È in corso a San Francisco l’Oracle OpenWorld, uno dei pochi eventi di massa del mondo IT: nella città californiana, che ha meno di 900mila abitanti, sono confluiti 60mila partecipanti alla kermesse di Oracle, e il Comune come ogni anno ha avvertito la popolazione di aspettarsi grandi affollamenti e circolazione molto difficile nel centro città.

All’evento come sempre gli annunci sono moltissimi, ma questa edizione 2019 ha senza dubbio un tema unificante, e cioè l’integrazione di sempre più automazione e AI (artificial intelligence) in tutte le soluzioni Oracle. Un elemento che è presente in tutte le novità più importanti finora presentate, tra cui Autonomous Linux, Oracle Business Network, e il potenziamento dei Digital Assistant nelle applicazioni cloud, oltre che un accordo con VMware in ambito hybrid cloud.

“Il primo OS autonomo in cloud al mondo”

Ma vediamo questi annunci più in dettaglio. Nel discorso del fondatore Larry Ellison che ha aperto l’OpenWorld il concetto fondamentale è stato l’Autonomous Cloud, basato su due pilastri: Oracle Autonomous Database e Generation 2 Oracle Cloud Infrastructure. “E un database autonomo deve girare su un sistema operativo autonomo”: da qui l’annuncio di Autonomous Linux, definito dagli analisti un attacco a Red Hat, e da Oracle il primo sistema operativo autonomo al mondo che gira in cloud, anzi in Oracle Cloud (non sono previste implementazioni on-premise), pensato per liberare gli utenti dalla gestione manuale, con relativi rischi di errore umano.

Oracle Autonomous Linux infatti si gestisce patch, aggiornamenti (di frequenza quotidiana) e tuning da solo, ed è abbinato a Oracle OS Management Service, un componente cloud infrastrutturale che controlla i sistemi che girano su Autonomous Linux, Linux e Windows. Tra gli altri benefici evidenziati da Oracle ci sono protezione in-depth automatica, con aggiornamenti quotidiani dal kernel Linux e exploit detection con alert automatici, always-on availability, e compatibilità biunivoca con Red Hat Enterprise Linux.

Oracle Autonomous Linux e Oracle OS Management Services sono compresi in Oracle Premier Support senza costi aggiuntivi, e dovrebbero assicurare agli utenti Linux risparmi tra il 30 e il 50%, su un periodo di 5 anni, spiega un comunicato, rispetto a implementazioni analoghe su piattaforme on-premise o di altri fornitori cloud.

Una directory B2B per gli utenti Oracle

Quanto a Oracle Business Network, si tratta di una nuova funzionalità di Oracle Supply Chain Management (SCM) Cloud, ed è interessante perché gli analisti l’hanno paragonata a SAP Ariba. Si tratta in pratica di una piattaforma B2B di aziende utenti Oracle che facilita e automatizza la ricerca di partner commerciali registrati nella directory della piattaforma, e lo scambio di documenti digitali di produzione e logistica, direttamente dall’interno delle Oracle Cloud Applications.

In Oracle Business Network sarà integrato DataFox, un motore di ricerca e aggregatore di informazioni societarie e finanziarie AI-based acquisito da Oracle l’anno scorso, per ridurre al minimo i rischi associati alla scelta di nuovi partner commerciali.

Comandi vocali nel Digital Assistant

Sempre in tema di automazione e AI, un altro annuncio interessante all’OpenWorld è l’aggiunta di comandi vocali AI-based al Digital Assistant già presente nelle applicazioni Cloud enterprise di Oracle, tra cui ERP, HRM, CRM e supply chain. L’assistente virtuale usa tecniche di machine learning e NLP (natural language processing) per capire l’interlocutore umano, ed è progettato soprattutto per automatizzare processi come la gestione delle note spese e l’organizzazione di riunioni. Finora gli utilizzi più frequenti, fa sapere Oracle, riguardano l’interazione con clienti, il self-service dei dipendenti per l’help desk IT, e la gestione delle fatture in Oracle ERP, ma la comunicazione era possibile solo via chat: l’aggiunta della voce secondo Oracle aumenterà e faciliterà l’uso del Digital Assistant. Secondo Gartner, entro due anni un digital worker su 4 interagirà quotidianamente con un assistente virtuale sul lavoro.

Carichi di lavoro VMware su Oracle Cloud

Infine l’accordo con VMware riguarda l’hybrid cloud, e precisamente la possibilità di far girare VMware Cloud Foundation su Oracle Cloud Infrastructure, e quindi di migrare facilmente carichi di lavoro VMware vSphere nella Oracle Generation 2 Cloud Infrastructure da consolle di amministrazione VMware. Oracle inoltre per la prima volta fornirà supporto tecnico ai clienti che utilizzano software Oracle in ambienti VMware, sia on-premise, in data center proprietari, sia in ambienti cloud certificati Oracle.

Con questo annuncio Oracle diventa un partner nel VMware Cloud Provider Program, e la soluzione Oracle Cloud VMware Solution sarà venduta da Oracle e dalla sua rete di partner. La soluzione sarà basata su VMware Cloud Foundation e prevede uno stack completo di software-defined data center (SDDC), che comprende VMware vSphere, NSX, e vSAN.