Gli impatti sul settore ICT, e sul suo canale di vendita indiretto, dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia saranno pesanti, sia ovviamente all’interno dei due paesi direttamente coinvolti, sia in Europa e nel resto del mondo. Lo sostiene la società di ricerca Canalys nel report “Assessing the impact of Russia’s assault”, che evidenzia in particolare 6 principali impatti della guerra in corso da due settimane sulle vendite di prodotti e servizi ICT.

Il collasso del rublo e l’impennata dei tassi di interesse della Banca Centrale russa (al momento al 20%), si legge nel report, stanno producendo immediati aumenti dei prezzi di beni e servizi in Russia, limitando le possibilità di acquisto dei consumatori. Le sanzioni dei paesi occidentali sull’export di prodotti tecnologici – semiconduttori, e in parte software e prodotti di computing e telecom, ma limitazioni sono allo studio anche per gli smartphone – stanno colpendo i vendor con attività commerciali in Russia e i loro partner di canale, e i vendor russi con presenza internazionale: Canalys cita come esempio Kaspersky.

Disservizi, ritardi e indisponibilità si stanno estendendo prima di tutto all’Europa orientale, impattando distributori e altri player di canale tra cui ALSO, AB Group, Asbis, Elko.

Non tutti gli impatti però saranno negativi, continua il report: sono probabili crescite in ambiti tecnologici come difesa e cybersecurity, e la spinta a ridurre la dipendenza da gas e petrolio russo favorirà l’industria delle energie rinnovabili. Nel breve termine, però, regneranno interruzioni, disservizi, discontinuità e volatilità. Ma ecco in dettaglio gli impatti più importanti secondo Canalys.

1) I vendor ICT occidentali ridurranno o chiuderanno le attività commerciali in Russia nel breve termine

Abbiamo letto negli ultimi giorni gli annunci in questo senso di decine di vendor, tra cui Accenture, Apple, Cisco, Dell, HP, HPE, Oracle e SAP. Quelli che non intraprendono questo passo, scrive Canalys, saranno sempre meno in sintonia con l’opinione pubblica. Le vendite e le consegne in Russia registreranno un sostanziale calo in questo trimestre e potenzialmente anche dopo, a causa di prezzi e tassi d’interesse in aumento, sanzioni, restrizioni sulle importazioni, interruzioni delle supply chain e limiti delle disponibilità di finanziamento da parte delle banche russe. Gli investimenti degli enti pubblici russi e delle imprese di proprietà statale – che sono il principale driver del mercato ICT russo – saranno significativamente ridotti nei prossimi trimestri, e anche la capacità di spesa delle PMI e dei consumatori sarà duramente colpita.

2) La Russia si rivolgerà a Est per accedere alle tecnologie

Date le sanzioni dei paesi occidentali, ci si attende che la Russia si rivolga alla Cina per mantenere l’accesso almeno alle tecnologie chiave. Secondo Canalys un vendor che trarrà vantaggio da questa situazione è Huawei, già danneggiato a sua volta dalle sanzioni commerciali in occidente. La situazione è più complessa per altri player come Lenovo, OPPO e Xiaomi, che hanno porzioni significative del loro business in occidente e strategie di crescita in USA e/o Europa, e che conformandosi alle sanzioni occidentali verso la Russia corrono il rischio di contrariare il governo cinese.

“Al momento in cui scriviamo – si legge nel report, che è datato 4 marzo – Lenovo, che genera la maggioranza del suo fatturato fuori dalla Cina, secondo alcune fonti ha già interrotto le consegne in Russia, ma non ha ancora preso posizione ufficialmente, mentre i produttori di smartphone Xiaomi e OPPO non hanno ancora interrotto le consegne ma se non lo fanno possono danneggiare le loro opportunità di crescita internazionale”.

Quanto alla Cina, anche se intende supportare l’industria tecnologica russa, la sua attività commerciale potrebbe comunque essere limitata dalle restrizioni all’import, mentre il divieto di esportare semiconduttori in Russia potrebbe spingerla ad aumentare la sua autonomia nella produzione di questi componenti.

