Il settore IT ha subito diverse ondate di licenziamenti nel 2017, e i tagli più importanti sono stati effettuati da vendor consolidati, ovvero giganti come Oracle, Microsoft e Verizon. In alcuni casi si è trattato di operazioni necessarie dopo acquisizioni o riorganizzazioni interne delle società, in altri di una strategia di rifocalizzazione degli obiettivi per inseguire un mercato mutevole. Ecco una panoramica sui licenziamenti più consistenti di quest’anno…fino ad ora.

Microsoft

All’inizio dell’estate circolavano voci sul fatto che Microsoft avrebbe licenziato migliaia di dipendenti, soprattutto nel reparto vendite, per concentrare i propri sforzi sulla piattaforma cloud Azure. La comunicazione ufficiale è arrivata a luglio 2017; i tagli annunciati erano tra i 3.000 e i 5.000 posti di lavoro, corrispondenti a circa il 10 per cento della forza vendite di Microsoft. Un quarto dei licenziamenti è concentrato negli Stati Uniti, i restanti tre quarti toccano diverse sedi a livello globale.

Oracle

Oracle è ancora un’enorme, redditizia azienda. Ma Sun Microsystems, che Oracle ha acquisito più di sette anni fa, è rimasta una sorta di società all’interno della società, nonostante il marchio “Sun” sia stato eliminato da tempo. A settembre 2017 la divisione, incentrata sul sistema operativo Solaris e sulla linea di microprocessori SPARC ereditata da Sun, ha subito più di 2.500 tagli in diverse sedi. Sembra che molti dipendenti siano stati avvisati del licenziamento attraverso un messaggio telefonico automatizzato, e alcuni osservatori si chiedono se l’azienda sia ancora interessata a Solaris.

Seagate

La maggior parte dei dischi rigidi viene integrata nei computer portatili, le vendite di PC portatili sono in calo e, soprattutto, la maggior parte di quelli venduti hanno memorie flash. Tutto questo danneggia i produttori di storage come Seagate, che ha licenziato migliaia di dipendenti nel 2016 e non è ancora riuscita ada arginare la situazione. Nel mese di gennaio la società ha licenziato 155 dipendenti nello stato del Minnesota; a giugno, quando si è concluso l’anno fiscale, la società ha tagliato altri 600 posti di lavoro. Tra i licenziati c’era anche il CEO Steve Lusco.

AOL/Yahoo

In una sequenza di eventi che sembrano vagamente assurdi a chi di noi ha vissuto nel boom del dot-com, tra il 2015 e il 2016 Verizon ha acquisito due pionieri di Internet che navigano in acque difficili, Yahoo! e AOL. Il piano era di combinarli in una business unit di Verizon, cui è stato dato l’improbabile nome “Oath:”. Nel giugno del 2017 è arrivato il momento di pagare lo scotto di tutta questa manovra: la società ha licenziato 2.100 persone, che rappresentano il 15 per cento della sua forza lavoro, nel tentativo eliminare la sovrapposizione tra le due imprese preesistenti.

Citrix Systems

Citrix è una società tradizionale di software per virtualizzazione desktop che si sta spostando verso il SaaS e il cloud computing. Il cambio di strategia non è indolore. Al fine di rifocalizzare il proprio modello di business basato su abbonamenti/cloud e ridurre le attività meno redditizie, la società ha annunciato licenziamenti sia nel suo quartier generale di Ft. Lauderdale, in Florida, sia in altre sedi. I numeri non sono ancora stati annunciati “per rispetto verso coloro che sono stati colpiti”, ma nel processo Citrix ridurrà anche gli spazi attualmente utilizzati.

IBM

Dopo i massicci licenziamenti dello scorso anno, a marzo 2017 Big Blue ha annunciato altri tagli, che molti in azienda hanno interpretato come un modo per liberarsi dei dipendenti più anziani e, soprattutto, più costosi. La società ha confermato i licenziamenti presso la sua grande struttura Research Triangle Park in North Carolina, anche se i tagli non sono stati così consistenti da rivelare i numeri esatti. A maggio la società ha fatto un altro passo che qualcuno ha considerato un “licenziamento furtivo”: sotto la sua “Mobility Initiative”, la maggior parte dei dipendenti era già stata autorizzata a lavorare da remoto se lo desiderava, ma poi è stata bruscamente avvisata di tornare a lavorare in ufficio o trovare un altro lavoro – un ultimatum che potrebbe interessare fino al 40 per cento della forza lavoro.

Hewlett-Packard Enterprise

HPE doveva essere il vecchio metodo di Hewlett-Packard per smaltire le sue venerande, ma non profittevoli attività nei segmenti PC e stampanti e concentrarsi sulle vendite più redditizie di tecnologie e servizi di fascia alta. Ma da quando la società si è divisa in HP Inc, focalizzata sul mercato consumer, e HPE, focalizzata sul mercato enterprise, non è andata in questo modo. Il CEO di HPE Meg Whitman ha tagliato attività e servizi di consulenza in Cina, ma non ha reso l’azienda più redditizia. Nel settembre 2017 HPE ha annunciato che stava tagliando altri 5.000 posti di lavoro, pari al 10 per cento della sua forza lavoro totale; non è stato specificato quali reparti subiranno i tagli.