La New Economy ha battuto la Old Economy o, in altre parole, Silicon Valley ha battuto il petrolio. Si potrebbe sintetizzare così il nuovo traguardo tagliato ieri da Alphabet, la holding che controlla Google istituita lo scorso agosto che ha raggiunto una capitalizzazione sul mercato di 533,20 miliardi di dollari, superando l’ex numero uno Apple che scende così al secondo posto nella classifica delle società di maggior valore con 532,72 miliardi di dollari.

Un risultato che ha permesso al titolo di Alphabet di balzare in avanti del 8% a Wall Street e che contribuisce a fare della Silicon Valley il polo in assoluto più “ricco” e importante al mondo. Oltre infatti ai primi due posti occupati da Alphabet e Apple, in terza posizione troviamo Microsoft e al quarto posto Facebook (323 miliardi), che scalza ExxonMobil (316 miliardi). Solo Yahoo!, tra i grandi colossi della Silicon Valley, sta attraversando un momento difficile e si appresta a tagliare la propria forza lavoro del 15%.

Lo storico sorpasso della New Economy ai danni della Old Economy si deve anche al crollo delle quotazioni del petrolio, che sta creando non poche difficoltà ai colossi del settore. Basti pensare alla recente decisione di Standards & Poor, che con i prezzi del petrolio che affondano, ha tagliato la propria valutazione su Shell mettendo rating sotto osservazione con implicazioni negative; la stessa possibilità di downgrade del rating potrebbe tra l’altro interessare anche i principali colossi europei del petrolio, tra cui la nostra Eni.