Alla fine, dopo ben 18 mesi dall’annuncio, oggi la fusione da 61 miliardi di dollari tra Broadcom e VMware diventa realtà a tutti gli effetti. Anche l’ultimo ostacolo – l’approvazione da parte della Cina, il cui protrarsi aveva vanificato la prima scadenza del 30 ottobre scorso fissata da Broadcom – è stato superato.

La conferma ufficiale è arrivata ieri, con un comunicato congiunto in cui le due aziende annunciano di aver ricevuto tutte le approvazioni necessarie e di avere intenzione di “chiudere l’acquisizione di VMware da parte di Broadcom il 22 novembre 2023”.

L’approvazione della Cina era fondamentale, visto che Broadcom realizza in Cina il 30% del fatturato, e secondo molti osservatori non era vincolata a considerazioni sulla concorrenza, come negli altri paesi, ma soprattutto a questioni politiche. Il via libera secondo gli osservatori sarebbe arrivato perché il governo cinese avrebbe valutato soddisfacenti i risultati della recente conferenza Asia-Pacific Economic Cooperation e soprattutto dei colloqui con il presidente USA Joe Biden.

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Immagine Broadcom: Sasima / Shutterstock.com.
Immagine VMware: jejim / Shutterstock.com

A questo punto c’è attesa per capire l’entità degli interventi di ristrutturazione di VMware che tutti gli analisti si aspettano da Broadcom, e che probabilmente sono già iniziati.

Questi interventi sono attesi con preoccupazione da almeno una parte dei partner e dei clienti di VMware a causa delle precedenti esperienze di acquisizioni di Broadcom, caratterizzate da tagli drastici nel personale e negli investimenti e dalla focalizzazione su pochi grandi clienti, spesso gestiti direttamente e senza l’intervento di partner.

A questo proposito Forrester Research nelle sue previsioni per il 2024 ha pronosticato che il 20% dei clienti enterprise di VMware “inizierà a fuggire” nel prossimo anno.

Per rassicurare clienti, partner e investitori, pochi giorni fa, all’evento VMware Explore a Barcellona, il CEO di Broadcom, Hock Tan, è salito sul palco e ha fatto tre promesse (ne abbiamo scritto in dettaglio qui):

Innovazione: accelerare la ricerca e sviluppo di VMware

Investimenti nell’ecosistema, per aiutare i partner ad aiutare i clienti

Operation: semplificare l’esperienza dei clienti nella relazione con VMware e con i suoi prodotti

Tre promesse piuttosto generali, che ovviamente sono state molto commentate da analisti e addetti ai lavori. CRN cita per esempio un partner VMware (non nominato) secondo cui grandi fusioni come queste, in cui ci si aspettano tagli nei team di vendita e razionalizzazioni dei costi, aumentano le opportunità per i partner, a cui i clienti guardano per capire cosa sta succedendo, e per avere un supporto concreto nelle confuse fasi della transizione.

A conferma, CRN cita anche altri partner e analisti secondo cui Broadcom sacrificherà il direct accounting (l’assegnazione di un commerciale di riferimento per ogni cliente): secondo questi pareri, soltanto i primi 500 clienti conserverebbero un direct account, mentre gli altri verrebbero affidati al canale, con una spinta molto più forte per le vendite tramite cloud marketplace.

Altro grande punto interrogativo su cui si è speculato in questi 19 mesi, ma che a questo punto riceverà presto risposte, riguarda il top management di VMware: resterà quello attuale o verrà sostituito? Come parte dell’accordo, Broadcom ha stanziato 169,5 milioni di dollari per eventuali buonuscite. Gli attuali top manager, a cominciare dal CEO Raghu Raghuram, hanno sempre declinato qualsiasi richiesta di commento su questo punto.