Circa 270 partecipanti, in rappresentanza di oltre 150 aziende, hanno affollato nei giorni scorsi l’evento di inaugurazione ufficiale della Italian Datacenter Association (IDA), prima rappresentanza di quello che in italia è ormai un vero e proprio settore industriale: decine di operatori multinazionali e italiani attivi, con investimenti in crescita da anni, migliaia di addetti, un’attenzione sempre più viva di governo e istituzioni, e importanti impatti diretti e indiretti sull’economia del paese. Oltre che ovviamente sulla digitalizzazione di aziende ed enti pubblici.

Un’associazione di settore in effetti era da tempo auspicata da più parti. Lo scorso gennaio per esempio, proprio il giorno prima dell’annuncio di IDA, durante un convegno dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, Paolo Bertoldi, senior expert DG JRC della Commissione Europea, aveva sottolineato l’utilità della collaborazione della Commissione con le associazioni di operatori di Data Center di vari Paesi (Francia, Germania, Olanda e anche Regno Unito, anche se fuori dalla UE), augurandosi appunto la nascita di una realtà simile anche in Italia.

IDA elenco associati evento grand openingIDA quindi è certamente quindi un passo importante, anche se – almeno per ora – non comprende tutti i big dei data center. Spiccano per esempio le assenze di AWS e Google, due dei tre principali hyperscaler con region di data center in Italia.

Il terzo invece – Microsoft – è tra i soci fondatori dell’associazione, insieme a Equinix Italia, Rai Way, Data4, Stack Infrastructure, Digital Realty, Vantage Data Centers e CBRE Data Centers.

Dal giorno dell’annuncio, il totale dei soci è salito a 50 (un elenco parziale è nella foto a fianco), “e altri se ne aggiungono ogni settimana”, ha detto Emmanuel Becker, AD di Equinix Italia e presidente di IDA, aprendo l’evento “Grand Opening” dell’associazione.

IDA, le 5 missioni: dalla rappresentanza istituzionale a sostenibilità e formazione

“Il nostro motto è “non c’è business senza digitale e non c’è digitale senza data center”, e ci siamo dati cinque missioni, ha spiegato Becker.

“La prima è rappresentare il settore, farsi portavoce a livello istituzionale delle sue esigenze, spiegare chi siamo; la seconda è promuovere il concetto che i data center sono fondamentali per la trasformazione digitale in Italia; la terza è facilitare i processi per costruire e operare i data center in Italia; la quarta è promuovere l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, e la quinta è favorire lo sviluppo di competenze e professionalità specifiche per questo settore”.

Becker ha poi presentato i membri del CdA di IDA (nella foto di apertura) – Alberto Riva (Microsoft), Luca Beltramino (Rai Way), Davide Suppia (Data4 Group), Sherif Rizkalla (Stack EMEA), Luca Venturelli (Digital Realty), Alfonso Romano (Vantage Data Centers), e Marco Givonetti (CBRE Data Centers) – e l’evento è proseguito con diversi interventi e tavole rotonde che hanno coinvolto soci e rappresentanti delle istituzioni locali e di associazioni data center estere.

Qui citiamo per ragioni di spazio solo l’intervento di Andrea Calzavacca, Head of Loan Advisory e Alternative Investments di CBRE, che ha fornito e commentato diversi dati che danno le dimensioni del mercato data center in Italia.

Un settore con oltre 17mila addetti e un turnover di 5 miliardi

“Il primo numero è 17.356, ed è quello dei lavoratori impiegati nell’industria dei data center: un dato che abbiamo aggregato lavorando su dati Istat. Per dare un’idea, i lavoratori del settore trasporto aereo in Italia sono circa 20mila”, ha detto Calzavacca.

Il secondo numero è quello del turnover annuale del settore data center in Italia, che è di circa 5 miliardi di euro, senza contare l’indotto, che vale 2,5-3 miliardi solo per le attività di costruzione dei data center.

Anche qui il manager di CBRE ha citato un settore con numeri simili ma con visibilità ben maggiore: quello dell’intrattenimento (film, show TV, musica) che vale circa 4,7 miliardi l’anno.

Sedi di data center, Milano crescerà più delle altre principali location europee

Il terzo numero è la triplicazione (+191%) del fatturato dei sette maggiori hyperscaler dal 2017 a oggi. “Crescono del 30% anno su anno, possiamo considerarlo una proxy del trend del mercato globale dei data center”.

Un quarto numero è la crescita a 5 anni dei data center in termini di megawatt installati, che vede Milano con un fattore 2,4x sopravanzare le principali location europee: Francoforte 2.2x, Parigi 2,1x, Londra 1,7x e Amsterdam 1,3x. “Ma l’Italia non è solo Milano, ci sono progetti di data center pronti a partire anche a Roma, Genova, Torino e Palermo”.

Tirando le somme quindi tutti questi numeri indicano trend molto positivi per il mercato data center in Italia, ha concluso Calzavacca. “Nel 2021 abbiamo registrato un operatore newcomer entrato in italia, nel 2022 un altro, nel 2023 ce ne saranno quattro, e abbiamo una coda di 20 operatori che vogliono entrare in Italia. Ma non è scontato che ce la faranno: ci sono barriere all’entrata, e compito di IDA è abbatterle”.