Intel è stata sanzionata lo scorso venerdì con una multa di 400 milioni di dollari da parte della Commissione europea in un caso di antitrust che si trascina da vent’anni. Questa sentenza segna infatti l’ultimo capitolo di una “saga” legale i cui primi passi risalgono ai primi anni 2000 e dimostra l’impegno dell’UE nel mantenere una concorrenza leale nel mercato.

La sentenza finale dei giorni scorsi è arrivata dopo una multa iniziale di 1,45 miliardi di euro inflitta a Intel nel 2009 per la stessa infrazione e ruota attorno alle accuse secondo cui Intel avrebbe intrapreso pratiche anticoncorrenziali per soffocare la concorrenza di Advanced Micro Devices (AMD), il suo principale concorrente nel mercato dei chip per computer.

Al centro del caso c’erano due principali accuse contro Intel:

  • Ribassi ai produttori di computer: Intel è stata accusata di fornire ingenti ribassi a importanti produttori di PC con la condizione che questi acquistassero la maggior parte delle CPU x86 da Intel. Si sostiene che questi ribassi fossero utilizzati per scoraggiare gli stessi produttori dall’utilizzare i chip di AMD.
  • Accordi di esclusività: Intel è stata anche accusata di stipulare accordi di esclusività con diversi produttori di PC; accordi per i quali i produttori limitavano o escludevano l’uso dei processori AMD nei loro prodotti.

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La Commissione europea ha sostenuto che queste pratiche costituivano un abuso della posizione dominante di Intel nel mercato e che ostacolavano la concorrenza nel mercato delle CPU x86. Intel, dopo la multa del 2009, aveva presentato ricorso contro la decisione, dando inizio a un lungo processo legale. Nel 2014, la Corte Generale dell’Unione Europea annullava una parte significativa della multa, citando errori nella decisione della Commissione. Il caso fu quindi rimandato alla Corte Generale, dando luogo a ulteriori battaglie legali.

Ora, più di due decenni dopo le denunce iniziali (il tutto nasce da una prima denuncia di AMD nel 2000), la Commissione europea ha emesso una nuova decisione, infliggendo a Intel una multa di 400 milioni di dollari (circa 376 milioni di euro).

In risposta alla sentenza della Corte, Intel ha dichiarato che sta prendendo tempo per valutare le sue opzioni. L’azienda ha dichiarato: “Stiamo analizzando la decisione e l’importo della multa per determinare le possibili basi e prospettive di successo di un appello alla Corte europea”. Intel ha sempre sostenuto che le sue pratiche commerciali sono state legittime e che sono state messe in atto per fornire benefici agli utenti grazie a prezzi più bassi e prodotti migliori.