Il mercato della cybersecurity è certamente uno dei più dinamici in ambito tecnologico: tutti gli addetti ai lavori hanno una percezione almeno vaga del gran numero di startup che si affacciano continuamente alla ribalta, e delle molte operazioni di diversificazione e acquisizione da parte dei vendor più affermati per mantenersi competitivi.

È però difficile trovare dati precisi sul numero e sulle caratteristiche degli operatori di cybeersecurity: per questo è molto interessante un recente blog post della società di ricerca Canalys, che fornisce stime aggiornate di diversi dati chiave di questo mercato. Ne citiamo solo alcuni, rinviando direttamente al post di Canalys per una trattazione più completa.

Per cominciare, Canalys quantifica in oltre 2500 i fornitori specializzati in cybersecurity attivi in tutto il mondo, di cui la maggior parte sono piccole realtà a capitale privato.

In un’analisi dello scorso gennaio Canalys attribuiva alla cybersecurity nel mondo una crescita tra il 6,6% e il 10%, e un valore tra i 57,7 e i 60,2 miliardi di dollari.

Un mercato quindi in grande salute, ma ciononostante l’opinione più diffusa tra gli operatori e le aziende utenti è che l’affollamento e la frammentazione siano eccessivi, scrive nel post Alex Smith di Canalys. Troppi vendor troppo piccoli per essere competitivi nel lungo termine, e troppe soluzioni non compatibili e in parte sovrapponibili. Ma d’altra parte la varietà e la diversità sono vitali per la competizione e quindi per l’innovazione, aiutano a rispondere più in fretta a sempre nuove minacce, e rendono la vita più difficile ai cybercriminali.

Se guardiamo la collocazione geografica delle sedi dei vendor, il mercato cybersecurity è uno dei più globali: i vendor censiti da Canalys hanno sede centrale in più di 50 paesi diversi di  tutti i continenti. Gli USA come in molti altri ambiti tecnologici hanno la più alta concentrazione: oltre il 57% dei vendor di cybersecurity secondo Canalys hanno il quartier generale negli Stati Uniti, e i più grandi sono Cisco, Palo Alto Networks, e Fortinet.

Israele per ragioni storiche è sempre stato all’avanguardia in questo campo, e come prevedibile è il secondo paese per numerosità di vendor di cybersecurity. Quasi l’11% di essi ha sede centrale nei suoi confini: il più grande è Check Point.

Il terzo “hub” al mondo per il mercato cybersecurity è poi il Regno Unito, dove ha sede quasi il 9% dei vendor: il più grande è Sophos. Seguono al quarto posto il Canada con il 3,3% dei vendor e al quinto la Germania con il 2,8%.

La parola “globale” è molto spesso usata a sproposito, ma non in questo caso. Secondo l’analisi di Canalys infatti tra i paesi con oltre l’1% di fornitori di cybersecurity ci sono anche Francia, Cina, Corea del Sud, India e Australia.

I primi 10 paesi per numero di vendor sono quindi sparsi in 4 continenti. E l’Europa emerge molto più che per altri ambiti dell’IT, con numerosi vendor affermati – il post cita Acronis, Avast, Avira, Bitdefender, ESET, F-Secure e Kaspersky – e con la UE che ha un’attiva politica di creazione di opportunità di crescita e di finanziamento per la nascita delle startup e la crescita dei vendor già attivi.

Canalys evidenzia anche un’altra caratteristica peculiare dell’ecosistema cybersecurity: l’età media molto bassa.

Circa un vendor attivo su 3 (32,5%) è stato fondato negli ultimi 5 anni, meno del 14% ha oltre 20 anni, e ogni anno nascono dalle 150 alle 180 startup. Ovviamente non tutte riescono ad acquisire con il tempo la massa critica necessaria a rimanere competitive, e infatti come tutti i mercati molto dinamici l’ambito cybersecurity è caratterizzato come si accennava all’inizio da molte operazioni di fusione e acquisizione: più di 100 all’anno secondo Canalys.