La Commissione Europea ha aperto una investigazione “approfondita” (in-depth) sull’acquisizione da 61 miliardi di dollari di VMware da parte di Broadcom, e sulla sua conformità alla EU Merger Regulation.

La decisione è l’esito di una prima fase di indagine iniziata il 15 novembre, che doveva concludersi secondo appunto la EU Merger Regulation entro 25 giorni, cioè appunto entro il 20 dicembre. Gli esiti possibili erano due: approvazione della transazione, o appunto approfondimento dell’indagine.

La Commissione è particolarmente preoccupata, spiega un comunicato, della possibilità che la transazione porti Broadcom a ridurre la competizione sui mercati di alcuni componenti che interagiscono con il software di VMware.

“La nostra prima fase di indagine ha dimostrato che per i componenti hardware dei server è essenziale interoperare con il software di VMware”, dichiara nella nota Margrethe Vestager (nella foto), Executive Vice-President in charge of competition policy della Commissione. “Siamo preoccupati che, dopo l’acquisizione, Broadcom possa impedire ai suoi concorrenti hardware di interagire con il software di virtualizzazione server di VMware. Questo provocherebbe prezzi più alti, qualità più bassa e minore innovazione per clienti e consumatori”.

I rischi: riduzione della concorrenza nei mercati NIC, FC HBA e adattatori software

Secondo la nota, Broadcom è un fornitore hardware che offre tra l’altro NIC (Network Interface Cards), FC HBA (Fibre Channel Host-Bus Adapters) e adattatori software, tipologie di prodotti che interoperano con il software di virtualizzazione offerto da VMware.

La prima fase di indagini della Commissione ha accertato che la transazione potrebbe permettere a Broadcom di ridurre la concorrenza nei mercati relativi alle tre categorie di hardware citate (NIC, FC HBA, adattatori software) in vari modi:

– riducendo l’interoperabilità tra il software di virtualizzazione server di VMware e i produttori concorrenti degli hardware citati a proprio vantaggio;

– precludere le opportunità commerciali degli hardware dei concorrenti impedendo loro di usare o rendendo più difficile l’accesso al software di virtualizzazione server di VMware.

Le conseguenze di questo sarebbero aumenti di prezzi, diminuzione della qualità e minore innovazione, a danno dei clienti business e quindi dei consumatori.

Secondo la Commissione ci sono poi altre due conseguenze che la transazione potrebbe avere, e che potrebbero danneggiare i consumatori. Primo: Broadcom potrebbe ostacolare lo sviluppo di SmartNIC da parte di altri produttori, e quindi l’innovazione in questo segmento, limitando l’impegno di VMware nel Progetto Monterey, che coinvolge tre operatori SmartNIC: Nvidia, Intel e AMD Pensando.

Secondo: potrebbe eliminare la disponibilità del software di virtualizzazione di VMware come prodotto a se stante, vincolandolo a essere venduto insieme ai propri software mainframe e di sicurezza, e riducendo così la scelta sul mercato e le opportunità di altri vendor.

La Commissione ha ora 90 giorni, cioè fino all’11 maggio 2023, per effettuare l’approfondimento e pervenire a una decisione.

Il commento di Broadcom e il caso Microsoft-Activision

“Continueremo a collaborare con la Commissione Europea nella loro indagine”; ha commentato un portavoce di Broadcom. “Stiamo facendo progressi con vari enti regolatori: abbiamo ricevuto via libera alla fusione da Brasile, Sudafrica e Canada, e via libera all’investimento dall’estero in Germania, Francia, Italia e Austria”.

“La combinazione di Broadcom e VMware ha il fine di permettere alle imprese di accelerare l’innovazione ed espandere le scelte affrontando le sfide tecnologiche più complesse in questa era multi-cloud, e quindi siamo fiduciosi che i regolatori vedranno tutto questo quando concluderanno la loro analisi”.

Il mese scorso la Commissione Europea aveva deciso una “in-depth” investigation anche per un’altra mega acquisizione IT annunciata nel 2022, quella di Microsoft su Activision, per approfondire i rischi di riduzione della competizione nei mercati di distribuzione di console, personal computer, video game e sistemi operativi per computer. La decisione in questo caso è attesa entro il 23 marzo 2023.

Tornando invece all’operazione Broadcom-VMware, che fin dall’inizio ha sollevato preoccupazioni anche tra i clienti e i partner di VMware, anche la US Federal Trade Commission – l’antitrust statunitense – lo scorso luglio ha annunciato un approfondimento (“second request”) sulle possibili conseguenze della fusione sulla concorrenza nel settore. Approfondimento che non ha termini temporali formalizzati, e che può concludersi nell’approvazione, nell’imposizione di condizioni vincolanti alle due compagnie, o in un ricorso a una Corte Federale per bloccare la transazione. Booadcom aveva allora commentato che per una transazione di questa entità una second request è pratica comune, e non era inaspettata.

Broadcom negli ultimi anni ha intrapreso una serrata politica di acquisizioni, e più di una volta le sue transazioni sono state bloccate o sottoposte a condizioni dalle autorità antitrust.