Se all’estero, in particolare negli USA, molti leader IT si sono da anni ritagliati una presenza pubblica come visionari, guru o capitani d’industria, in Italia chi si occupa di tecnologia è stato finora visto come “il tecnico che parla di cose tecniche, poco comprensibili e poco importanti”.

Le cose però stanno finalmente cambiando. La crescente importanza delle tematiche tecnologiche e digitali all’interno delle organizzazioni e nella società, unita alla pervasività di canali digitali, piattaforme social ed eventi online o in presenza, stanno finalmente facendo emergere alcuni CIO, CISO e dirigenti IT, che diventano figure pubbliche e note, almeno nel proprio ambito se non al grande pubblico.

La cresciuta visibilità comporta vantaggi sia all’interno della propria funzione, con un maggior riconoscimento della leadership da parte dello staff, nei rapporti tra pari, con il CEO i il board, ma diventa anche una vetrina nei confronti di altri aziende e head hunter. Si capisce quindi come mai sempre più dirigenti di area tecnica si stiano preoccupando del proprio personal branding, l’immagine di sé che si proietta in pubblico, che non sempre corrisponde alla propria percezione e non sempre risulta efficace.

Copertina del libro Il codice segreto dei Brand pubblicato da Dario Flaccovio Editore

Il libro “Il codice segreto dei Brand” di è pubblicato da Dario Flaccovio Editore (clic sull’immagine per aprire la scheda del libro)

Sebbene la declinazione personale del branding abbia caratteristiche peculiari, le connessioni con il branding delle aziende sono molte e radicate. Abbiamo pensato quindi di interpellare Dario Ramerini ed Elena Tavelli, autori del libro “Il codice segreto dei brand – Impara dall’antichità i segreti eterni del branding”  pubblicato da Dario Flaccovio Editore.

All’interno del gruppo di lavoro Dodicicodici, Ramerini e Tavelli hanno identificato dodici figure archetipiche che corrispondono ad altrettante spinte vitali delle persone, come il Guru, il Pioniere, il Genio, il Rivoluzionario…

Secondo gli autori, identificarsi in una di queste figure e interpretarne i codici comunicativi in termini di proposizione – come tono di voce, valori, contenuti e colori – permetterà di catturare il pubblico di riferimento e soddisfarne le esigenze con una comunicazione che risulti efficace e anche sincera.

Di seguito, il contributo che hanno inviato a DigitalManager.

Personal branding: tra strategia e autenticità

Il personal branding è un fenomeno sociale che corrisponde a un mix impattante di strategia e autenticità. Consiste nell’essere sé stessi, più che nel progettare e compiere azioni solo per dimostrarsi rilevanti davanti alla platea dei potenziali interlocutori.

Certo, è importante saper pensare dove andare e quali passi fare per essere coerenti con la propria essenza, ma principalmente si tratta di diventarne padroni dopo averla conosciuta nel profondo. L’autenticità – obiettivo del personal branding efficace – è quell’ingrediente magico che permette ad ognuno, persone e aziende comprese, di comunicare in modo riconoscibile.

Non tutti sono strateghi, ma ciascuno può riuscire a comunicare il proprio vero io, connettendosi con la propria identità profonda, manifestando così l’elemento della differenziazione. Il pubblico è in grado di scegliere solo per contrasto: sono le neuroscienze a dircelo. Senza la necessaria conoscenza della propria unicità, è impossibile formulare una Unique Value Proposition degna di essere scelta.

Partendo da queste premesse, grazie alla nostra passione per gli archetipi e il marketing, abbiamo dato vita insieme ad una ricerca che, dopo due anni e 75 testi specialistici a corredo, ha raggiunto il risultato desiderato. Abbiamo così realizzato il manuale intuitivo per individuare e padroneggiare il proprio DNA, così da manifestarlo efficacemente, tanto nel personal branding, quanto nella comunicazione del brand d’impresa.

Definire l’identità del proprio brand personale

Quando si lavora sul proprio personal brand è necessario definire la propria identità in modo puntuale. I modelli studiati nelle grandi aziende sono potenti ed in continua evoluzione: essi devono essere ricondotti alla sfera personale in modo da poter esaltare e valorizzare le caratteristiche di ogni persona.

“Nessun uomo è un’isola” – affermava con contezza John Donne nel 1572 – perciò, solo la definizione della propria identità in funzione della comunità e del contesto di riferimento garantisce la creazione di relazioni migliori, più autentiche e non guidate solamente dalla necessità di acquisto.

I Dodicicodici, ovvero i 12 tipi di DNA personale e di brand, permettono di cambiare la prospettiva comune secondo cui ogni persona è costantemente “in vendita” di sé stesso; condizione molto diffusa secondo la quale nel personal branding si debbono proporre i propri servizi e competenze per piacere e farsi acquistare.

