Nell’ambito dell’EU Chips Act, il Consiglio europeo e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo per l’investimento di 3,6 miliardi di dollari di fondi UE (con l’obiettivo di attrarre altri 43,7 miliardi di dollari di investimenti privati) per sviluppare le capacità di produzione di semiconduttori del continente. L’Europa, come gli Stati Uniti, è alle prese con un mercato dei semiconduttori in rapida evoluzione, in quanto i governi di tutto il mondo adottano politiche sempre più restrittive sull’importazione e l’utilizzo di chip provenienti dall’estero.

L’EU Chips Act ha obiettivi sostanzialmente simili al CHIPS and Science Act degli Stati Uniti, che è stato firmato dal presidente Joe Biden nell’agosto del 2022. Entrambe le misure, sia quella statunitense che quella europea, sono una risposta ai problemi della supply chain post-pandemia che il mercato dei semiconduttori ha dovuto affrontare negli ultimi anni e alla “guerra dei chip” in corso tra Stati Uniti e Cina.

Il nuovo accordo europeo raggiunto tra il Parlamento e il Consiglio si basa su tre “pilastri” centrali. Il primo è l’iniziativa Chips for Europe, che si concentra sulla creazione di capacità produttive attraverso il trasferimento di conoscenze e la creazione di “centri di competenza” in tutta Europa. Questi centri saranno progettati per fornire l’accesso ai dati sperimentali e alle competenze tecniche, consentendo agli esperti del settore di migliorare le proprie capacità e di contribuire alla creazione di nuovi progetti.

Il secondo pilastro è incentrato sui tentativi di attrarre nuovi investimenti concedendo permessi rapidi alle strutture “prime nel loro genere” in Europa e designando altri centri di eccellenza. Infine, il Chips Act prevede un sistema di monitoraggio e di risposta alle crisi per la supply chain, che ha lo scopo di alleviare le carenze di approvvigionamento causate dalla pandemia COVID e dalla guerra in Ucraina.

EU Chips Act

La Commissione europea ha accolto con favore la notizia del raggiungimento di un accordo in una dichiarazione ufficiale, affermando che i semiconduttori sono un elemento critico dal punto di vista geostrategico e che il Chips Act rafforzerà la competitività economica dell’Europa nell’area e la sua posizione strategica, aumentando la quota di chip prodotti nell’UE. “Le recenti carenze di semiconduttori hanno evidenziato la dipendenza dell’Europa da un numero limitato di fornitori al di fuori dell’UE, in particolare Taiwan e il Sud-Est asiatico per la produzione di chip e gli Stati Uniti per la loro progettazione”, si legge nella dichiarazione della Commissione.

Anche Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, ha twittato la sua approvazione, affermando che aumentare la capacità dell’Europa di produrre chip a livello nazionale la rende un partner più importante nella catena di fornitura globale e contribuisce a consentire i progressi della società. “Abbiamo bisogno di chip per alimentare le transizioni digitali ed ecologiche o i sistemi sanitari”, ha dichiarato Vestager.

Il Chips Act risale a una proposta della Commissione europea presentata per la prima volta nel febbraio 2022 e adottata dal Consiglio europeo nel dicembre dello stesso anno. Il Parlamento europeo l’ha approvata a febbraio e ora il provvedimento tornerà al Consiglio e al Parlamento per la ratifica e l’adozione formale.