“Un centesimo risparmiato è un centesimo guadagnato” sembra essere il nuovo motto di Intel, che sta faticando non poco per aumentare le sue entrate a causa dell’eccessiva dipendenza dalle vendite di PC. Una situazione che il colosso tech americano sta affrontando anche (e soprattutto) con un taglio della spesa fino a 10 miliardi di dollari all’anno entro il 2025. Nel trimestre conclusosi il 1° ottobre, Intel ha registrato un calo del 20% del fatturato a 15,3 miliardi di dollari e un sorprendente crollo dell’85% dell’utile a 1 miliardo di dollari, mentre nel trimestre precedente il fatturato di Intel era diminuito del 22%.

Il produttore di chip ha anche abbassato la previsione di fatturato annuale per la seconda volta quest’anno a 63 miliardi di dollari, in calo rispetto alla forbice dei 65-68 miliardi stimata alla fine dello scorso trimestre, a sua volta inferiore alla previsione originale di 76 miliardi. Per contrastare questi numeri preoccupanti, Intel punta a una riduzione delle spese di 3 miliardi di dollari nel 2023, che passeranno a 10 miliardi di risparmi annuali entro la fine del 2025.

“Ciò contribuirà a migliorare il margine e l’EPS e a migliorare il prezzo delle azioni” ha dichiarato Pareekh Jain, CEO di EIIRTrend & Pareekh Consulting. “Tuttavia, l’eccessiva dipendenza dal segmento PC e server è anche la principale vulnerabilità di Intel, che non ha avuto un’impronta nel settore mobile, è rimasta indietro nel mercato delle GPU e dell’IA rispetto a Nvidia e in quello dei chip per server rispetto ad AMD”.

Il taglio annuale delle spese potrebbe anche avere un impatto sul 20% della forza lavoro di Intel (parliamo di migliaia di licenziamenti), secondo un rapporto di Bloomberg. Il CEO di Intel Pat Gelsinger ha confermato proprio pochi giorni fa che una riduzione dell’organico è effettivamente all’orizzonte, ma non ha rivelato ulteriori dettagli.

Intel vacilla anche dove i rivali prosperano

Il Client Computing Group di Intel, che include i chip per PC, ha generato 8,12 miliardi di dollari di entrate, in flessione del 17% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. Questo per colpa di un calo di quasi il 20% delle spedizioni di PC nel terzo trimestre come riportato da Gartner, dopo quasi due anni di rapida crescita sostenuta dalla pandemia.

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Il calo della domanda di PC sta ovviamente colpendo non solo Intel, ma anche i suoi rivali. Tuttavia, Intel è più esposta alle fluttuazioni della domanda nel segmento dei PC rispetto a qualsiasi altro suo competitor. Meno di un quinto dei 5,6 miliardi di dollari di fatturato trimestrale di AMD, ad esempio, proviene dal segmento Client, che include i ricavi derivanti dalle vendite di chip per PC e notebook, mentre quelli del Client Computing Group rappresentano oltre la metà dei ricavi totali di Intel.

Ma Intel è in ritardo anche nei segmenti che sono invece in rapida crescita per i rivali: data center e chip avanzati. Il segmento Datacenter e AI ha infatti registrato un calo del 27% durante il trimestre a 4,21 miliardi di dollari, mentre il fatturato dei data center di AMD è aumentato del 45% nello stesso trimestre (il segmento embedded di AMD ha registrato addirittura un aumento del fatturato del 1.549%). La stessa Nvidia ha registrato un aumento del 61% delle entrate per la divisione data center nei suoi ultimi risultati trimestrali. “Per quanto riguarda i data center, siamo cresciuti più lentamente rispetto al mercato”, ha riconosciuto lo stesso Gelsinger.

Segmenti non-core in crescita per Intel

Se quindi Intel ha registrato un massiccio calo delle entrate nei comparti PC e data center, il quadro è stato meno drammatico nelle unità aziendali più piccole che stanno rapidamente recuperando terreno. Il segmento Network and Edge, ad esempio, ha incassato 2,27 miliardi di dollari, con una crescita del 14% su base annua. Mobileye, società di tecnologia di guida autonoma di Intel che ha ottenuto una IPO proprio una settimana fa, ha registrato una crescita del fatturato del 38% su base annua a 450 milioni di dollari. Allo stesso modo, il segmento Accelerated Computing Systems and Graphics Group è cresciuto dell’8% a 185 milioni di dollari.

“Nel Q3 di quest’anno la spesa in ricerca e sviluppo è aumentata rispetto al Q3 dello scorso anno. Intel non dovrebbe quindi tagliare la spesa in ricerca e sviluppo, in quanto è fondamentale sviluppare e lanciare nuovi prodotti in nuovi segmenti“, ha affermato Jain. “Con questo tipo di risultati, Intel dovrà comunque affrontare sfide non banali nel trovare fondi per nuove fonderie e altri investimenti. Ha già collaborato con Brookfield Asset Management per acquisire una partecipazione nella sua fonderia in Arizona e dovrà fare affidamento su modelli di finanziamento simili anche per altri investimenti”.