Diversamente, i Dodicicodici lavorano sul potente valore attrattivo del DNA insito in ognuno di noi, che permette di creare un posizionamento basato sull’identità, definendo al contempo la strategia attinente alla propria natura e, per questo, più efficace ad attrarre i clienti ideali, ad essa naturalmente allineati. In pratica, conoscendo la propria forza espressiva, e manifestandola secondo i suggerimenti contenuti nel libro “Il codice segreto dei brand”, ognuno può trasformarsi, senza sforzo, in una calamita per le persone che risuonano con lui.

Conoscere il proprio archetipo

Questo fenomeno, documentato già da Jung nel secolo scorso, accade perché gli archetipi, quando sono agiti nel modo corretto, attingono alla sfera del simbolismo che è uno dei sostrati più coinvolgenti che animano la società. Conoscere il proprio archetipo permette di attivare le persone giuste, senza sforzo e, soprattutto con un’efficacia capace di ridurre i gli sforzi di comunicazione e pubblicità in maniera sensibile.

La logica push, ovvero di autopromozione e di comunicazione necessaria quanto obbligatoria, non funziona più da anni. Molti se ne sono accorti, ma cosa fanno per invertire la tendenza all’insuccesso? Semplicemente investono di più. Il premio Nobel Daniel Kahneman, descrive questa tendenza come “sunk cost”, ma sembra che le persone, pur essendo la ricerca stranota, non la prendano sul serio.

Il “purpose” e la questione dei valori

Alternativamente, la conoscenza degli archetipi permette prima di scoprire e poi di avvicinarsi a incarnare il proprio Purpose, cioè l’essenza e la motivazione profonda di ciò che facciamo e di come lo facciamo. Il Purpose marketing è la base della comunicazione di valore per effettuare vendite etiche in grado di creare una clientela fidelizzata e ambasciatrice dei nostri valori.

Il concetto di Purpose sta diventando sempre più pervasivo nelle organizzazioni, arrivando a diventare un tema necessario per creare ambienti produttivi e stimolanti, capaci di migliorare le performance, generando prodotti e progetti differenzianti. Il Purpose è un asset valido tanto a livello aziendale, quanto nella sfera personale. Che si faccia parte di un’organizzazione o che si operi come liberi professionisti, il Purpose determina il posizionamento sul mercato, creando relazioni significative, grazie alle motivazioni profonde e condivise a cui attinge.

Per averne un riscontro tangibile, basta basta pensare alle pubblicità più efficaci: esse non parlano delle caratteristiche dei prodotti, ma dei valori condivisi da coloro che li scelgono!
Gli archetipi aiutano a capire questi valori: conoscerli equivale a sapere come esprimerli, per collegarsi ai propri clienti ideali con un legame duraturo, quanto propedeutico al passaparola.

Un manuale pratico per il (personal) branding

Grazie ai Dodicicodici si possono individuare cinque sfere di differenziazione e posizionamento per il proprio personal branding.

  • L’identità profonda come elemento di autenticità
  • I clienti ideali che risuonano con noi
  • La strategia
  • Gli elementi comunicativi
  • Il Customer Journey

Fare personal branding con gli archetipi va ben oltre il “cosa voglio vendere” o “come il cliente voglia acquistare”. Questi sono concetti molto usati nel marketing, ma ormai desueti e superati, secondo i recenti studi. Il tema profondo, quindi, rimane il Purpose e… Il metodo per attivarlo in modo naturale è da ricercarsi nella conoscenza e nella successiva incarnazione dell’archetipo giusto, persona per persona.

Nel percorso di personal branding, il target di riferimento si troverà ad attraversare scoperta, comparazione, scelta, fedeltà e, nel migliore dei casi, passaparola. Saper pilotare questo viaggio del pubblico ideale, attraverso la conoscenza profonda delle motivazioni che lo anima, è obiettivo di tutti coloro che vogliono comunicare la propria immagine con autorevolezza e trasparenza esemplare, fino a diventare memorabili.

Il codice segreto dei brand si propone quindi di fornire gli strumenti necessari ad acquisire la comprensione utile alla comunicazione di valore per le persone, tanto quanto per le aziende.

Foto profilo di Dario Ramerini
Dario Ramerini
Autore
Dario Ramerini è scrittore specializzato nel significato profondo delle parole, ha viaggiato incontrando culture e tradizioni differenti. Dalla sua curiosità e ricerca continua sono nate tre pubblicazioni sulla persuasione etica, una sul talento. Ha pubblicato sei libri di strumenti per il cambiamento e “Il Perfetto recupera crediti”, libro che ha ottenuto ottimi risultati di vendita, pubblicato da Lupetti capace di far aprire il cuore al debitore, attivandolo con le parole giuste.
Foto profilo di Elena Tavelli
Elena Tavelli
Facilitatrice, docente e brand designer
Elena Tavelli, facilitatrice, docente e brand designer, ha maturato la sua esperienza in importanti multinazionali del largo consumo. Appassionata di economia e di storie aziendali, integra le competenze di marketing con i numeri e lo studio filosofico della marca, con un focus su strategia, cliente e archetipi di brand. Nel 2022 ha pubblicato il Manuale di Business Design Marketing , dove per la prima volta facilitazione e marketing si incontrano per creare modelli di marketing basati sullo scopo.