3) I cyber attacchi di entrambe le parti aumenteranno in modo massivo

Il conflitto in Ucraina è la più cruda dimostrazione nella storia del ruolo delle “cyberguerre”, sottolinea Canalys. “La Russia a quanto pare ha anticipato l’invasione con un massivo insieme di cyberattacchi coordinati alle infrastrutture e ai sistemi finanziari e pubblici ucraini, estendendoli anche a target occidentali a fini di destabilizzazione e ritorsione per le sanzioni”.

La Russia, prosegue il report, potrebbe continuare ad attaccare informaticamente infrastrutture critiche (centrali di produzione energia, acquedotti, reti di trasporto), anche come alternativa a rischiose operazioni militari. Nel contempo sono aumentati i cyberattacchi verso target russi, sia su mandato dei governi che da parte di attivisti indipendenti, e l’Unione Europea ha messo insieme un team di cyber-esperti per contrastare gli attacchi russi.

L’industria cybersecurity è una delle beneficiarie di questa crisi, il suo ruolo non è mai stato così importante, con forte domanda soprattutto per tecnologie come managed detection e incident response (un ambito di estrema attualità, come dimostra l’acquisizione annunciata proprio ieri della specialista Mandiant da parte di Google per 5,4 miliardi di dollari, ndr)”.

4) I consumatori, il retail e i canali B2B in Russia subiranno impatti devastanti

I system integrator e i canali di reseller in Russia, fortemente dipendenti dagli investimenti del settore pubblico e delle grandi aziende, subiranno un collasso delle vendite nei prossimi trimestri, avverte Canalys, a causa del micidiale mix di aumento dei prezzi e tassi di interesse, scarsità di scorte, collasso del rublo, e blocco dei sistemi di pagamento come Visa, Mastercard, Google Pay e Apple Pay.

Questo limiterà fortemente la liquidità nel canale e colpirà duramente anche i consumatori, e quindi anche i retailer russi, già severamente danneggiati dalla pandemia, e i distributori. Canalys cita il caso di Merlion, il più grande distributore russo, il cui fatturato dipende in alta proporzione dai retailer oltre che dalla sua catena retail di proprietà, che ha Apple come fornitore principale e HP e Dell Technologies che rappresentano significative fonti di entrate.

5) I cripto-pagamenti registreranno un forte aumento in Russia

La quotazione del bitcoin è già aumentata dall’inizio della guerra, perché aziende e consumatori russi ricorrono alle criptovalute per sostituire il contante che manca. Questo potrebbe però durare poco, sottolinea il report, perché i regolatori USA ed europei stanno monitorando attentamente i criptopagamenti. Intanto anche i sistemi di pagamento cinesi come Alipay e Wechat potrebbero trarre vantaggi in Russia dal blocco di quelli di origine occidentale.

6) La crisi della supply chain mondiale peggiorerà ulteriormente

Proprio mentre si cominciavano a vedere i primi segnali di miglioramento della crisi dei chip, questa guerra minaccia di provocare un grave passo indietro: l’Ucraina infatti è il più importante produttore mondiale di neon, un gas fondamentale nella produzione dei semiconduttori. Altri fattori negativi per i processi di supply chain, in particolare per le consegne di prodotti ICT al canale europeo, sono l’aumento del prezzo dei carburanti e le possibili ripercussioni della guerra sulla ferrovia Transiberiana, utilizzata soprattutto negli ultimi anni come alternativa economicamente conveniente ai voli aerei in Asia. Un immediato beneficio di questa situazione per l’area EMEA invece, sottolinea Canalys, è che i prodotti ICT destinati al mercato russo possono essere riallocati, a beneficio dei player di canale europei, mediorientali e africani.

La crisi in Ucraina provoca forte incertezza e danni economici, conclude Canalys, ma ha anche unito nella reazione, come mai prima, una vasta parte del mondo. Quanto alla Russia, “nel lungo termine, anche se Putin cadrà, il conflitto minerà a lungo la capacità della Russia di attrarre i principali vendor tecnologici, e anche gli investitori valuteranno con estrema cautela nuovi impegni in Russia nel futuro”.