Eset Italia ha annunciato l’apertura a Milano di una nuova struttura interna tutta italiana dedicata ai servizi di Managed Detection and Response (MDR).

I servizi, attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sono erogati in lingua italiana da un team di ingegneri che operano presso la filiale di Eset a Milano centro e, come spiega un comunicato Eset, sono selezionati tra i migliori esperti italiani di servizi di security monitoring.

“Il team ha appena ottenuto le certificazioni per offrire servizi di primo e secondo livello (il terzo è nella sede centrale di Eset a Bratislava, ndr): l’obiettivo è integrare servizi di security con un portafoglio ben strutturato per midsize ed enterprise”, ha spiegato in una conferenza stampa Fabio Buccigrossi, country manager di Eset in Italia (nella foto).

“È un’offerta poco “industriale”, nel senso che potevamo proporla a costi più bassi, sia per quanto riguarda la collocazione del SOC, sia per i costi del lavoro, che in Italia sono particolarmente alti, soprattutto per figure come gli ingegneri, che sono conosciuti per la loro eccellenza in tutto il mondo. Ma l’obiettivo è di fare la differenza rispetto ai concorrenti”.

Tra i servizi disponibili ci sono ESET Premium Support, Deployment & Upgrade, Healthcheck, nonché il pacchetto più completo, ESET Detection & Response Ultimate, che si appoggia a Eset Inspect, la componente XDR dell’offerta del fornitore, per rispondere alle esigenze di sicurezza più complesse con attività di rilevamento di incidenti e problemi di sicurezza, analisi dei file potenzialmente dannosi, e procedure di detection and response, ovunque si trovi il dato.

“In realtà con questi servizi siamo partiti un anno fa per un cliente importante che ha fatto da pilota”, precisa Buccigrossi. “Le aziende che manifestano interesse per questa offerta vanno dalle 250 postazioni in su, ma cercheremo di rivolgerci anche alle più piccole attraverso partner con servizi MSP”.

In Italia un team di 35 persone. “Obiettivo 19-20 milioni nel 2023”

La situazione di attacchi sempre più evoluti e capillari, continua il country manager di Eset, impone l’uso di soluzioni di XDR che però richiedono un presidio continuo e competenze ad hoc: “Serve qualcuno che capisca dati, alert e segnalazioni, per questo occorrono i servizi. Le aziende li stanno cercando, ne hanno bisogno, e il vendor non può fare a meno di offrirli perché devono appoggiarsi a un prodotto e operano a livello della rete di endpoint, che è troppo frammentata per la capacità dei partner, che si concentrano su un livello più alto di monitoraggio”.

In questo senso, sottolinea Buccigrossi, Eset non intende sottrarre business ai partner, anzi questa offerta di servizi va vista come un ulteriore supporto agli oltre 2000 rivenditori di Eset in Italia.

“Anche i partner più avanzati ora hanno un SOC, ma il punto è che nessuno ha le risorse per fare bene tutti i livelli di monitoraggio, e i partner hanno più margini sui prodotti che sui servizi. Anche le banche più importanti in Italia oggi hanno un SOC interno, ma comunque comprano servizi dai vendor di cybersecurity”.

La filiale di Eset in Italia è stata aperta nell’aprile 2019, ed è arrivata a 35 persone. “Quello che abbiamo fatto in questo periodo è sviluppare il mercato enterprise e dare visibilità al marchio Eset, che prima in Italia era molto meno noto di quello del nostro prodotto Nod32”.

Dopo aver chiuso il 2020 a 9 milioni di euro e il 2021 a poco più di 13, conclude Buccigrossi, quest’anno chiuderemo a 16 milioni, dato notevole per il mercato endpoint security in Italia, e l’obiettivo per il prossimo anno è arrivare a 19-20 milioni: se i servizi funzioneranno, nel 2024 dovremo assumere ancora”.