In un nuovo incontro con i sindacati tenutosi ieri, Vodafone Italia ha confermato i mille esuberi preannunciati il mese scorso (ne avevamo parlato qui), precisando l’impatto del provvedimento sulle varie aree aziendali. Oltre metà delle eccedenze riguarda l’area Customer, nettamente la più colpita, che se il provvedimento venisse confermato perderebbe oltre un terzo degli addetti (550 su 1620, cioè il 34%). Seguono l’area Consumer (125 esuberi, ovvero il 24% dei 516 addetti), e l’area Staff (115 esuberi, cioè il 18% dei 626 addetti).

Ecco lo spaccato dettagliato riferito dalla nota sindacale delle Segreterie Nazionali di SLC CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL e UGL Telecomunicazioni:

Consumer: 125 esuberi su 516 addetti

Business: 37 esuberi su 731 addetti

Customer: 550 esuberi su 1620 addetti

Network: 173 esuberi su 1074

Digital/IT: nessuna eccedenza

Staff: 115 esuberi su 626 addetti

VBTS e Divisione Global: nessuna eccedenza

I sindacati nella nota ribadiscono la riduzione dell’occupazione non è la leva esclusiva per rispondere a una contrazione dei ricavi. “Serve un confronto più ampio e complessivo del settore delle telecomunicazioni, chiamando a responsabilità il Governo, per traguardare un modello industriale che superi la condizione di continua sofferenza”.

Inoltre la nota sostiene che parlare di esuberi, nel momento in cui Vodafone ricorre a esternalizzazioni delle attività tramite consulenze e/o appalti, spesso anche fuori dal settore tlc, risulta poco comprensibile.

“È tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, non può essere il solo confronto tra le aziende del settore e il sindacato confederale a trovare le risposte per un settore che paradossalmente vede crescere la domanda di connettività e servizi (+300%) e al contempo affronta una contrazione dei ricavi di 15 miliardi negli ultimi dieci anni. Servono soluzioni strutturali, con interventi concreti del Governo a tutela e sostegno di un asset strategico per il sistema paese e per la difesa dei perimetri occupazionali”.

In assenza di convocazioni imminenti da parte del Governo, la risposta, conclude la nota, non potrà che essere l’avvio di un percorso “che metta in campo una lunga stagione di mobilitazione”.

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