Adobe ha accantonato rinunciato all’acquisizione da 20 miliardi di dollari della piattaforma di progettazione cloud-based Figma (startup americana con sede a San Francisco), sottolineando la “mancanza di un percorso chiaro” per le approvazioni in materia antitrust in Europa e nel Regno Unito per quella che sarebbe stata una delle più grandi acquisizioni di una startup software.

L’operazione in contanti e azioni, annunciata nel settembre dello scorso anno, è stata l’ultima in ordine di tempo ad attirare verso di sé un severo esame da parte delle autorità di regolamentazione, preoccupate per le acquisizioni di Big Tech che aumentano il potere di mercato delle aziende dominanti o che coinvolgono startup viste come rivali nascenti.

Come rinuncia all’acquisizione, Adobe pagherà una penale di rescissione anticipata di 1 miliardo di dollari a Figma, la cui piattaforma collaborativa basata sul web per i progetti e il brainstorming è utilizzata da aziende importanti come Uber, Coinbase e Zoom. Figma ha ampliato il suo team da 800 a 1300 persone nell’ultimo anno e si prevede che nel 2023 il suo fatturato crescerà del 40% rispetto al 2022 fino a superare i 600 milioni di dollari.

Il mese scorso l’autorità britannica per la concorrenza e i mercati (CMA) aveva dichiarato che l’accordo avrebbe danneggiato l’innovazione del software utilizzato dalla maggior parte dei digital designer del Regno Unito, facendo eco a preoccupazioni simili espresse dall’UE sulla potenziale riduzione della concorrenza.

adobe figma

Fonti con familiarità con la questione ascoltate da Reuters hanno dichiarato che, nonostante le due aziende siano state costantemente in contatto con le agenzie antitrust del Regno Unito, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti per trovare un modo per concludere l’accordo, nelle ultime settimane la CMA ha chiesto ad Adobe di rinunciare a tutti i componenti di design di Figma, un asset fondamentale dell’acquisizione.

Adobe si è rifiutata di offrire soluzioni alla CMA, sostenendo che nessun rimedio in grado di preservare i vantaggi dell’operazione sarebbe stato sufficiente a dissipare le preoccupazioni dell’autorità britannica. Adobe ha anche sostenuto di non essere in concorrenza con Figma in alcun modo significativo, citando come unico prodotto rilevante ai fini antitrust lo strumento di progettazione Adobe XD, che ha perso 25 milioni di dollari come applicazione standalone negli ultimi tre anni cedendo terreno proprio di fronte all’avanzata di Figma.

Secondo diversi analisti, la rinuncia di Adobe sottolinea come un controllo più severo delle fusioni e acquisizioni potrebbe anche compromettere le opportunità per le startup. “Gli effetti si faranno sentire non solo sulle grandi aziende tecnologiche, ma anche su quelle più piccole che potrebbero non essere in grado di ottenere premi di uscita altrettanto favorevoli” ha dichiarato Michael Ashley Schulman, chief investment officer di Running Point Capital Advisors. “Nel caso di Figma, aveva accettato un’offerta da Adobe al doppio della sua valutazione”.

L’accordo con Figma è stato visto come una scommessa sul “futuro del lavoro”, ma le preoccupazioni degli investitori per il prezzo elevato dell’acquisizione e la potenziale erosione dei margini avevano fatto crollare il valore di mercato di Adobe di oltre 30 miliardi di dollari al momento dell’annuncio. Si è trattato anche di un’importante vittoria per i finanziatori di Figma, tra cui Index Ventures, Sequoia Capital, Greylock Partners e Kleiner Perkins. Figma “prospererà come azienda indipendente con un team incredibile, una missione chiara e un obiettivo preciso” ha dichiarato Danny Rimer, partner di Index Ventures.