Le consegne mondiali di AI PC (Artificial Intelligence Personal Computer) triplicheranno nel giro di tre anni, salendo da circa 50 milioni nel 2024 a 167 milioni nel 2027, quando rappresenteranno già il 60% dell’intero mercato mondiale dei PC. È una previsione di IDC, contenuta nel report “Worldwide Artificial Intelligence PC Forecast, 2023–2027”.

In dettaglio IDC definisce gli AI PC come personal computer dotati di SOC (system on a chip) con appositi acceleratori (NPU) specificamente progettati per gestire workload di AI in locale. Una definizione da cui per chiarezza di classificazione sono esclusi i PC e workstation che pur dotati di GPU molto potenti in grado di far girare workload AI non montano una NPU.

Fino a poco tempo fa, i task AI in locale su un PC erano gestiti dalla CPU, dalla GPU, o da entrambe, ma questo aveva un impatto negativo sia sulle performance del PC che sulla durata della batteria. Ora i produttori di chip hanno introdotto appunto specifici acceleratori hardware nei loro SOC, chiamati NPU (Neural Processing Unit), per gestire al meglio questi particolari carichi di lavoro.

I 3 benefici del trasferimento delle elaborazioni AI in locale

“L’attenzione per l’IA generativa ha raggiunto un picco, e l’industria PC sta cercando di capitalizzare i benefici attesi del passaggio di almeno parte delle capacità AI dal cloud ai dispositivi client”, commenta in una nota Tom Mainelli, group VP Devices and Consumer Research di IDC.

I benefici tecnici sono sostanzialmente di tre tipi. Il primo è il miglioramento delle performance del PC eliminando i trasferimenti dei workload AI dal dispositivo al cloud e ritorno. Il secondo è il miglioramento della gestione di privacy e sicurezza grazie al fatto che i dati rimangono sul dispositivo. Il terzo è la riduzione dei costi di accesso alle risorse cloud.

Tutto secondo IDC questo suscita un forte interesse dei decisori IT per gli AI PC. Una gran parte di questi prodotti infatti saranno venduti alle aziende, ma anche i consumatori saranno interessati agli AI PC, in primis per utilizzi come PC gaming e creazione di contenuti digitali.

“Di conseguenza ci aspettiamo dal 2024 forti crescite delle loro consegne: in pochi anni da segmento di nicchia diventeranno la maggioranza del mercato PC”, spiega Mainelli.

Le tre categorie di AI PC secondo IDC

IDC classifica gli AI PC in tre categorie:

– Hardware-enabled AI PC. Sono dotati di una NPU di capacità inferiore a 40 TOPS (Tera Operations per Second) che tipicamente permettono di far girare localmente applicazioni con funzioni AI. Qualcomm, Apple, AMD e Intel hanno già messo sul mercato dei chip di questo tipo.

– Next-generation AI PC. Sono dotati di una NPU con capacità di 40–60 TOPS e di un sistema operativo “AI-first” che abilita funzioni AI persistenti e pervasive al proprio interno e nelle app. Qualcomm, AMD e Intel hanno tutte annunciato il prossimo rilascio di chip in questa categoria, con consegne che inizieranno nel 2024. Microsoft rilascerà dei major update di Windows 11 (e aumenterà di conseguenza le specifiche hardware richieste) per sfruttare le capacità di queste NPU.

– Advanced AI PC. Sono dotati di NPU con capacità superiore a 60 TOPS. Nessun produttore di chip ha ancora annunciato dei SOC in questa categoria, ma IDC se li aspetta entro pochi anni.

La società di ricerca prevede una forte crescita degli hardware-enabled AI PC nel 2024 e 2025, mentre i next-generation AI PC domineranno il mercato negli anni successivi, e doppieranno le consegne degli hardware-enabled AI PC nel 2027.