“L’Europa deve produrre i propri chip all’avanguardia o rischia di essere limitata alla produzione di semiconduttori vecchio stile. Non possiamo e non vogliamo essere considerati osservatori quando si tratta di produzione di chip. Voglio un’Europa che sappia essere leader nei semiconduttori”.

Così parlava alcune settimane fa il Commissario UE Thierry Breton intervenendo all’evento annuale del Centro Interuniversitario di Microelettronica ad Anversa e, proprio nelle scorse ore, l’UE ha annunciato un finanziamento pubblico fino a 8,1 miliardi di euro per la costruzione di tecnologie microelettroniche e di comunicazione.

Il finanziamento, che è stato pianificato da 14 paesi membri dell’Unione, è denominato Important Project of Common European Interest (IPCEI) in base alle norme UE sugli aiuti di Stato, che consentono agli Stati membri di mettere in comune le risorse e di cooperare oltre i confini. “Questi Stati membri forniranno fino a 8,1 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, che sbloccheranno altri 13,7 miliardi di euro di investimenti privati. Questo porterà gli investimenti totali nel progetto a oltre 21 miliardi di euro, ha dichiarato il Vicepresidente esecutivo dell’UE Margrethe Vestager.

carenza globale di chip

L’IPCEI vedrà 56 aziende in tutta l’UE, tra cui startup, grandi imprese e piccole e medie imprese, impegnarsi in un totale di 68 progetti. Tra le aziende coinvolte compaiono nomi di grande peso come Bosch, STMicroelectronics, GlobalFoundries, Orange e Continental Automotive. Inoltre, come parte dell’IPCEI, l’European Chips Act dovrebbe sostenere ulteriormente la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, oltre ad aiutare a colmare il divario tra ricerca e produzione sviluppando capacità di progettazione e linee pilota.

Il risultato diretto dell’IPCEI, secondo l’Unione, sarà la creazione di 8.700 posti di lavoro altamente qualificati, mentre i primi prodotti diretti dei progetti dovrebbero arrivare sul mercato entro il 2025. Vestager ha anche precisato che l’IPCEI garantirà che il denaro dei contribuenti sia speso in modo oculato e che le sovvenzioni saranno “limitate all’importo necessario per l’effettiva realizzazione del progetto. Inoltre, i grandi beneficiari restituiranno parte degli aiuti ricevuti se i loro progetti si riveleranno più redditizi del previsto. Lo chiamiamo meccanismo di recupero”, si legge sempre nella dichiarazione della Vestager.

La decisione dell’UE di aiutare la produzione di chip e le tecnologie di comunicazione come il 5G e il 6G arriva in un momento in cui gli Stati Uniti e la Cina sono impegnati in una battaglia per la supremazia nella produzione di chip.