TSMC, primo produttore di semiconduttori al mondo, prevede un aumento dei ricavi di circa il 30% nel trimestre in corso grazie al boom dello sviluppo dell’IA che sta incrementando la domanda di chip avanzati.

Le previsioni migliori del previsto seguono il primo aumento degli utili in un anno, dopo che la forte domanda in campo IA ha rilanciato la crescita del colosso taiwanese. Più precisamente, TSMC prevede un fatturato compreso tra 19,6 e 20,4 miliardi di dollari nel secondo trimestre (aprile-giugno), contro le stime precedenti di circa 19 miliardi di dollari.

Si tratta della più rapida crescita delle vendite dal 2022, che tra l’altro indica come la domanda di chip che accelerano lo sviluppo dell’intelligenza artificiale stia iniziando a compensare le conseguenze del crollo del mercato degli smartphone (si pensi solo all’attuale e significativo calo delle vendite di iPhone in Cina).

tsmc ia

TSMC, che ha guadagnato circa 340 miliardi di dollari di valore di mercato dal minimo dell’ottobre 2022, ha fissato per il 2024 un budget di spesa in conto capitale compreso tra 28 e 32 miliardi di dollari. A gennaio l’azienda taiwanese ha dichiarato di aspettarsi una crescita dei ricavi di almeno il 20% quest’anno, grazie alla ripresa del mercato dei semiconduttori in generale, anche se persiste una certa incertezza a causa della volatilità macroeconomica globale.

Basti pensare che l’olandese ASML, fornitore delle macchine per la produzione di chip più avanzate al mondo, ha registrato ieri una perdita del 22% sulle prenotazioni del primo trimestre, a dimostrazione di come non tutti gli attori impegnati nel settore dei chip stiano attraversando un momento favorevole.

A lungo termine, gli investitori si aspettano che i chip IA assorbiranno gradualmente una quota maggiore del fatturato. Quello di TSMC relativo all’IA sta crescendo a un ritmo del 50% annuo, ma alcuni investitori hanno avvertito che l’attuale livello di domanda di chip IA non è sostenibile nel lungo periodo, mentre altri rimangono altrettanto cauti anche a causa dell’attuale incertezza geopolitica che regna sullo Stretto di Taiwan.