Il 40% del fatturato di Nvidia è generato da due soli, misteriosi clienti

Nel secondo trimestre fiscale chiusosi a luglio, Nvidia ha rivelato che due soli clienti hanno generato quasi il 40% dei suoi ricavi totali, un dato che solleva interrogativi sulla concentrazione della sua base commerciale. Secondo quanto riportato nella documentazione depositata presso la SEC (Securities and Exchange Commission), il cosiddetto “Customer A” ha contribuito per il 23% delle entrate complessive, mentre il “Customer B” ha inciso per il 16%.
Un anno fa, le prime due controparti pesavano rispettivamente il 14% e l’11%; si tratta quindi di un incremento significativo, che rende ancora più evidente la dipendenza di Nvidia da pochi grandi buyer. L’azienda non ha voluto rivelare l’identità dei due clienti principali, entrambi elencati come “direct customers”.
Qui entra in gioco un dettaglio importante. I clienti diretti non coincidono infatti con gli utenti finali dei chip, ma si tratta di aziende che acquistano i semiconduttori Nvidia per integrarli in sistemi completi o schede elettroniche, che poi vengono rivenduti a data center, cloud provider o imprese.
Esempi tipici di clienti diretti sono gli ODM (original design manufacturers) o gli OEM (original equipment manufacturers) come Foxconn o Quanta, ma anche integratori di sistema e distributori come Dell. I clienti indiretti, invece, comprendono proprio i cloud provider e le aziende internet, che solitamente acquistano sistemi già assemblati dai clienti diretti. Nvidia spiega di poter solo stimare i ricavi da clienti indiretti, basandosi su ordini e dati interni.
La distinzione lascia un margine di ambiguità, dal momento che alcuni clienti diretti acquistano chip per costruire sistemi destinati al proprio uso interno, rendendo quindi difficile stabilire chi siano davvero Customer A e Customer B.
Un intreccio di relazioni
La stessa Nvidia ha precisato che due suoi clienti indiretti hanno rappresentato oltre il 10% dei ricavi totali, acquistando però i sistemi attraverso i canali di Customer A e Customer B. A rendere la mappa ancora più complessa, l’azienda ha aggiunto che una “AI research and development company ha contribuito in modo significativo al fatturato, sia tramite acquisti diretti che indiretti”. Il risultato è che la dipendenza dai due clienti principali potrebbe riflettere una filiera articolata, che intreccia fornitori, distributori e hyperscaler.
Nonostante il peso crescente dei grandi provider, Nvidia sottolinea che la richiesta di sistemi AI resta fortissima anche in altri segmenti:
- Imprese tradizionali che iniziano a implementare l’IA nei propri processi
- I cosiddetti “neoclouds”, realtà emergenti che sfidano i big del settore con servizi specifici per l’intelligenza artificiale
- I governi stranieri con la categoria “sovereign AI”, che dovrebbe generare da sola circa 20 miliardi di dollari di ricavi quest’anno
Le ambizioni di Jensen Huang
Sul fronte delle prospettive di lungo periodo, il CEO di Nvidia Jensen Huang ha dichiarato che il mercato dell’infrastruttura AI potrebbe valere 3-4 trilioni di dollari entro la fine del decennio. Nvidia, secondo le sue stime, potrebbe intercettare fino al 70% del costo complessivo di un data center AI da 50 miliardi di dollari, grazie non solo alle GPU, ma anche agli altri componenti sviluppati dall’azienda.
Huang ha definito questo target “ragionevole” nei prossimi cinque anni citando i dati sugli investimenti, secondo i quali i quattro principali hyperscaler hanno raddoppiato negli ultimi due anni le spese in conto capitale, spinte dall’ondata AI. Solo nel 2025, ha ricordato, investiranno circa 600 miliardi di dollari.
La corsa di Nvidia continua quindi a impressionare, anche se la concentrazione di ricavi su Customer A e Customer B alimenta interrogativi sulla sostenibilità della crescita e sui possibili rischi di eccessiva dipendenza.
(Immagine in apertura: Shutterstock)