Ieri l’Autorità Antitrust del Regno Unito ha bloccato la proposta di acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft per un valore di 69 miliardi di dollari, in quanto danneggerebbe il cloud gaming. L’accordo originale, proposto più di un anno fa, sarebbe stata la più grande acquisizione della storia, ma secondo l’Autorità per la concorrenza e i mercati del Regno Unito (CMA) l’accordo potrebbe minare il mercato del cloud gaming prima ancora che questo decolli, danneggiando la concorrenza.

Microsoft ha lanciato il suo servizio di cloud gaming nel 2020 come Project xCloud, che ora fa parte del servizio a pagamento Game Pass Ultimate. Come ha sottolineato la CMA, il cloud gaming consente ai consumatori che dispongono di una banda larga ad alta velocità di evitare di pagare una console di gioco sfruttando appunto in cloud per giocare su qualsiasi browser, su un TV, su smartphone o tablet tramite apposite app. CMA temeva che Activision lanciasse un proprio servizio di cloud gaming e la sua acquisizione da parte di Microsoft avrebbe schiacciato la concorrenza.

“Consentire a Microsoft di assumere una posizione così forte nel mercato del cloud gaming proprio quando questo inizia a crescere rapidamente rischierebbe di compromettere l’innovazione che è fondamentale per lo sviluppo di queste opportunità”, si legge nel comunicato di CMA, secondo cui il cloud gaming varrà un miliardo di sterline nel Regno Unito entro il 2026.

A quanto pare, Microsoft ha cercato di contrattare proponendo una controfferta che avrebbe disciplinato quali giochi sarebbero stati disponibili su quali piattaforme per un periodo di dieci anni. Alla fine CMA l’ha respinta perché non affrontava il tema del cloud gaming, non era sufficientemente aperta ad altri sistemi operativi e avrebbe “standardizzato i termini e le condizioni di disponibilità dei giochi”.

Microsoft sede Milano CWI Mandiant

L’agenzia si è anche preoccupata del fatto che Microsoft abbia aumentato il prezzo di Game Pass dopo la fusione. “Microsoft si è impegnata in modo costruttivo con noi per cercare di risolvere questi problemi e le siamo grati per questo, ma le sue proposte non sono state efficaci nel porre rimedio alle nostre preoccupazioni e avrebbero sostituito la concorrenza con una regolamentazione inefficace in un mercato nuovo e dinamico” ha dichiarato Martin Coleman, presidente del gruppo di esperti indipendenti che ha condotto l’indagine per il Regno Unito.

E adesso?

Il presidente di Microsoft Brad Smith ha dichiarato in un comunicato che l’azienda farà ricorso. “Abbiamo già firmato contratti per rendere disponibili i popolari giochi di Activision Blizzard su altri 150 milioni di dispositivi e continuiamo a impegnarci per rafforzare questi accordi attraverso rimedi normativi”, ha commentato Smith.

La storia passata offre qualche spunto per capire cosa potrebbe fare Microsoft e ci riferiamo al 2009, quando l’azienda distribuì in Europa una versione di Windows 7 senza Internet Explorer per rispondere ai timori che potesse vendere illegalmente il suo browser web all’interno del sistema operativo. Ma come potrebbe Microsoft applicare questo modello a un servizio di giochi? Ritirare Game Pass dal Regno Unito? Rifiutare di offrire i giochi di Activision al pubblico del cloud gaming del Regno Unito? Non è chiaro. La dichiarazione di Smith implica che Microsoft intende andare avanti con l’accordo con Activision Blizzard, ma a questo punto è lecito chiedersi se ciò sia ancora possibile o meno.