STM ritira il piano di esuberi previsti in Italia: salvi i posti ad Agrate e Catania

STMicroelectronics ha confermato l’assenza di esuberi nei suoi principali siti italiani di Catania e Agrate Brianza, ribadendo un impegno importante verso la stabilità occupazionale in un settore cruciale come quello della microelettronica. La conferma è giunta durante la riunione del tavolo permanente presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), alla presenza del ministro Adolfo Urso, delle rappresentanze sindacali, dell’azienda stessa e delle istituzioni locali siciliane e lombarde. Questo incontro ha delineato un quadro di moderato ottimismo per il futuro industriale della multinazionale in Italia, annunciando contestualmente un ambizioso piano di investimenti sul sito catanese con l’obiettivo di rafforzare la posizione strategica del territorio.
Catania, con oltre 5.000 dipendenti, rappresenta il cuore pulsante della strategia di sviluppo di STMicroelectronics in Italia. L’investimento previsto sul polo industriale siciliano ammonta a circa 5 miliardi di euro (di cui oltre 2 miliardi sono agevolazioni pubbliche) ed è autorizzato dalla Commissione Europea per il periodo 2023-2037. La linea strategica punta a fare di Catania il polo europeo d’eccellenza per la produzione di carburo di silicio, un materiale chiave per la transizione energetica e la mobilità elettrica. Questo aspetto sottolinea come il progetto industriale non sia solo un piano di rilancio locale, ma si inserisca in una visione più ampia a livello continentale, in linea con le politiche europee di sovranità tecnologica.
Un ulteriore elemento al centro della discussione è stato il tema della gestione delle risorse idriche nella Zona industriale di Catania, elemento fondamentale per assicurare la continuità e l’efficienza produttiva. Dopo aver ottenuto l’Autorizzazione Idraulica Unica, che consente un prelievo fino a 400 mc/h, sono in via di avvio le procedure per selezionare l’operatore economico che si occuperà della gestione del servizio idrico integrato, un passaggio che garantirà le condizioni necessarie per rispettare il cronoprogramma degli investimenti approvati a Bruxelles.
Sul fronte occupazionale, STM ha confermato l’annullamento dei tagli precedentemente ipotizzati, estendendo il segnale positivo anche al sito di Agrate Brianza, dove l’acquisizione della divisione MEMS di NXP rappresenta una svolta strategica per il futuro industriale. Proprio la rifocalizzazione sulle tecnologie MEMS dovrebbe favorire un’inversione di tendenza in termini di occupazione, con una riduzione delle uscite e potenziali nuove assunzioni. Tuttavia, l’azienda ha espresso la necessità di trovare un accordo per facilitare le uscite volontarie incentivando il personale prossimo alla pensione, come elemento di gestione equilibrata del personale.
Il ministro Urso, pur espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro, ha sottolineato la necessità di un piano più solido e credibile dal punto di vista industriale, finanziario e occupazionale, segnalando che quanto prospettato nella precedente riunione rimaneva inaccettabile. È stata infatti formalmente richiesta a STMicroelectronics la presentazione di un piano dettagliato e affidabile che possa garantire non solo la tenuta dell’occupazione nel breve, ma anche le prospettive di sviluppo futuro.
Anche la risposta dei sindacati è stata complessivamente positiva, pur esprimendo cautela e richieste di impegni concreti e di medio-lungo termine. Pietro Nicastro, segretario siciliano di FIM CISL, ha evidenziato la necessità di un piano industriale pluriennale capace di assicurare la tenuta del perimetro occupazionale, mantenendo alta l’attenzione sulle criticità legate alle risorse idriche. Saro Pappalardo, coordinatore nazionale Fismic, ha inoltre evidenziato un cambio di atteggiamento rispetto agli incontri precedenti, riconoscendo l’apertura di ST a un dialogo costruttivo, anche se con la necessità di dettagli più precisi sugli scenari industriali futuri, soprattutto oltre il 2027.
Una riflessione di carattere più generale è stata fatta dal ministro Urso riguardo alla situazione del settore della microelettronica in Europa. Le difficoltà sono attribuite a fattori multipli, quali la scarsità di materie prime critiche, le tensioni geopolitiche transatlantiche e le spietate strategie industriali della Cina. Proprio in questo contesto, l’Italia e altri paesi europei puntano molto sulla nuova versione del Chips Act, denominata Chips Act 2.0, che richiede una strategia concreta, snella e veloce per rafforzare l’intera filiera produttiva.
Urso ha infine richiamato l’urgenza di mettere in sicurezza risorse adeguate, semplificazioni burocratiche e sostegno a startup, linee pilota e alle scale-up, con l’obiettivo di raggiungere il 20% della produzione globale di semiconduttori entro il 2030 e garantire così una competitività tecnologica europea in settori strategici come l’intelligenza artificiale, la fotonica e le tecnologie quantistiche.