L’Oracle CloudWorld 2022, l’evento annuale su tre giorni tenutosi un paio di settimane fa a Las Vegas, è stato per il fornitore l’occasione per annunciare molti sviluppi e novità di prodotto riguardanti praticamente tutta la sua vasta offerta. I manager di Oracle Italia hanno sintetizzato alcuni di questi annunci in un recente incontro con la stampa, introdotto dal VP e country manager Alessandro Ippolito.

“Il CloudWorld di quest’anno si può riassumere con tre parole: trust, partnership e unicità. Per trust intendo la necessità di aziende e organizzazioni, in questo scenario di grandissima complessità, di poter far conto su fornitori che capiscono le esigenze di ciascun cliente rispetto a problemi comuni – supply chain, costi dell’energia, pandemia, aspettative crescenti dei consumatori – e problemi specifici di ciascun settore”.

Problemi specifici a cui Oracle risponde insieme ai partner grazie a soluzioni verticali o sviluppate ad hoc, continua Ippolito, “mentre la parola “unicità” si spiega con la caratteristica di Oracle di essere praticamente l’unico fornitore di applicazioni cloud che è anche fornitore di infrastrutture e piattaforme cloud – e viceversa”.

JP Morgan e FedEx i partner per la B2B Commerce Suite

Un esempio delle soluzioni verticali citate è B2B Commerce Suite, un set di servizi offerti con Fusion ERP Cloud per integrare e automatizzare le transazioni business-to-business tra clienti Oracle, e sviluppati in partnership con JP Morgan e FedEx. Molto in sintesi, la prima porta in dote funzionalità di pagamento e gestione finanziaria, la seconda funzioni di tracking e gestione delle consegne. “L’obiettivo finale è eliminare tutti i passaggi manuali delle transazioni B2B, che su volumi enormi producono enormi rallentamenti”, ha spiegato Giovanni Ravasio, VP & Country Leader Cloud Applications.

Altro annuncio importante al CloudWorld è stato l’apertura della Oracle Applications Platform, per permettere a partner e clienti di sviluppare estensioni e personalizzazioni delle loro suite ERP “con gli stessi tool che sono a disposizione dei nostri team di sviluppo”, sottolinea Ravasio.

Tra questi tool ci sono Redwood UX Building Blocks (un toolkit per modificare e assemblare componenti UX senza dover scrivere codice), una piattaforma di sviluppo low-code, un motore di ricerca e raccomandazioni, un digital assistant e funzioni analitiche.

Analytics, “decisioni più semplici per i business manager, senza ricorrere all’IT”

Un ampio e trasversale insieme di innovazioni di prodotto ha poi riguardato l’ambito analytics, “con l’obiettivo di semplificare l’utilizzo e quindi le decisioni per utenti non tecnici, in primis i business manager”, ha detto Ravasio.

Da sinistra Simona Menghini, Andrea Sinopoli, Giovanni Ravasio e (in collegamento da remoto) Alessandro Ippolito

Da sinistra Simona Menghini, Andrea Sinopoli, Giovanni Ravasio e (in collegamento da remoto) Alessandro Ippolito di Oracle

Più in dettaglio le nuove funzionalità di Oracle Fusion Analytics per le analytics sulle applicazioni cloud CX, ERP, HCM e SCM ora mettono a disposizione dei manager una libreria predefinita di oltre 2000 KPI, dashboard e report basati su best practice, spiega Oracle in un comunicato. Anche le innovazioni in Oracle Analytics Cloud (OAC) sono pensate per migliorare la produttività degli utenti business, riducendo al minimo il coinvolgimento dell’IT: “Nuove ed evolute opzioni di visualizzazione composta semplificano l’interpretazione dei dati; i miglioramenti nell’AI e nel machine learning ampliano le funzionalità di machine learning di Analytics Cloud aggiungendo altri servizi cognitivi di Oracle Cloud Infrastructure (OCI), come per esempio AI Vision, che consente l’elaborazione di informazioni visive”.

Tra gli altri annunci del CloudWorld in ambito applications, Ravasio ha poi citato gli aggiornamenti con nuovi modelli di AI delle verticalizzazioni per 15 settori di Unity, la CDP (Customer Data Platform) di Oracle, e varie soluzioni per l’healthcare, “dove tra l’altro siamo al lavoro – dopo l’acquisizione di Cerner, la più grande nella storia di Oracle, e grazie a partnership con specialisti del settore – per fare una suite che tra l’altro permetta a tutti gli ospedali del mondo di accedere a un database centralizzato di dati sanitari”.

Le novità della beta di Oracle Database 23c

Degli annunci di tipo tecnologico ha invece parlato Andrea Sinopoli, VP & Country Leader Cloud Tech. Sicuramente da evidenziare è la versione beta della lungamente attesa versione 23c di Oracle Database, nome in codice App Simple, che punta a semplificare lo sviluppo applicativo tramite varie innovazioni, come JSON Relational Duality, pensato per risolvere la discrepanza tra rappresentazione dei dati nelle applicazioni e loro archiviazione nei db relazionali.

Altra novità importante è Cloud Alloy, piattaforma infrastrutturale basata su Oracle Cloud Infrastructure (OCI), che permette a partner e clienti di costruire ed erogare servizi cloud personalizzati attraverso i loro data center e sistemi hardware.

“Finora l’adozione del cloud non è andata oltre il 30%, perché non è semplice”

“Alloy è pensata primariamente per service provider, systems integrator e ISV interessati a erogare servizi cloud “white label” con il proprio marchio”, ha detto Sinopoli. Ma è anche indicata per le imprese di settori fortemente regolamentati o soggette a forti vincoli normativi di residenza e protezione dei dati: situazioni in cui Alloy garantisce il controllo su dove risiedono i workload e come sono gestiti.

Alloy fa parte di una gamma di nuove soluzioni di “distributed cloud” che va incontro alla sempre più forte richiesta di flessibilità nell’uso delle risorse OCI, ha spiegato Sinopoli: tra queste due nuove cloud region pubbliche in Europa (Germania e Spagna), e la disponibiltà di MySQL HeatWave in modalità nativa su AWS (e presto anche su Azure).

“L’esigenza operativa di poter spostare i workload cloud si scontra con diversi ostacoli, come sicurezza, governance, regolamentazioni stringenti, sovranità. Oracle risponde a queste esigenze con il distributed cloud di OCI, attraverso le sue componenti di cloud pubblico, Alloy, Dedicated Region, cloud ibrido – comprensivo di Exadata Cloud@Customer, e multicloud”.

In definitiva, conclude Sinopoli, il messaggio del CloudWorld è che Oracle sta aprendo sempre più il suo cloud per andare incontro alle esigenze di gestione multicloud delle organizzazioni utenti.

“Le aziende hanno scelto di non avere un solo partner per il cloud, ma spostare dati e workload da un cloud a un altro non è facile. Le tecnologie cloud sono in uso da 15 anni ma l’adozione non è andata oltre il 30%, perché il passaggio al cloud non è così semplice come sembra. Abbiamo visto due ondate di adozione del cloud, la prima di servizi infrastrutturali, e la seconda a supporto della collaboration. La terza sarà incentrata sulle applicazioni mission critical, ed esploderà entro 24 mesi, anche grazie alla spinta della pubblica amministrazione. E Oracle vuole esserne protagonista”.