Meta ha lanciato Threads, un’app di microblogging che strizza chiaramente l’occhio a Twitter e che è già disponibile per iOS negli USA; a breve dovrebbe arrivare anche in altri Paesi, mentre non si sa ancora nulla su una versione per Android. L’app consente agli utenti di conservare i follower di Instagram e di mantenere lo stesso nome utente e rappresenta una sfida diretta a Twitter, che ha affrontato non poche controversie da quando Elon Musk ha acquistato l’azienda per 44 miliardi di dollari nel 2022 (qui gli ultimi sviluppi dei giorni scorsi).

Se è vero che siti di microblogging alternativi, come Mastodon e Blue Sky, hanno registrato un notevole aumento di utenti dopo l’acquisizione da parte di Musk, nessuno dei due è stato davvero in grado di sfidare Twitter. Instagram però ha già centinaia di milioni di utenti registrati e anche per questo Threads rappresenta una minaccia credibile per Twitter sotto la guida di Musk, i cui tentativi di aumentare le entrate e di rimodellare la piattaforma a sua immagine e somiglianza sono stati oggetto di aspre critiche.

“Threads è il luogo in cui le comunità si riuniscono per discutere di tutto, dagli argomenti che ti interessano oggi a quelli che saranno di tendenza domani”, si legge nella descrizione sull’App Store. “Qualunque cosa ti interessi, puoi seguire e connetterti direttamente con i tuoi creatori preferiti e con altri che amano le stesse cose, oppure creare un tuo fedele seguito per condividere con il mondo le tue idee, le tue opinioni e la tua creatività”.

meta threads

Sebbene Threads sia strettamente collegata a Instagram, è un’applicazione indipendente. Gli utenti possano mettere Mi piace, commentare, postare e condividere i post. Gli screenshot dell’App Store mostrano anche che è possibile scegliere il pubblico a cui rispondere ai propri post: tutti, le persone che si seguono o solo quelle menzionate nel post.

In alcune slide trapelate recentemente da un briefing con alcuni creator, Meta ha affermato che Threads avrebbe supportato ActivityPub, il protocollo open di social networking su cui è basato Mastodon e molti altri servizi del cosiddetto “fediverso”, anche se al momento non è possibile confermare la cosa con assoluta certezza.

Se da un lato il fatto che Meta abbracci ActivityPub può essere una buona notizia (il colosso social di Mark Zuckerberg ha sufficiente potenza di fuoco per assorbire un alto numero di utenti), dall’altro lato quando una grande azienda abbraccia uno standard aperto (proprio come ActivityPub) spesso finisce per controllarlo o addirittura sabotarlo, come fatto da Microsoft alla fine degli anni Novanta con IE e le tecnologie web (ricordate la strategia Embrace, Extend, Exterminate?).

Quello che è incontestabile invece è che le applicazioni collaterali di Meta non hanno sempre avuto successo. Basti pensare a Super, Neighborhoods, Tunes, Campus e Sparked, tutte app (spesso sperimentali) chiuse poco dopo il loro lancio. È poi vero che Threads viene lanciata nel momento perfetto per sfruttare i continui problemi di Twitter, ma come al solito spetterà ai consumatori decidere se vogliono che Meta governi un altro aspetto della loro esperienza sui social media.