Esprinet ha annunciato i risultati dei primi nove mesi del 2021, e ha presentato il Piano Industriale 2022-2024, che prevede l’entrata nel mercato Renting come prima fase di una transizione verso un modello di business di “full service provider” per il suo ecosistema di 650 vendor e 31.000 rivenditori.

Primi 9 mesi 2021: fatturato +9%, ebitda +39%

Cominciando dai risultati, tra gennaio e settembre 2021 Esprinet ha fatturato 3211 milioni di euro (+9%, di cui +4% organico e il resto dovuto alle acquisizioni di GTI, Dacom e idMaint), con Ebitda adjusted di 57,9 milioni (+39%), utile netto di 28,6 milioni (+64%), e posizione finanziaria netta negativa per 200,8 milioni (nei primi 9 mesi 2020 era negativa per 14,5 milioni). Numeri quindi tutti in crescita, anche se il terzo trimestre ha visto cali sia del fatturato (974 milioni, -13%), sia dell’utile netto (6,5 milioni, -33%).

Tutto questo in linea con il mercato di riferimento (distribuzione ICT in Italia, Spagna e Portogallo), che secondo Contextnei primi 9 mesi del 2021 è cresciuto del 9%, nonostante una decisa flessione in estate (soprattutto in Italia: luglio -11%, agosto -8% e settembre +1%) in un quadro di perduranti difficoltà di approvvigionamento.

“Il terzo trimestre dell’esercizio in corso conferma l’ottima performance del Gruppo”, commenta in un comunicato Alessandro Cattani, Amministratore Delegato di Esprinet. “I risultati dei primi 9 mesi del 2021 sono frutto di due fattori: la crescita organica, spinta anche dai primi investimenti in infrastrutture IT legati ai piani di trasformazione digitale dei governi, e l’eccellente contributo delle acquisizioni in ambito Advanced Solutions (l’offerta di soluzioni ICT per le aziende, ndr). Dopo aver ottimizzato il capitale circolante, negli ultimi trimestri ci siamo focalizzati sull’aumento della profittabilità, anche accelerando la transizione del business verso la distribuzione a valore aggiunto di Advanced Solutions, cresciute del 60% a oltre 600 milioni di euro, e delle soluzioni Cloud che registrano un +414% rispetto al 2020, superando i 100 milioni”.

Alla luce di quanto sopra, continua Cattani, “in presenza di una domanda estremamente robusta, con ordini notevolmente superiori al budget e all’analogo periodo del 2020, ma tenuto conto delle difficoltà nella logistica globale e delle carenze nella disponibilità di prodotto, alziamo le stime di redditività per il 2021 a 83 milioni di euro di Ebitda Adjusted atteso, rispetto ai precedenti 80 milioni”.

Dal 2025 aumenti di redditività di decine di milioni l’anno

Come accennato, Esprinet ha anche presentato il suo Piano Industriale 2022–2024, che ha come obiettivo la costruzione delle condizioni per portare il Gruppo verso un modello di business “Full Service Provider”, con redditività di un ordine di grandezza superiore a quelli della distribuzione tradizionale e vendite sempre più basate su “subscription”, e quindi ricorrenti e più facilmente prevedibili e ripetibili.

Questa evoluzione strategica sarà inizialmente incentrata sull’ingresso nel settore del noleggio operativo (“Renting”) a fianco della tradizionale attività distributiva del Gruppo, che continuerà, precisa il comunicato, a restare una componente imprescindibile del modello di business complessivo. Anche perché, per l’intrinseca struttura del modello Renting, con contratti di durata tipicamente triennale, gli effetti pieni del nuovo modello, con aumenti della redditività quantificabili in decine di milioni di euro all’anno, si registreranno a partire dal 2025, e cioè oltre il periodo di questo piano (2022-2024).

Il Piano Industriale, fa sapere Esprinet, si basa su alcuni fattori che stanno impattando favorevolmente il mercato della tecnologia e le economie in generale: la crescita dell’economia attesa nei paesi in cui opera il Gruppo – Italia, Spagna e Portogallo – anche grazie al Next Gen EU e dai piani locali di ripresa e resilienza, la diffusione dei modelli di business basati su consumption e subscription, la transizione ecologica delle economie, e il ripensamento da parte dei distributori ICT del proprio ruolo alla luce di questi fenomeni, con evoluzione da puri operatori logistici e di credito a operatori a valore aggiunto in grado di fornire anche servizi di marketing digitale e di demand generation per esempio nell’area Cloud, con conseguente aumento della redditività potenziale.

I due vettori di crescita del piano 2022-2024

Per questi motivi, il Piano Industriale 2022–2024 si articola su due vettori di crescita e sviluppo:

1) La crescita organica dello storico modello distributivo transazionale, con una forte spinta evolutiva verso un ruolo maggiore di distribuzione a valore aggiunto in particolare nelle aree a più alto margine: Advanced Solutions, Cloud, e accessori consumer a marchio proprio (Nilox e Celly);

2) Il lancio di una nuova divisione specializzata nella fornitura di soluzioni di noleggio operativo (“Renting”) all’ecosistema dei rivenditori e produttori di IT e Consumer Electronics.

Nel periodo del piano il Gruppo conta di continuare la politica di acquisizioni nelle aree attualmente presidiate dal Gruppo, anche se si inizierà a valutare con più attenzione l’investimento in altre aree quali il Nord-Africa, dove Esprinet ha già una piccola presenza, ed il resto dell’Europa con investimenti mirati nelle aree di prodotto ad alto margine.

Gli obiettivi del Piano Industriale prevedono nel 2024 ricavi superiori a 5,6 miliardi di euro (la previsione per il 2021 è di 4,6 miliardi) e un Ebitda Adjusted superiore a 125 milioni, con il business del Renting che nella sua fase di avvio contribuirà a tale risultato con 5 milioni.

Obiettivo aumentare la redditività del 50% nei prossimi 3 anni

“Siamo orgogliosi di presentare un Piano Industriale ambizioso che guarda al 2024 e oltre”, ha commentato Cattani. “Non solo prevediamo un aumento di circa il 50% della redditività del Gruppo nei prossimi tre anni, ma gettiamo un ponte fra l’attuale modello di business puramente distributivo e quello di Full Service Provider al servizio dell’ecosistema di Vendor e Reseller che immaginiamo per il futuro di Esprinet. Dal 2024 in avanti il Gruppo avrà una doppia anima, distributiva a valore aggiunto da un lato e di servizio all’ecosistema IT dall’altro, con profili di volumi di vendite e marginalità completamente diversi ma al contempo sinergici”.

Si tratta, conclude l’AD di Esprinet, “di un passaggio storico per il nostro Gruppo, dopo la trasformazione in multinazionale avvenuta nel 2005, e segna l’inizio della capitalizzazione del patrimonio di competenze finanziarie e di relazioni con oltre 650 produttori e 31.000 rivenditori per appropriarci di quote crescenti di valore aggiunto al fine di meglio servire i nostri mercati di riferimento e creare valore per i nostri azionisti”.