Nvidia lancia un salvagente a Intel: investimento di 5 mld e collaborazione per prodotti congiunti

L’annuncio di Nvidia di investire 5 miliardi di dollari in Intel segna un passaggio epocale nell’industria dei semiconduttori. La società guidata da Jensen Huang, che negli ultimi anni ha consolidato una posizione dominante nel settore delle GPU e dell’intelligenza artificiale, diventerà uno dei principali azionisti di Intel. Non si tratta però soltanto di un’operazione finanziaria, visto che l’accordo prevede lo sviluppo congiunto di nuove piattaforme per PC e infrastrutture datacenter con l’obiettivo di integrare le rispettive tecnologie e ampliare la portata dei due colossi tech americani.
Per Nvidia, questa collaborazione rappresenta l’occasione di estendere il suo impero dalle GPU dedicate verso il mondo delle grafiche integrate, un ambito tradizionalmente dominato da Intel e AMD. Dall’altra parte, Intel ottiene un accesso privilegiato alle tecnologie più avanzate di interconnessione e accelerazione IA sviluppate da Nvidia, colmando un divario che finora aveva limitato la competitività dei suoi Xeon rispetto alle soluzioni basate su CPU Arm di Nvidia.
Il ruolo cruciale di NVLink
Elemento chiave di questa partnership è NVLink, l’interconnessione ad alta velocità ideata da Nvidia capace di garantire fino a 1,8 TB/s di banda (900 GB/s per direzione) per GPU. Si tratta di valori circa 14 volte superiori a quelli offerti da uno slot PCIe 5.0 x16, sufficienti per scalare da configurazioni con poche GPU fino a sistemi rack su larga scala.
Finora, la mancanza di supporto a NVLink ha penalizzato i processori Xeon, relegandoli alle piattaforme Nvidia di fascia inferiore come i sistemi DGX B200 e B300. Al contrario, le architetture più potenti e ambiziose, come il GB200 NVL72, sfruttano i processori Arm Grace di Nvidia, dove NVLink è integrato direttamente. Con l’introduzione di NVLink Fusion, aperto a partner di terze parti, e l’ingresso di Intel nel programma, si aprono nuove prospettive e in futuro sarà possibile realizzare supercomputer AI con CPU x86 Xeon perfettamente integrate nell’ecosistema NVLink.
Proprio Huang ha sottolineato come i progressi nei design modulari delle CPU Intel, basati su I/O dies flessibili, rendano oggi molto più semplice integrare tecnologie come NVLink rispetto al passato.
I vantaggi e gli svantaggi per Intel…
Per Intel questa collaborazione equivale a una scorciatoia strategica. Dopo diversi tentativi falliti di entrare nel mercato delle GPU datacenter e di proporre acceleratori IA competitivi, l’azienda di Santa Clara ottiene finalmente un biglietto d’ingresso nell’arena del calcolo su larga scala. Partecipare all’ecosistema NVLink le consente infatti di essere considerata una vera alternativa ad Arm in scenari ad altissime prestazioni.
Il potenziale impatto non riguarda solo i datacenter. Anche sul fronte PC infatti l’integrazione delle GPU Nvidia come chiplet all’interno dei processori Intel aprirà nuovi spazi commerciali, in particolare nei segmenti di mercato dove la grafica integrata rappresenta una scelta obbligata per motivi di costo, efficienza o form factor.
Se però da un lato Intel ottiene la possibilità di rafforzare la posizione dei suoi Xeon, dall’altro la partnership rischia di minare la già fragile divisione grafica dell’azienda. I tentativi di imporsi sul mercato con le GPU Arc hanno prodotto risultati modesti e la prospettiva di avere chip Intel con grafica Nvidia integrata potrebbe rendere ancora più marginale il ruolo delle soluzioni grafiche interne targate Intel.
… e per Nvidia
Dal canto suo, Nvidia non si limita a diventare azionista di Intel (con circa il 4% delle quote), ma ottiene accesso a un mercato enorme come quello dei PC con grafica integrata, stimato in oltre 150 milioni di unità l’anno. È un settore dove Nvidia non è mai riuscita a entrare davvero, concentrandosi storicamente sulle GPU dedicate per gaming e workstation.
Come ha osservato Huang, esiste un ampio segmento di utenti che non punta a sistemi gaming di fascia alta, ma desidera soluzioni con CPU e GPU integrate per ragioni di costo o autonomia. È una fetta di mercato ricca e poco servita che ora diventa accessibile grazie a Intel. Non bisogna inoltre trascurare il valore aggiunto della cooperazione nello sviluppo di nuove architetture, dal momento che lavorare fianco a fianco con Intel consentirà a Nvidia di accelerare la diffusione delle proprie tecnologie, consolidando al tempo stesso la propria presenza nei datacenter e nei laptop.
Da notare che l’avvicinamento a Intel non significa abbandonare il percorso intrapreso con Arm. Nvidia ha infatti ribadito il proprio impegno nello sviluppo di CPU Arm, confermando il lancio della prossima generazione Vera insieme alle GPU Rubin. Questo processore includerà 88 core Arm personalizzati con multithreading e 1,8 TB/s di connettività NVLink-C2C, proseguendo nella strategia che ha già portato al successo dei processori Grace.
La relazione con Arm rimane dunque centrale, come dimostrano anche le collaborazioni con Qualcomm e Fujitsu per l’adozione di NVLink. Nvidia, in sostanza, si sta muovendo su più fronti, consolidando la propria leadership con CPU Arm per i supercomputer e conquistando al tempo stesso nuovi spazi grazie alla partnership con Intel.
E il ruolo di Intel Foundry?
Una precisazione importante riguarda la produzione. Nonostante l’investimento e l’accordo di co-sviluppo, Nvidia continuerà a fabbricare i propri chip presso TSMC a Taiwan e negli stabilimenti in costruzione in Arizona. Intel Foundry, quindi, non è (ancora) la vincitrice di questa collaborazione.
Tuttavia, il ruolo di Intel nella fase di packaging e assemblaggio finale potrebbe rivelarsi determinante. Huang ha infatti riconosciuto il valore delle tecnologie avanzate di packaging di Intel, sottolineando che proprio queste competenze permetteranno di portare rapidamente sul mercato i prodotti frutto della collaborazione.