste acquisizioni e partnership nel corso dei prossimi 24 mesi per riportare su la crescita”.