“Il digitale in Italia è un mercato che vale quasi 80 miliardi, nel 2023 è cresciuto del 2,8% e nei prossimi anni crescerà di più, trainato da cloud, AI e cybersecurity. L’Italia è salita al 3,5% di investimenti nel digitale rispetto al PIL, meglio della Spagna: è grazie a numeri come questi che una multinazionale come HPE investe qui, per esempio con l’acquisizione di Athonet dell’anno scorso”.

Così Claudio Bassoli, CEO e presidente di Hewlett Packard Enterprise (HPE) Italia, ha iniziato un recente incontro con la stampa italiana, in cui ha spiegato come HPE stia puntando anche nel nostro Paese sui propri principali punti di forza – supercalcolo, Private 5G, hybrid cloud as-a-service (GreenLake), software – per crescere e per rispondere al boom del mercato AI.

“Athonet è una piattaforma che serve alle aziende di tutto il mondo”

“In Italia il 2023 ci ha dato grandi soddisfazioni, e anche il 2024 è cominciato bene”, ha detto Bassoli.

Claudio Bassoli, CEO e Presidente, HPE Italia

Claudio Bassoli, CEO e Presidente, HPE Italia

Per il 2023, un momento chiave è stato la già citata acquisizione della vicentina Athonet, specialista di soluzioni Private 5G (ne abbiamo parlato qui). “Athonet è un’azienda da 120 persone, l’obiettivo è raddoppiarle, ma il grosso della ricerca e sviluppo rimarrà a Vicenza. È stata scelta tra 5 candidati a livello globale, perché era la più avanzata e adatta alle nostre esigenze, che erano di completare con il 5G privato la nostra offerta wi-fi 6”.

La tecnologia di Athonet, continua il CEO di HPE Italia, “è la base di una piattaforma che serve alle aziende di tutto il mondo, e rafforza la proposta globale di Intelligent Edge di HPE, in attesa della conclusione dell’acquisizione di Juniper Networks, che se finalizzata darà un altro grande contributo in quest’area”.

Il supercomputer HPC6 quasi decuplicherà la potenza di calcolo di ENI

Quanto al 2024, per ora il momento chiave è l’accordo con ENI per la realizzazione del supercomputer HPC6, che il gruppo italiano utilizzerà per la ricerca e lo studio di nuove fonti energetiche.

“HPC6 è un supercomputer di prossima generazione che quasi decuplicherà la potenza di calcolo HPC di ENI, da 70 a 600 petaflop al secondo (600 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo, ndr). Una volta completato, sarà uno dei supercomputer più potenti al mondo di proprietà di un’impresa privata”.

Nel supercalcolo HPE in Italia lavora con oltre 20 aziende ed enti pubblici (“purtroppo molte non possiamo citarle”), tra l’altro nei settori telco, automotive, fashion retail, aeronautica militare e aerospazio (“abbiamo vinto una gara pubblica per un supercalcolatore ESA che sarà installato in Italia”).

I pilastri dell’offerta AI

Il supercalcolo è anche fondamentale per l’intelligenza artificiale, nessuna applicazione di AI è possibile senza HPC, e per questo è uno dei pilastri della nostra offerta in campo AI insieme alle infrastrutture, al software, a GreenLake – che è l’offerta di tutte le soluzioni HPE in modalità as-a-service – e alle policy di approccio etico all’AI”.

Per quanto riguarda le infrastrutture, “CPU, GPU, networking e storage sono i componenti di base necessari per le applicazioni AI, e HPE è leader nella loro integrazione, anche grazie a importanti acquisizioni”.

Nel software invece, sottolinea Bassoli, HPE conta su tre principali aree d’azione: la preparazione dei dataset per il training dei modelli AI, grazie all’acquisizione di Pachyderm, lo stesso training dei modelli AI grazie all’acquisizione di Determined AI, e l’inferenza con HPE Machine Learning Inference Software, soluzione progettata con Nvidia, e un’architettura per l’enterprise RAG (Retrieval Augmented Generation), in corso di sviluppo, che ha anche componenti open source.

Mercato italiano: il canale PMI e GreenLake

Tornando specificamente all’Italia, dove HPE impiega circa mille persone in 4 sedi (Cernusco sul Naviglio, Roma, Torino e appunto Vicenza), la PA soprattutto si è distinta ultimamente, con un’accelerazione sul digitale che ha concentrato dieci anni in tre, spiega Bassoli.

“In Italia abbiamo strategie go-to-market diverse per i tre target: grandi imprese, PMI e PA. Alle grandi imprese arriviamo con system integrator e grandi partner, e così anche alla PA, mentre raggiungiamo le PMI attraverso un canale di partner territoriali che recentemente sono saliti da 3600 a 5000, anche se l’obiettivo sarebbe arrivare a 10mila, visto che in Italia ci sono 100mila imprese ICT”.

Questo modello per le PMI, sottolinea Bassoli, ha fatto scuola a livello mondiale in HPE, e replicato in altre country. “Proponiamo alle PMI soluzioni pacchettizzate specifiche, per esempio cybersecurity, connettività, disaster recovery, e anche i pacchetti GreenLake hanno aiutato la grande crescita degli ultimi 3 anni”.

“L’offerta GreenLake – che nel mondo sta raddoppiando il fatturato di anno in anno – in Italia sta andando meglio delle previsioni dell’azienda, ma io mi aspetto di più: le aziende italiane potrebbero sfruttare di più questo strumento. Noi quest’anno abbiamo raddoppiato le risorse dedicate e i partner ne sono molto soddisfatti: alcuni di loro ormai offrono solo pacchetti Greenlake”.