PayPal ha avviato licenziamenti in tutta l’azienda. Il presidente e amministratore delegato Alex Chriss ha confermato che il 9% del personale sarà interessato dai tagli di posti di lavoro “sia attraverso riduzioni dirette, sia attraverso l’eliminazione di ruoli aperti nel corso dell’anno”.

Nella lettera inviata ai dipendenti, Chriss scrive: “Sebbene sia stato incoraggiato dall’innovazione che il nostro team sta portando avanti, dobbiamo essere più veloci nell’esecuzione e assicurarci di essere concentrati sulla soluzione dei problemi e delle esigenze più critiche dei nostri clienti. In particolare, in tutta la nostra organizzazione, dobbiamo concentrarci maggiormente sull’efficienza, implementare l’automazione e consolidare la nostra tecnologia per ridurre la complessità e la duplicazione. Abbiamo iniziato questo percorso, ma c’è ancora molto lavoro da fare e il 2024 segna un anno di cambiamenti, comprese alcune decisioni difficili ma necessarie per portarci dove dobbiamo andare”.

Negli ultimi mesi, PayPal ha in effetti apportato una serie di cambiamenti al suo team esecutivo. Chriss è entrato in azienda a settembre come CEO dopo aver trascorso 19 anni presso Intuit. Subito dopo aver preso il timone, ha dichiarato di aspettarsi “una crescita dei ricavi al di fuori del volume puramente legato alle transazioni”. A novembre, Archie Deskus è passato dal ruolo di CIO dell’azienda a quello di CTO, mentre Jamie Miller è stato nominato CFO.

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PayPal si è espansa nel corso degli anni con le acquisizioni di società fintech come Venmo, Xoom e Honey, pur continuando a faticare a competere con aziende del calibro di Apple e Stripe. A dicembre, TechCrunch ha riferito che Amazon stava abbandonando Venmo come opzione di pagamento, mentre a ottobre PayPal è stata oggetto di un’azione legale collettiva da parte di consumatori rappresentati dallo studio legale Hagens Berman, secondo i quali le regole anti-steering del gigante fintech soffocano la concorrenza contro piattaforme di pagamento a basso costo come Stripe e Shopify.

Sta di fatto che il 2024 si è aperto con un numero esorbitanti di licenziamenti da parte delle big-tech. Prima di PayPal, infatti, anche Microsoft, Amazon, Alphabet, Salesforce ed eBay (a cui si aggiungono Pixar e Paramount lato entertainment) hanno annunciato licenziamenti che hanno finora coinvolto migliaia di dipendenti, con riduzioni che, in certi casi (Amazon con Twitch), hanno colpito il 35% della forza lavoro.