Come da copione, all’interno di un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di finanziamento di investimenti di interesse strategico, il Consiglio dei Ministri ha approvato l’ingresso del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nell’operazione NetCo guidata dal fondo KKR. Ricordiamo che la NetCo deterrà, in prospettiva, il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa di telecomunicazioni attualmente posseduta da TIM.

Partecipazione di minoranza ma di grande peso

Il Consiglio dei Ministri ha inoltre approvato la struttura e le condizioni dell’operazione per l’acquisizione della quota di minoranza da parte del MEF, che saranno inserite in un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottarsi successivamente alla pubblicazione del decreto-legge. Il DPCM autorizzerà il MEF ad acquisire una quota di NetCo compresa tra il 15 e il 20 per cento, con un esborso massimo di 2,2 miliardi.

“La partecipazione sarà di minoranza, ma è una partecipazione finalizzata ad assicurare comunque l’esercizio dei poteri speciali – ha precisato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo GiorgettiQuindi, sostanzialmente, la capacità di incidere in termini di strategia e di sicurezza su quella che noi consideriamo un’infrastruttura strategica e decisiva anche per il futuro del paese, cioè la rete di telecomunicazioni che fa riferimento in particolare all’implementazione della fibra. E speriamo che con questa decisione si possa in qualche modo dare un quadro stabile e definitivo a una vicenda che da molto tempo vive una situazione di impasse”.

Una cordata per tenere in Italia il 35% di NetCo

Giorgetti ha anche ricordato che oltre al MEF ci potrebbe essere la partecipazione nell’operazione anche di altri soggetti nazionali. Il riferimento è a F2i (Fondi Italiani per le infrastrutture) che si è detto disposto a rilevare il 10% della NetCo e a CdP, che, fallita l’opportunità di essere l’interlocutore unico, sembrerebbe voler comunque rimanere nella partita acquisendo il 5% della NetCo.

Se si avesse uno sviluppo in questo senso quindi, si potrebbe arrivare ad avere il 35% del capitale della nuova società di “proprietà” italiana. Con una presenza molto rilevante come è quella del Mef a garantire gli interessi nazionali su un asset strategico come sarà la NetCo.

A riguardo Giorgetti ha precisato: “Quello che interessa al Governo è ribadire il controllo pubblico su un’infrastruttura che giudica strategica e su cui non a caso lo Stato italiano ha investito qualche miliardo di PNRR per assicurare a tutti gli italiani la possibilità di accedere a Internet ad alta velocità con la fibra. Quindi, siccome questo è un investimento strategico e nel controllo della rete, in particolare per alcuni aspetti – faccio riferimento nello specifico a Sparklelo Stato ci deve essere. E noi ci saremo”.

“La direzione intrapresa dal Governo è di assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro – ha commentato la Presidente del Consiglio Giorgia MeloniQuello di oggi è un primo passo, al quale seguiranno ovviamente logiche di mercato, ma finalmente possiamo dire che in Italia c’è un Governo che su un dossier così importante si attiva a difesa dell’interesse nazionale e dei lavoratori. E che ha una strategia”.