Secondo Assintel le misure di sostegno del Governo finora sono servite a ben poco alle imprese italiane del settore ICT, oltre la metà delle quali è in sofferenza. Le aspettative per il 2021 sono positive, ma per far sì che si concretizzino l’associazione chiede alla politica interventi più incisivi riguardo a costo del lavoro, disponibilità di liquidità, formazione e sburocratizzazione.

Sono i concetti principali emersi da Assintel Report Reloaded, evento phigital interattivo in cui la community ICT si è confrontata con le istituzioni regionali e le filiere della Domanda nella sala immersiva di MEET, il nuovo centro internazionale di cultura digitale con il supporto di Fondazione Cariplo. Main sponsor del progetto è Intesa Sanpaolo, sponsor CFMT, partner istituzionale Confcommercio.

Assintel ha fatto presente che la sua platea associativa è formata per la maggior parte da micro, piccole e medie imprese italiane del settore ICT, e che nei primi 9 mesi dell’anno meno della metà ha gestito al meglio le difficoltà (il 18,5% crescendo di fatturato, il 24% restando stabile), il che significa che il restante 57,5% è in sofferenza. A poco sono servite le misure economiche di sostegno alle imprese via via messe in campo dalle istituzioni: solo il 14% vi ha fatto ricorso, e le reputa adatte alla propria situazione.

Le previsioni sul 2021 però sono ottimistiche: per il 58,4% sarà in miglioramento, solo l’8,6% prevede un peggioramento, e molte intendono investire, in primis nello sviluppo di business e nella ricerca (57,6%). Dati coerenti con quelli di IDC Italia (mercato ICT italiano in calo del 2% nel 2020, ripresa lenta nel 2021 e più marcata nel 2022, fino a superare il +3%), e con quelli di Anitec/Assinform, di cui abbiamo parlato qui.

Ma le richieste al Governo sono precise: la metà delle aziende è concorde nel chiedere interventi sul costo del lavoro, un’azienda su quattro chiede incentivi alla ricerca e sviluppo. Ed è raccogliendo gli spunti reali delle imprese associate che Assintel ha proposto alle Istituzioni il suo programma “Oltre”. Eccolo in 5 punti:

1) Abbattere il costo del lavoro per incentivare l’innovazione: decontribuzione totale per 5 anni sulle nuove assunzioni in ambito ricerca e sviluppo senza plafond e abbassamento del cuneo fiscale delle risorse già assunte.

2) Finanziare la riprogettazione del business rendendo disponibile liquidità reale. Assintel chiede qui tra l’altro di rivoluzionare l’approccio ai bandi, favorendo la compresenza di fornitori, fruitori e associazioni di categoria, con particolare riferimento alle MPMI (micro, piccole e medie imprese); rendere automatico il finanziamento anticipato degli investimenti da parte delle banche a fronte dell’assegnazione di fondi a seguito della partecipazione ai bandi; inserire la cessione del credito anche per le attività di Ricerca e Sviluppo.

3) Mettere a sistema i territori, le istituzioni e le associazioni, cioè creare tavoli permanenti a livello regionale e nazionale, integrando i lavori con le associazioni di categoria, che fanno da interpreti e catalizzatori delle esigenze delle aziende sul territorio; e favorire la creazione di ecosistemi domanda-offerta che valorizzino le filiere del Made in Italy valorizzando le MPMI, che rappresentano il 99% delle aziende Italiane.

4) Favorire gli investimenti in competenze digitali, ovvero tra le altre cose incentivare economicamente gli studi nei percorsi STEMA, e creare programmi di studio allineati con le richieste del sistema aziendale.

5) Sburocratizzare ed efficientare attraverso il digitale il rapporto tra Pubblica Amministrazione e imprese, e cioè tra l’altro completare l’interoperabilità delle banche dati per semplificare la relazione fra impresa e PA, e rendere totalmente digitali tutti i servizi che la PA eroga alle imprese sia a livello nazionale che locale.