Il mercato dell’intelligenza artificiale continua a muoversi a ritmi vertiginosi e anche i protagonisti cambiano posizione con la stessa rapidità. L’ultimo caso emblematico è quello di Sachin Katti, ex Chief Technology and AI Officer di Intel, che dopo appena sei mesi nel ruolo ha annunciato il suo passaggio a OpenAI. La notizia, trapelata sui social e poi confermata da entrambi i fronti, rappresenta un colpo d’immagine pesante per Intel e, al tempo stesso, un acquisto strategico per la società guidata da Sam Altman.

Katti, che era stato promosso ad aprile come parte delle prime mosse del nuovo CEO di Intel, Lip Bu Tan (che prenderà il posto di Katti), ha comunicato la decisione direttamente su X rispondendo a un post di Greg Brockman, cofondatore e presidente di OpenAI, che lo accoglieva ufficialmente nel team. Nel suo messaggio, Katti ha dichiarato di essere “entusiasta di poter lavorare con Brockman, Altman e il resto del team per costruire l’infrastruttura di calcolo dell’AGI” riferendosi alla Artificial General Intelligence, il concetto di intelligenza artificiale con capacità cognitive superiori a quelle umane.

Nel suo addio a Intel, Katti ha espresso gratitudine per i quattro anni trascorsi nel gruppo, durante i quali ha guidato i progetti legati a networking, edge computing e intelligenza artificiale. Ha anche ringraziato personalmente l’ex CEO Pat Gelsinger e Lip Bu Tan, oltre a Nick McKeown, responsabile del comparto edge e networking.

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La sua partenza arriva in un momento delicato per Intel, che fatica a recuperare terreno rispetto a concorrenti come Nvidia e AMD nel campo delle GPU e degli acceleratori per l’IA. Mentre Nvidia domina il mercato dei chip per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale e AMD guadagna progressivamente quote, Intel si trova in una posizione di rincorsa. I suoi tentativi di affermarsi con le linee Gaudi e Xeon AI non hanno ancora convinto il mercato e la divisione fonderia non ha ottenuto contratti significativi da parte dei grandi operatori del settore.

In parallelo, i colossi del cloud come Google e Amazon Web Services hanno sviluppato chip proprietari, riducendo ulteriormente lo spazio competitivo per Intel. Perfino Broadcom, nota per le sue soluzioni di rete e connettività, viene oggi considerata da OpenAI come partner chiave per lo sviluppo di acceleratori personalizzati. In questo contesto, la perdita di una figura come Katti accentua la percezione di difficoltà strategica all’interno del gruppo di Santa Clara.

OpenAI, dal canto suo, non si trova in acque tranquille. Nonostante i successi di prodotti come ChatGPT, la società sta attraversando una fase di espansione costosissima, tanto che secondo le ultime stime brucerebbe miliardi di dollari a trimestre, impegnata in progetti infrastrutturali colossali come la costruzione di data center e la progettazione di un dispositivo consumer basato su intelligenza artificiale. L’obiettivo dichiarato resta quello di creare sistemi di AGI, un’ambizione che richiede una potenza di calcolo senza precedenti.

È proprio su questo fronte che l’arrivo di Katti assume una valenza strategica. La sua esperienza nel campo delle architetture di rete e delle infrastrutture distribuite lo rende infatti un tassello ideale per la costruzione dei nuovi centri di calcolo globali di OpenAI.

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