I risultati dell’ultima indagine Le promesse e le insidie dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro, condotta da Salesforce su oltre 14.000 lavoratori dipendenti in 14 paesi (di cui 1.002 rispondenti dall’Italia), rivelano che molte persone che già utilizzano strumenti di IA generativa in ambito lavorativo ne fanno uso senza ricevere adeguata formazione, supporto o approvazione da parte della loro azienda. In Italia, il 17% dei lavoratori intervistati rivela di impiegare attualmente strumenti di IA generativa sul luogo di lavoro, ma il 49% di questi lo fa senza avere ottenuto l’approvazione formale dal proprio datore di lavoro.

Chi utilizza questi strumenti non autorizzati sul posto di lavoro riconosce la necessità di un utilizzo etico e sicuro dell’IA attraverso l’adozione di programmi ufficialmente approvati dalla propria azienda. Allo stesso tempo, alcuni utenti si dedicano a pratiche eticamente discutibili, come attribuirsi indebitamente il lavoro svolto dall’IA o mentire sulle proprie competenze nell’uso di tali tecnologie. In Italia, il 54% ha presentato il lavoro di un’ IA generativa come proprio, mentre il 29% simulerebbe competenze più avanzate in ambito IA per ottenere nuove opportunità lavorative.

Nonostante queste tendenze, i dati rivelano che la responsabilità non è esclusivamente dei dipendenti. A livello globale, infatti, quasi sette lavoratori su dieci non hanno ancora ricevuto una formazione completa su come utilizzare in modo sicuro ed etico gli strumenti di intelligenza artificiale generativa sul luogo di lavoro. In Italia, questo divario si accentua ulteriormente, con solo il 23% dei lavoratori che ha ricevuto formazione sull’utilizzo dell’IA generativa.

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Gli intervistati non segnalano solo mancanze nell’ambito della formazione professionale, ma notano anche che le policy sull’IA generativa della loro azienda sono spesso poco chiare se non del tutto inesistenti. A livello globale, alcuni settori sono più indietro di altri; ad esempio, l’87% di coloro che lavorano nel settore sanitario afferma che la propria azienda non dispone di politiche chiare e, visto il livello elevato di dati riservati che vengono gestiti in settori sensibili come questo, diventa sempre più urgente formare il personale per un uso responsabile dell’IA.

Infatti, quasi quattro lavoratori su dieci (39%) a livello globale affermano che il proprio datore di lavoro non ha un’opinione forte sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa sul luogo di lavoro; in Italia due lavoratori su cinque (42%) dichiarano che la propria azienda non adotta policy riguardanti l’uso dell’Intelligenza Artificiale e solo il 15% lavora per un’azienda in cui ci sono linee guida ben definite.

Indipendentemente dall’adozione dell’IA generativa nell’ambito lavorativo, l’impatto di questa tecnologia sulla carriera è universalmente riconosciuto. In Italia, il 37% dei lavoratori ritiene che acquisire competenze nell’intelligenza artificiale generativa renderebbe il proprio profilo professionale più appetibile, mentre quasi la metà (46%) è attratta da aziende all’avanguardia in questo ambito. In termini di benefici, il 72% dei lavoratori italiani crede che l’uso dell’IA generativa aumenti la produttività, mentre il 39% è convinto che coloro che padroneggiano tali tecnologie siano remunerati più elevatamente rispetto a chi non ne ha conoscenza.

Infine, a livello globale la metà dei lavoratori intervistati, indipendentemente dall’impiego dell’IA generativa, prevede che padroneggiare queste tecnologie comporterà una maggiore soddisfazione professionale (51%) e maggiore richiesta sul mercato del lavoro (47%).