In Italia si parla da mesi dello scorporo dell’infrastruttura di rete da parte di TIM, ma intanto WindTre ha concluso l’accordo per la cessione della sua.

CK Hutchison Group Telecom (CKHGT), divisione della multinazionale conglomerata cinese CK Hutchison e controllante di WindTre, ha infatti annunciato di avere costituito insieme al fondo EQT Infrastructure (che a sua volta fa capo alla società di investimenti svedese EQT) una nuova società (da qui in poi per comodità NewCo) a cui verranno conferite le infrastrutture di rete mobile fissa e relativi servizi wholesale appunto dell’operatore telefonico italiano WindTre.

Il valore della NewCo è di 3,4 miliardi di euro

La NewCo è posseduta per il 60% delle quote da EQT Infrastructure, e per il 40% da CKHGT, e secondo l’accordo ha un valore d’impresa di 3,4 miliardi di euro. La transazione è soggetta alle consuete approvazioni e passaggi burocratici previsti delle normative, e i due protagonisti si aspettano di concluderla entro 6-9 mesi.

In un comunicato di EQT si spiega che la NewCo possiederà e gestirà la rete mobile più ampia del paese, e un portafoglio di asset che comprende antenne radio, stazioni base, reti di trasporto e contratti associati. Sarà la prima rete indipendente d’accesso in Europa focalizzata primariamente sui servizi mobile e sulla fornitura di servizi wholesale agli operatori mobile: alla fine del 2022 la sua copertura 5G comprendeva circa il 67% del territorio italiano.

2000 persone nella NewCo, 4000 resteranno in WindTre

Dettagli più precisi sulle ripercussioni dell’accordo sul personale di WindTre si deducono da un comunicato dei sindacati SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL del 21 aprile scorso, basato su un incontro con rappresentanti dell’azienda e con un esponente di EQT.

“EQT, presente in Italia in aziende quali Facile.it, Antas, Idealista, Casa.it e Lima Corporate, è un fondo leader negli investimenti alternativi con particolare focus sul mondo delle infrastrutture, i cui investimenti, di media, hanno una durata di 5/7 anni al termine dei quali, ottenuti i consolidamenti aziendali programmati, vende ad investitori di più lungo periodo”, si legge nella nota.

È stato quindi comunicato, continua la nota, che già nei prossimi giorni verrà costituita la BU Technology and Wholesale nella quale confluiranno tutte le lavoratrici e lavoratori che rientrano nel perimetro della NewCo (circa 2000-2200 persone, sempre secondo i sindacati, dato confermato dal Sole 24 Ore, ndr) la quale avrà, oltre a una sua funzione Technology, anche le funzioni Finance, HR, Legal, Audit, Business Development e Service Management. È stato inoltre confermato che convergeranno nella stessa anche tutte le infrastrutture di rete, i contratti con terzi, i servizi di connettività wholesale e il personale Network con le relative funzioni di supporto.

“In capo a WindTre, che diventerà un’azienda di multiservizi (mobile, fisso, luce & gas, assicurazioni, security, IOT, ecc), resteranno le licenze e circa 4000 dipendenti, di cui anche una parte dell’attuale personale Technology, identificato in pressoché 400 risorse, che svolgerà attività di IT Development, IT Operations e Infra & Security”, aggiungono i sindacati.

CK Hutchison: “Un accordo che fa parte della nostra strategia ‘light asset'”

WindTre sarà il punto di riferimento della NewCo, spiega un comunicato di CKHGT, attraverso un contratto di servizio a lungo termine che darà continuità ai servizi per i suoi clienti retail su una rete allo stato dell’arte, e avrà vantaggi di cashflow, di utilizzo di tecnologie innovative. WindTre potrà così concentrarsi sul servizio ai clienti clienti retail, ma anche espandere l’offerta al di là dei servizi di telefonia retail mobile e fissa.

CKHGT invece beneficierà della sua quota nella nuova società in quanto business basato su una rete indipendente, in grado di attrarre clienti B2B e fornitori di servizi IT per i loro progetti IoT, public network e 5G.

“Questo accordo fa parte della strategia “light asset” del nostro gruppo che ci aiuta a recuperare i costi sostenuti nello sviluppo della rete”, commenta nella nota Canning Fok, Group Co-Managing Director di CK Hutchison e Managing Director of CKHGT. “Allo stesso tempo WindTre beneficierà dei servizi di un partner dedicato a gestire la rete e mantenerla allo stato dell’arte. EQT è un investitore conosciuto e apprezzato in quest’ambito di attività”.

EQT: “La rete mobile italiana ha bisogno di espansione e investimenti”

Tornando al comunicato di EQT, si precisa poi che la nuova società fornirà servizi di connettività wholesale a WindTre e altri operatori italiani di telefonia mobile, e diventerà il più grande fornitore di copertura e connettività di rete mobile. Inoltre il nuovo azionista di maggioranza investirà nell’innovazione della rete e nella sua sostenibilità, e perseguirà anche opportunità di diversificazione in aree come fixed wireless access, IoT, private networks.

“C’è una crescente esigenza di infrastrutture digitali robuste e affidabili in tutta Europa, a causa del continuo aumento del traffico dati, dell’IoT e della densificazione delle torri per il 5G”, spiega EQT. “La rete mobile italiana ha bisogno di investimenti ed espansione per andare incontro a questa crescente domanda”.

La nota riporta anche una dichiarazione di Benoit Hanssen, CEO designato della nuova società: “Siamo lieti di lavorare con EQT Infrastructure per sviluppare uno dei primi proprietari e operatori indipendenti di reti di accesso radio multi-tenant nel mondo, e siamo orgogliosi di essere tra i primi in Europa ad avere definito una transazione così innovativa in partnership con una società di investimenti di grande esperienza e reputazione”.

I sindacati: “Scelta totalmente sbagliata”

I sindacati sono contrari alla cessione, e per questo lo scorso 4 maggio hanno dichiarato uno sciopero delle lavoratrici e lavoratori di WindTre di tutto il territorio nazionale “contro la vendita dell’intero asset della rete a un fondo di investimento svedese”.

“Si tratta di una scelta totalmente sbagliata che non ha alcun razionale industriale, ma mira a fare cassa per fronteggiare le evidenti storture di un modello di mercato delle telecomunicazioni folle”, si legge in un comunicato firmato Riccardo Saccone, Segretario Nazionale SLC CGIL.

“La guerra delle tariffe sta di fatto trasformando il settore TLC italiano in un ‘emporio’ dove i gestori, pur di sopravvivere, smettono di fatto di investire sull’infrastruttura e l’innovazione, concentrandosi esclusivamente sull’erogazione di servizi a prezzi sempre più stracciati, con buona pace degli investimenti e della tenuta della qualità dell’occupazione”.

“Ci chiediamo come possa resistere quel che rimarrà di WindTre, senza l’infrastruttura di rete ma con ancora 4000 dipendenti, in un contesto che la vedrà competere con realtà molto più snelle, per esempio gli operatori virtuali, con costi di gestione ben più bassi”, conclude Saccone.

Uno sciopero generale di tutto il settore TLC è stato inoltre indetto dai sindacati SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL per il 6 giugno, per evidenziare le vertenze che stanno interessando molte realtà del settore in Italia.

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