A pochi giorni dal cambio della guardia al vertice di HPE Italia, che è stato annunciato a metà dicembre ma che sarà operativo dall’1 febbraio, i due interessati – Stefano Venturi e Claudio Bassoli – si sono idealmente passati il testimone in una conferenza stampa.

Venturi: “Il miglior anno di sempre per HPE”

“L’anno fiscale chiuso il 31 ottobre scorso”, ha detto Venturi, che ha guidato HPE Italia per 10 anni, “è stato il migliore di sempre da quanto esiste HPE: tutti gli indicatori sono andati di gran lunga sopra le aspettative, in alcune aree siamo cresciuti a doppia cifra, in altre addirittura in tripla. Sono andate particolarmente bene le tecnologie, a partire da networking e wifi6, l’high performance computing, e la parte GreenLake “everything as a service”, cresciuta a tripla cifra”.

E il nuovo fiscal year, il cui primo trimestre si chiude tra pochi giorni, promette ancora meglio, continua Venturi. “La squadra in Italia lavora particolarmente bene insieme, c’è un entusiasmo da startup, e anche la relazione con i partner è la migliore di sempre, per cui molti mi hanno chiesto perché esco in questo momento. Il fatto è che dopo 10 anni abbiamo fatto tanta strada, rimesso “in bolla” l’azienda e la strategia con una profonda trasformazione che ritengo completata: il mio lavoro è finito, le cose sono lanciate e vanno per il meglio, è il miglior momento per voltare pagina. Per questo ho assunto la presidenza del Cefriel, e voglio dedicarmi completamente alle grandi innovazioni che il paese sta affrontando”.

A questo punto Venturi ha idealmente passato le cariche di Presidente e Amministratore Delegato di HPE Italia a Claudio Bassoli: “Conosco Claudio da 30 anni, fin dai tempi di HP negli anni ‘90, poi ci siamo ritrovati in Cisco e in HPE dove è nel leadership team da 9 anni ed è stato al mio fianco durante la grande trasformazione che abbiamo portato avanti in questi anni”.

Bassoli: “PNRR occasione unica, la nostra risposta è l’everything as a service”

“Sono onorato di assumere la guida in Italia di un’azienda che ha fatto la storia dell’IT e del digitale, e ancora oggi è estremamente innovativa”, ha detto Bassoli. “Abbiamo davanti 4-5 anni di grandissime opportunità, è un’occasione storica e irripetibile: il PNRR mette il digitale come prima priorità e l’Italia alla fine di questo periodo dovrà essere riuscita a riempire il gap digitale rispetto agli altri paesi”.

“Riteniamo che per rispondere a questa sfida, il nostro cloud di nuova generazione “everything as a service” possa essere un fattore importante. Questa soluzione, commercialmente chiamata GreenLake, ha diversi punti di forza. Innanzitutto non richiede di investire grandi capitali iniziali grazie all’uso a consumo. Poi non vincola le infrastrutture a un luogo fisico: il cliente può portare il cloud dove vuole. Inoltre è un modello “a km zero”, ovvero non è necessario spostare dati, cosa molto importante visti gli elevati costi energetici attuali. Infine, mantenendo il dato dove viene generato, si risolve all’origine il problema della sicurezza”.

GreenLake, ha continuato Bassoli, non è in contrapposizione con i concetti alla base del progetto di Polo Strategico Nazionale: “La nostra proposta è più complementare che alternativa al cloud pubblico di nuova generazione: la digitalizzazione della PA passa per una pluralità di soluzioni, alcuni dati e informazioni devono essere conservati in loco per la loro sensibilità, altri possono essere centralizzati. Noi siamo per le infrastrutture aperte, non per niente abbiamo aderito subito a Gaia-X: occorre evitare che il cloud sia un’occasione per costruire nuovi silos”.

Pur ricordando il lavoro di innovazione e le referenze in Italia di HPE in diversi campi, tra cui energia (ENI), aerospazio (NASA), automotive (Pirelli, Red Bull) e sanità, e le varie iniziative di responsabilità sociale nel nostro paese, il nuovo numero uno di HPE Italia ha incentrato il suo intervento nella conferenza stampa soprattutto sull’everything as a service e sui suoi benefici, citando anche uno studio strategico condotto insieme a The European House-Ambrosetti e presentato qualche settimana fa.

Il ruolo dei partner

“L’utilizzo massivo di queste soluzioni può generare oltre 220 miliardi di euro di PIL addizionale nei 5 anni dal 2021 al 2025, un aumento della produttività media delle imprese fino al 2,3%, e per quanto riguarda specificamente la filiera ICT un volume di ricavi aggiuntivi di 1,3 miliardi. Naturalmente i benefici riguardano anche la Pubblica Amministrazione, che con la nuova generazione del cloud può ridurre i costi ICT di 650 milioni di euro, e la richiesta di dati e informazioni ad aziende e cittadini di ben il 90%”.

Nel modello everything as a service di HPE, ha concluso Bassoli, il ruolo dei partner è fondamentale: “In Italia abbiamo sempre puntato sulla prossimità, su partner e competenze che portano la nostra innovazione sul mercato e sviluppano servizi e soluzioni di valore a “km zero” e “time-to-market zero”, anche grazie a iniziative che sono casi di eccellenza a livello internazionale, come Innovation Lab e Innovation Lab Next”.