Solo il 30% degli oltre 8 milioni di lavoratori agili nati durante la pandemia rientrerà in ufficio a settembre. Ad emergere in modo sempre più urgente, quindi, è la necessità per le società di integrare il lavoro da remoto come una soluzione stabile. Ma come rendere sempre più professionale e meno “domestico” lo smart working? La risposta sembra solo: portare la postazione di lavoro fuori dalle mura di casa.

DayBreakHotels, azienda che ha trasformato le stanze di oltre 5000 hotel nel mondo in uffici temporanei, ha osservato dalla fine del lockdown ad oggi una crescita delle prenotazioni business del 300% e una crescita del numero di hotel o appartamenti che vogliono affiliarsi a DayBreakHotels del 250%.

Hotel a misura di smart worker

Ma qual è l’identikit dello smart worker da hotel? In prevalenza uomo (65%) che in 1 caso su 2 lavora in un grande centro e nel 75% dei casi ha figli in età scolare. Fra i servizi business più usati la meeting room e il business lunch servito in camera o in giardino. Piscina e palestra invece restano le mete preferite per la pausa.

Aprire gli hotel allo smart working consente alle società di gestire il loro “nuovo luogo di lavoro” in modo flessibile ma rispettando i più alti standard di sicurezza e senza dimenticare il “duty of care” nei confronti dei propri dipendenti, ai quali il servizio di DayBreakHotels riserva importanti plus sia professionali che personali.

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In questi mesi lo smart working in hotel di lusso ma a prezzi accessibili non ha conquistato solo professionisti che già conoscevano il servizio, ma sono state moltissime le aziende, gli studi professionali e le società di consulenza che hanno iniziato ad affidarsi alla startup per offrire ai propri lavoratori una soluzione sicura e organizzata.

Dopo un avvio un po’ “fai da te” ora l’esigenza che sta crescendo dal punto di vista delle imprese è quella di sistematizzare lo smart working, immaginando un modello diverso dai classici uffici (da alternarsi a questi o in grado di sostituirli) che possano essere usati “on demand” dai dipendenti in alternativa al lavoro da casa. Da una parte non si vogliono perdere i benefici che il lavoro da remoto può portare, mentre dall’altra si cerca di rispondere positivamente a una richiesta crescente da parte del lavoratore, che apprezza alcuni aspetti del lavoro da remoto, ma che richiede soluzioni più professionali in grado di assicurargli sicurezza e possibilità di essere sempre produttivo ed efficiente.

“Già in fase 3, combinando la necessità di trovare una risposta alla crisi dell’hotellerie derivata dal crollo del turismo con le nuove esigenze delle società e degli smart worker fiaccati da mesi in bilico fra PC e famiglia, abbiamo pensato di attivare un servizio dedicato per rendere più facile ad aziende e professionisti prenotare stanze e servizi direttamente dal nostro network di hotel” ha dichiarato Simon Botto, CEO di Daybreakhotels.com. “La call nella sala riunione attrezzata, la connessione Wi-Fi sempre disponibile, silenzio e, perché no, un break in piscina o al bar. Ecco quello che può offrire un hotel per le esigenze che lo smart working implica al giorno d’oggi”, conclude Botto.