Dalla convention di Orlando, che Microsoft dedica ogni anno ai professionisti IT, arriva prima di tutto un’indicazione precisa di quali saranno le prossime sfide per la tecnologia al servizio del business. Le novità presentate sono tante, e le abbiamo descritte qui, ma l’enfasi che la compagnia ha voluto dare ad alcune di queste traccia un cammino per certi versi inedito nella strategia dei piani alti del colosso di Redmond. Una strategia che Satya Nadella ha dovuto nel tempo adattare a molti cambiamenti del contesto, compreso il mancato obiettivo di conquistare una quota significativa del mercato mobile, dimostrando che, a dispetto delle dimensioni, la compagnia è capace di inaspettate doti di agilità. 

frank shaw - ignite 2018

Oggi la prima questione per Frank Shaw, vice presidente corporate, responsabile delle comunicazioni della compagnia, è quella della sicurezza. “Siamo circondati da minacce — ha dichiarato Shaw — Ogni giorno in Microsoft processiamo e analizziamo oltre 6500 miliardi di segnali e impieghiamo a tempo pieno più di 3500 professionisti della sicurezza. […] Blocchiamo 5 miliardi di minacce diverse ogni mese.” Un’esperienza pluri-decennale, quella vantata da Microsoft in questo campo, sulla quale si basa il lancio delle nuove soluzioni, pensate per arginare un problema che IoT ed edge computing hanno accentuato a dismisura, moltiplicando i punti vulnerabili delle reti aziendali. Il primo bersaglio, secondo le statistiche, restano le vecchie password, ormai così numerose che nessun utente, per quanto smaliziato, può dire di gestire senza difficoltà. Per questo a Ignite 2018 il primo annuncio riguarda l’introduzione dell’app Microsoft Autenticator. Si tratta di una soluzione che opera con tutte le app collegate ad Azure Active Directory, a cui consentirà l’accesso senza password, sostituendole con una sicurezza a più fattori, ottenuta combinando l’identificazione dello smartphone con sistemi di riconoscimento biometrici, come impronta o face id, e con l’uso di pin.

La seconda novità degna di nota, sempre in ambito sicurezza, prende il nome di Microsoft Secure Score. Si tratta di un sistema di reporting dinamico destinato alle aziende di livello enterprise. Fornisce valutazioni e raccomandazioni specifiche sulla sicurezza dell’ambiente in cui è attivato. Seguendo le indicazioni che fornisce, i responsabili IT possono, secondo Microsoft, ridurre di 30 volte il rischio di violazioni, lasciando che il sistema agisca, per esempio, attivando l’autenticazione a più fattori per amministratori e client, garantendo l’accesso solo alle applicazioni verificate e disattivando regole di forwarding delle email lato client.

Da Orlando parte anche l’annuncio di una nuova soluzione end-to-end denominata Microsoft Threat Protection. Condensa in un’unica esperienza integrata per MS 365 funzioni di individuazione immediata degli attacchi e auto-remediation. Il sistema combina intelligenza artificiale e ricerca umana per ridurre i tempi di identificazione delle minacce.

Insieme queste soluzioni rappresentano un tentativo di approcciarsi al problema molto più organico e denotano la volontà di Microsoft di accreditarsi presso le aziende come uno dei pochissimi vendor capace di integrare in modo così profondo servizi e sicurezza senza appoggiarsi a soluzioni di terze parti.

Sempre più intelligenza

Proprio sul fronte dell’AI, impiegata anche nella threat protection, si concentra il secondo gruppo di annunci rilevanti della software house di Redmond. Il primo sforzo è stato fatto per supportare i data scientists, di cui le aziende più lungimiranti si stanno via via dotando come figure essenziali per mantenere la competitività. Insieme agli sviluppatori, questi professionisti hanno il compito di addestrare efficacemente, e soprattutto più velocemente possibile, nuovi modelli di AI che si adattino a contesti in continuo mutamento. Per agevolare questa attività c’è ora un servizio Azure Machine Learning significativamente implementato, in cui è stata incorporata la funzione ‘automated machine learning’, che automatizza buona parte dei processi di testing e sviluppo, secondo un percorso che punta a trasformare il servizio in una soluzione end-to-end, dalla programmazione e addestramento del modello al suo deployment. Inoltre il servizio ora integra un Sdk per il linguaggio Python, mettendo a disposizione degli sviluppatori un ambiente che include Visual Studio Code, PyCharm, Azure Databricks e Jupyter. I progettisti potranno quindi scegliere gli strumenti a loro più congeniali senza vincoli, abilitando funzioni come il distributed deep learning.

Dall’evento di Orlando parte anche una nuova classe di applicazioni pronte, che integrano l’intelligenza artificiale nell’offerta di soluzioni Dynamics 365, integrabili anche con Microsoft BI. Le prime soluzioni sono Dynamics 365 AI for Sales, che aiuta gli addetti alle vendite a identificare i migliori affari e ne analizza le performance, Dynamics 365 AI for Customer Service, che offre capacità di comprensione del linguaggio naturale per migliorare la customer experience e ottimizzare i costi e l’efficienza dei servizi di supporto alla clientela, e Dynamics 365 AI for Market Insights, dedicato ai team che si occupano di marketing e social media per aiutarli ad analizzare le tendenze. Tre soluzioni capaci di mettere a disposizione delle aziende le capacità dell’AI senza avere competenze specifiche in quest’ambito e senza dover scrivere una riga di codice.

mixed reality hololens

Mixed reality out-of-the-box

Il terzo ambito verso cui Microsoft si sta muovendo finalmente con concretezza, è quello della realtà aumentata. Le decantate potenzialità degli Hololens, potevano essere finora fruttate solo da aziende motivate e innovative, disposte a investire nella creazione di soluzioni pionieristiche. Per questo non si può che salutare con favore l’annuncio di due soluzioni pronte per applicazioni di realtà aumentata, del cui lancio abbiamo parlato qui. Anche in questo caso si tratta di applicazioni Dynamics 365, denominate Remote Assist e Layout. La prima consente di assistere e informare a distanza un tecnico che opera sul campo, che può quindi ricevere istruzioni su ciò che vede mantenendo le mani libere di operare. La seconda aiuta a organizzare una fabbrica, un ufficio o un’area commerciale spostando virtualmente macchinari e strutture con semplici gesti, osservando l’effetto dei cambiamenti direttamente sul posto. Un video che ne dimostra le potenzialità è reperibile qui.

Il lancio di queste applicazioni è una novità importante, perché abbatte i costi di sviluppo, attualmente molto impegnativi, di applicazioni di mixed reality, rendendole appetibili per una platea di aziende molto più ampia. Segna sicuramente l’inizio di una strada del tutto nuova, un passaggio necessario per archiviare l’era delle scenografiche dimostrazioni e passare, una volta per tutte, ai fatti.