La visione del neo-eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’industria della tecnologia non è ancora chiara, ma le sue poche incursioni nel mondo IT hanno creato nervosismo. La campagna di Trump è stata dominata da dibattiti su immigrazione clandestina, perdita di posti di lavoro nel manifatturiero, questioni personali. La maggioranza delle aziende della Silicon Valley era contraria a Trump, e una delle questioni emerse, la riscrittura degli accordi di libero scambio tra gli Stati Uniti e altre nazioni, probabilmente avrà un impatto negativo sulla capacità delle aziende statunitensi di vendere prodotti all’estero.

Nel frattempo, i gruppi per i diritti digitali si aspettano da Trump un ampliamento dei programmi di sorveglianza del governo, motivato dalla lotta contro il terrorismo, e una minore protezione della privacy. Probabilmente l’amministrazione Trump cercherà di mettere in discussione le regole di neutralità della rete che la Federal Communications Commission ha approvato lo scorso anno, anche se l’abrogazione delle norme non sarà facile.

Diversi gruppi di aziende tecnologiche si sono congratulati con Trump per la sua inaspettata vittoria, ma altri hanno dichiarato di essere preoccupati per la mancanza di Trump di un’agenda per il settore IT e per il suo appello per il boicottaggio di Apple quando si è rifiutata di aiutare l’FBI per sbloccare l’iPhone di un sospetto criminale.

Mi aspetto che Trump chieda backdoor nella crittografia, sulla base dei suoi commenti su Apple”, ha dichiarato Chris Calabrese, vice presidente della policy del Center for Democracy and Technology. “E il piano di Trump per identificare e deportare alcuni o tutti gli immigrati illegali potrebbe portare a violazioni della privacy”.

Calabrese ha osservato che i sostenitori più conservatori di Trump potrebbero spingere per una maggiore tutela della privacy nella loro difesa del quarto emendamento della Costituzione e nelle protezioni contro perquisizione e sequestro. “La politica di Trump sulla privacy non è chiara, e non si sa ancora chi saranno i principali incaricati”, ha sottolineato Calabrese.

“Ci siamo appena resi conto che i prossimi quattro anni saranno molto impegnativi, e tocca a noi spiegare ai cittadini americano perché la libertà di Internet e le cose a cui diamo valore sono importanti per loro”, ha aggiunto Calabrese.

Come i gruppi per i diritti digitali, anche “il settore tech ha molte domande aperte sulle politiche di Trump”, ha dichiarato James Reid, vice presidente degli affari di governo della Telecommunications Industry Association (TIA), un gruppo che rappresenta produttori e fornitori di apparecchiature di rete.

Durante la campagna elettorale Trump ha rilasciato poche informazioni sulla sua agenda politica per il settore tech. Nel mese di ottobre ha fatto un discorso sulla sicurezza informatica, esprimendo posizioni che riecheggiano cose già stato fatto dal governo. Contemporaneamente Trump ha pubblicato un piano di quattro punti, 179 parole in tutto, sulla sicurezza informatica.

Secondo quanto osservato da TIS, solo il giorno delle elezioni il team di Trump ha aggiunto la parola “telecomunicazioni” nel piano (pubblicato online) per gli investimenti governativi in infrastrutture negli Stati Uniti. Non ci sono ulteriori dettagli.

Le posizioni di Trump sul commercio espresse durante la campagna elettorale preoccupano molte aziende di tecnologia, anche se i repubblicani, che controlleranno ancora entrambe le camere del Congresso, hanno generalmente sostenuto il libero scambio.

Il settore tecnologico, inoltre, non ha una chiara comprensione sulle opinioni di Trump “sulla politica dello spettro e in materia di proprietà intellettuale”, ha aggiunto Reid.

L’incertezza sulle posizioni di Trump su una serie di questioni “crea nervosismo”, ha detto Reid. Al contrario, nella sua campagna Hillary Clinton ha preso posizione su una serie di questioni, permettendo alle persone di prenderne atto e fare valutazioni.

Trump ha rilasciato una “serie più snella di documenti politici”, ha aggiunto Reid. “Il giorno dopo le elezioni, ci sono ancora più punti interrogativi che risposte. Questo probabilmente sconcerta tanto quanto una particolare dichiarazione politica”.

Trump ha espresso forte opposizione alla Trans-Pacific Partnership (TPP) e altri accordi commerciali, ma “non è chiara quale sia la sua alternativa”, ha aggiunto Reid. Vuole rinegoziare la TPP e altri accordi commerciali? Vuole smettere di perseguire nuovi accordi commerciali?

Rob Atkinson, fondatore e presidente della Information Technology and Innovation Foundation, vede nella presidenza Trump un mix di varie posizioni. “Trump potrebbe tentare di riscrivere gli accordi commerciali, ma potrebbe anche cercare di far rispettare gli obblighi commerciali in accordi con paesi come la Cina e il Messico”, ha spiegato Atkinson. “La Cina e altri paesi hanno ‘puntato la pistola alla tempia’ del settore tech attraverso requisiti quali gli investimenti locali”. Trump dovrebbe essere “molto più duro” sull’applicazione delle regole del commercio di quanto è stata l’amministrazione del presidente Barack Obama, secondo Atkinson.

In caso contrario, Atkinson si aspetta che Trump a spinga per la riforma dell’imposta d’impresa, con un Congresso repubblicano desideroso di andare avanti con i suoi piani per tagliare le tasse. Modifiche che molte aziende di tecnologia accoglieranno con favore.

Un aspetto negativo per molte aziende IT è la posizione anti-immigrazione di Trump. Ciò probabilmente significherà che “il settore tecnologico americano non vedrà un ampliamento dei programmi di permessi di soggiorno per lavoratori qualificati, sostenuto da molte aziende”, ha sottolineato Atkinson.