Negli ultimi anni HP ha attraversato un periodo di trasformazione e riorganizzazione che poche aziende hanno subìto: oltre alla divisione in due entità indipendenti che ha portato alla creazione di HP Inc e Hewlett Packard Enterprise, da quest’ultima si sono staccate costole che – attraverso operazioni di spin-off and merge – hanno portato alla creazione di DXC (fusione di HP Enterprise Services con Computer Sciences Corporation) e la fusione della divisione Software con Micro Focus.

Per il Presidente e AD di HPE Italia Stefano Venturi “siamo finalmente oltre il periodo di incertezza sui destini di HP, che ora può finalmente focalizzarsi sul suo core business: fornire alle aziende il necessario per costruire e innovare la propria infrastruttura IT”. Nella conferenza stampa tenutasi a margine dell’evento HPE Summit, Venturi afferma che “l’incertezza era soprattutto all’esterno: internamente la direzione era molto chiara, ma – per ovvi motivi – la comunicazione pubblica dei cambiamenti ha dovuto seguire i tempi graduali e i modi formali tipici delle società quotate in borsa”.

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Per costruire infrastrutture IT moderne, oltre all’hardware servono ovviamente competenze e progettualità, che HPE eroga ai clienti sopratutto attraverso la sua rete di partner, e arriva alle aziende client anche attraverso la creazione degli Innovation Lab, una rete di centri di innovazione tecnologica a disposizione delle aziende, la cui diffusione sul territorio è stata superiore alle più rosee aspettative. “Se si vuole accelerare la ‘messa a terra’ delle nuove tecnologie nella società bisogna lavorare con partner focalizzandosi su quelli a maggior valore aggiunto. Quel che facciamo è invitarli ad acquisire le competenze, aiutandoli nella formazione e costruendo con loro progetti come gli Innovation Lab”, prosegue Venturi.

Super 6: le sei priorità di HPE

delgrosso-hpe-summitRivolgendosi al pubblico di partner di canale nella sessione plenaria dell’HPE Summit, il Channel & Alliance Sales Director Paolo Delgrosso aveva poco prima delineato le sei maggiori opportunità di business identificate da HPE a livello Globale (per un valore complessivo di 87 miliardi di dollari), e sulle quali si concentrerà lo sforzo nel prossimo anno anche in Italia:

1. EaaS – Everything as a Service

La trasformazione del business IT dalla vendita di prodotti all’erogazione come servizi, anche ibridi, identificati nell’offerta Pointext e anche con tariffazione pay-per-use (HPE GreenLake).

2. Intelligent Edge

Tra le sfide legate all’esplosione della raccolta dei dati, c’è quella della loro trasmissione a una struttura centrale, sia essa il data center o il cloud. Per ridurre il carico da trasferire e velocizzare la risposta dell’elaborazione, la soluzione di tendenza è l’Edge Computing, una pre-elaborazione e riduzione dei dati a livello periferico, che secondo IDC rappresenterà nel prossimo futuro il 43% dei dati delle aziende.

3. Blade Plus

Ci sono ancora ottime opportunità per le nuove soluzioni Blade per data center, o per aggiornamento di sistemi preesistenti.

4. Gen 10 transition

Sostituzione di hardware obsoleto e nuovi progetti basati sui server HPE Generation 10, che aggiungono funzioni specifiche di sicurezza, in un momento in cui le aziende hanno capito che gli attacchi sono un costo, e la sicurezza un valore.

5. Storage to flash

Siamo alla terza ondata di rinnovo tecnologico per quanto riguarda lo storage flash (qui i recenti annunci delle soluzioni HPE Nimble Storage).

6. Shift to software defined

Lo spostamento verso architetture software defined e Hyper Converged Infrastructure è una delle principali tendenze in atto nei data center, e – per Delgrosso – l’Italia è tra i paesi più adatti a questo tipo di tecnologia, che permette di partire con un investimento iniziale molto basso (pochi server Simplivity), e scalare alla bisogna aggiungendo nodi al cluster.