Microsoft ha avviato un nuovo ciclo di licenziamenti che coinvolgerà circa il 3% della sua forza lavoro globale. Con un organico globale di circa 228.000 dipendenti, il taglio equivale a quasi 7.000 posti di lavoro ed è il più ampio dall’inizio del 2023, quando il colosso di Redmond aveva già eliminato oltre 10.000 posizioni.

L’obiettivo dichiarato è quello di snellire la struttura manageriale e rendere l’organizzazione più agile in un mercato sempre più competitivo. “Continuiamo a mettere in atto cambiamenti organizzativi necessari per posizionare al meglio l’azienda in un mercato dinamico”, ha spiegato Microsoft in una nota ufficiale inviata al sito The Register.

I segnali della riorganizzazione erano emersi già lo scorso aprile, durante la call con gli investitori per i risultati del terzo trimestre. In quell’occasione, la CFO Amy Hood aveva parlato della necessità di “ridurre i livelli con meno manager”, anticipando di fatto la nuova strategia dell’azienda.

Si tratta del secondo round di licenziamenti nel 2025 per Microsoft dopo il primo intervento minore avvenuto a gennaio, che aveva interessato meno dell’1% dei dipendenti e colpito in particolare il reparto sicurezza e alcune posizioni legate a performance non soddisfacenti.

Anche se l’azienda non ha menzionato espressamente l’intelligenza artificiale tra le motivazioni dei tagli, ha fatto riferimento all’intenzione di ridurre il “lavoro ripetitivo” sfruttando nuove tecnologie. Una linea d’azione coerente con quanto già stanno facendo altre big tech, visto che nei primi mesi del 2025 aziende come Duolingo e Workday hanno apertamente attribuito i loro tagli occupazionali alla crescente automazione resa possibile dall’IA.

Microsoft licenziamenti

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Il trend si estende anche ad altri ambiti come quello fiscale. L’Agenzia delle Entrate americana (IRS) ha recentemente confermato l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale per integrare le attività di riscossione, in un contesto in cui le assunzioni sono ancora frenate dai tagli imposti durante l’amministrazione Trump.

Studi recenti indicano che i ruoli manageriali di medio livello sono tra i più esposti all’automazione, a causa della crescente capacità dell’IA di coordinare flussi di lavoro e analizzare dati in tempo reale. Non sorprende, quindi, che Microsoft stia puntando a una razionalizzazione proprio in quell’area, sebbene finora senza dichiarazioni ufficiali sul possibile impiego diretto di sistemi di IA per sostituire funzioni dirigenziali.

Sempre su questo versante, il costo dell’espansione dell’infrastruttura IA di Microsoft ha pesato sulla redditività, con i margini di Microsoft Cloud che si sono ridotti al 69% nel trimestre di marzo rispetto al 72% di un anno fa. Microsoft ha stanziato 80 miliardi di dollari in spese in conto capitale per questo anno fiscale, con la maggior parte destinata proprio all’espansione dei data center in chiave IA.

L’analista di D.A. Davidson Gil Luria ha affermato che i licenziamenti hanno dimostrato che Microsoft sta gestendo molto attentamente la pressione sui margini creata dai suoi maggiori investimenti nell’IA. “Riteniamo che ogni anno in cui Microsoft investe ai livelli attuali, dovrebbe ridurre il personale di almeno 10.000 unità per compensare i livelli di ammortamento più elevati dovuti alle spese in conto capitale”.

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