La maggioranza delle aziende ha risposto alla pandemia Covid-19 abbracciando nuovi modelli di lavoro e nuove tecnologie. Una trasformazione digitale, inizialmente imposta dagli eventi, che per diventare sostenibile nel tempo ha bisogno del coinvolgimento di tutte le parti interessate. La ricerca Global HR condotta da CoachHub punta in particolare l’attenzione sui professionisti dell’apprendimento e dello sviluppo, che “sono ora chiamati a guidare questa transizione attraverso l’empowerment dei dipendenti”.

Dal sondaggio, che ha coinvolto circa 2.500 professionisti HR in 21 Paesi, tra i quali l’Italia, emerge che le aziende prevedono una crescita complessiva nel prossimo anno, nonostante permanga uno scenario di incertezza. Ma la prospettiva di crescita aziendale richiede come fattore chiave la formazione professionale e il benessere dei dipendenti. Ai professionisti HR viene quindi chiesto di supportare le trasformazioni organizzative strategiche, migliorare le capacità di leadership e aumentare la produttività offrendo ai dipendenti opportunità di sviluppo dei talenti e delle competenze.

In Italia, il 94% degli intervistati prevede che saranno aumentati gli investimenti per rispondere alla crescente domanda dei dipendenti in percorsi di crescita personalizzati. Tuttavia, tre intervistati su quattro riconoscono che i propri dipendenti lamentano o non aver fatto abbastanza percorsi di formazione e sviluppo all’interno dell’azienda, o di farli in modo sporadico.

Per questo sarà prioritario per le aziende e i team HR sviluppare strategie di formazione efficaci, che rispondano in modo adeguato alle esigenze emergenti dei dipendenti e abbiano un impatto positivo sia sulle persone che sui team.

Dalla ricerca in generale emerge una forte attenzione a investire sulle risorse interne attraverso programmi mirati all’acquisizione di nuovi approcci e competenze tecniche”, ha sottolineato Alessandro Verrini, VP of Sales S. EMEA, LATAM, MEA di CoachHub. “La sfida per il 2022 per i responsabili delle Risorse Umane sarà aiutare concretamente i team nell’aumentare la produttività aziendale e questo sarà possibile solo se si riuscirà fare emergere il pieno potenziale dei singoli talenti, in un quadro in cui competenze comportamentali e nuovi approcci al lavoro possono garantire un ritorno dell’investimento aziendale”.

Formazione interna vs assunzione di nuove risorse

Un altro punto si cui si è concentrata l’indagine è l’attitudine delle aziende a fare formazione interna per promuovere i propri talenti o scegliere risorse esterne per coprire le posizioni aperte.

A livello globale, la maggior parte delle aziende (68%) preferisce ancora formare e sviluppare un dipendente esistente per un nuovo ruolo, e solo il 30% che afferma di voler assumere una nuova persona. Ne consegue logicamente che i due terzi dei responsabili dello sviluppo delle persone hanno affermato che stanno pianificando di migliorare le competenze delle persone a nuovi processi e tecnologie il prossimo anno, mentre il 50% prevede di riqualificare le persone con capacità completamente nuove.

La scelta di assumere o riqualificare varia significativamente in base alle dimensioni dell’azienda e alla regione geografica. Il 42% delle aziende globali con oltre 100.000 dipendenti preferisce assumere una nuova risorsa con le giuste competenze, mentre quasi tre quarti delle aziende con 1.000-5.000 dipendenti scelgono di riqualificare e riqualificare le persone esistenti.

A livello geografico l’Italia, insieme ad Australia e Spagna, è tra i Paesi che privilegiano il miglioramento delle competenze rispetto all’assunzione, mentre Cina e Giappone tendono a selezionare nuovo personale.

La formazione nelle aziende italiane

Restando nel nostro Paese, nella maggior parte delle aziende (65%) il programma di formazione e sviluppo è adattato in base al team, il 33% ha dichiarato che è lo stesso per tutti e il 24% ha affermato che è adattato in base alle singole persone.

Guardando agli ultimi 18 mesi, i dipendenti hanno ricevuto formazione aggiuntiva focalizzata su miglioramento delle loro competenze attuali (57%), supporto per il lavoro a distanza (65%), acquisizione di nuove skill lavorative (54%), diversità e inclusione (24%) e benessere (25%). E-learning (67%), coaching (51%) e apprendimento sul posto (43%) rimangono le tre tecniche più usate per la formazione e lo sviluppo.

I professionisti HR italiani hanno dichiarato che i principali problemi che hanno dovuto affrontare nell’ultimo anno e mezzo sono la crescente domanda di flessibilità dell’orario di lavoro (48%), le richieste di cambiamento di carriera o la ricerca di nuove opportunità (22%), un numero maggiore di dipendenti che lottano con il burnout (17%) o il benessere (23%), la difficoltà di assumere per la mancanza di candidati adatti (23%).