L’attuale ambiente di lavoro comprende quattro generazioni: Baby Boomer, Generazione X, Millennial e Generazione Z, ciascuna con i propri valori e percezioni. Ciò crea una sfida significativa per i CIO che vogliono creare una cultura IT in cui i dipendenti di tutte le età si sentono trattati in linea con le loro aspettative professionali.

In situazioni difficili, come quella causata dalla pandemia Covid-19, l’attrito tra le generazioni può diventare più diffuso e visibile. Le percezioni errate sulla dedizione dei colleghi per il lavoro si moltiplicano per l’ansia che si genera nei momenti di difficoltà, portando a cercare un colpevole per le cose che non funzionano. Tuttavia, ora più che mai, è essenziale che i leader IT e i dipendenti di tutte le età lavorino insieme per creare un’azienda più resiliente.

Per ottenere una vera integrazione e collaborazione è importante riconoscere e sfruttare le diverse caratteristiche di ogni generazione, piuttosto che tentare di omogeneizzare la forza lavoro. Ciò contribuirà a creare un team IT inclusivo e incoraggiante per tutti. Seguendo la classificazione di Gartner, i Baby Boomer sono le persone nate tra il 1945 e il 1964, la generazione X (Gen X) comprende le persone nate tra il 1965 e il 1979, la generazione Y (Gen Y o “Millennial”) quelle nate tra il 1980 e il 1994, la generazione Z (Gen Z o “Centennial”) quelle nate tra il 1995 e il 2010.

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I CIO possono seguire un percorso in quattro fasi per rompere gradualmente le barriere e gli stereotipi tra le generazioni e migliorare la resilienza complessiva del dipartimento IT.

Fare leva sul bisogno di obiettivi delle giovani generazioni

Tutti hanno bisogno di un motivo per alzarsi dal letto ogni mattina, ma Millennial e Gen Z mostrano un’esigenza più esplicita di un obiettivo, in particolare nel loro lavoro. Queste generazioni hanno una tolleranza inferiore rispetto alle loro controparti Baby Boomer e Gen X per lavori che non considerano significativi.

Sfruttando la necessità dei Millennial e della Gen Z di sentirsi appassionati di ciò che fanno, i CIO possono avviare una conversazione intergenerazionale per discutere di come la visione, la missione e i valori dell’azienda e del reparto IT possano aiutare a definire lo scopo del singolo lavoratore. Queste conversazioni aiuteranno a creare empatia tra le generazioni, in modo che ognuna comprenda e rispetti le diverse percezioni di ciò che si considera un lavoro “significativo”. Questo esercizio aiuterà anche Baby Boomer e Gen X a razionalizzare il proprio obiettivo individuale, che potrebbe essere stato nascosto per molto tempo.

Soddisfare il desiderio della Gen Z di un piano di sviluppo della carriera

Una caratteristica distintiva dei membri della Gen Z è la necessità di avere un piano di sviluppo della carriera fin dal primo giorno di lavoro. Pianificano la propria carriera professionale in modo strategico, rispetto all’approccio più tattico delle altre generazioni.

Spesso i manager trascurano o minimizzano l’importanza di un piano di sviluppo della carriera, e questo può provocare demotivazione e un veloce turnover dei dipendenti della Gen Z. Alcuni dipartimenti IT non hanno definito percorsi di carriera per tutti i ruoli, in particolare per quanto riguarda le posizioni tecniche. L’incertezza dell’attuale situazione non aiuta.

I CIO possono soddisfare il desiderio della Gen Z di un piano di sviluppo della carriera e lavorare con loro attraverso un grafico “power-SWOT”. Il modello si basa su un’analisi SWOT (Strenghts, Weaknesses, Opportunities, Threats) in cui ogni voce viene classificata in base all’importanza delle iniziative per la strategia IT globale e al loro complessità. Le attività da fare sono elencate nella casella corrispondente.

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Il grafico power-SWOT, elaborato da Gartner, valuta le iniziative aziendali in base a importanza strategica e complessità

Quindi, formare team intergenerazionali per affrontare le iniziative di livello medio-alto. Questa attività avrà un duplice scopo: consentirà alla Gen Z di visualizzare le opportunità di apprendimento disponibili a breve e medio termine e aiuterà a creare team diversi per affrontare le sfide più rilevanti. In questo passaggio i team non devono eseguire le attività power-SWOT, che verranno svolte in una fase successiva.

Rispettare e favorire l’equilibrio tra lavoro e vita privata

L’equilibrio tra lavoro e vita privata è uno degli aspetti più divisivi tra le generazioni più anziane e quelle più giovani. In generale, Baby Boomer e Gen X preferiscono lavorare in ufficio. I Millennial preferiscono un ambiente di lavoro simile a una community, ma fanno ancora una chiara distinzione tra vita privata e lavoro. La Gen Z preferisce integrare la propria vita privata e lavorativa, senza una netta distinzione tra i due.

Alcuni leader ritengono che, finché il lavoro viene svolto, non esiste un modo giusto o sbagliato per farlo. Tuttavia, è fondamentale che i CIO facilitino una comprensione intergenerazionale di queste diverse interpretazioni dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. Altrimenti si possono generare pregiudizi sulla dedizione al lavoro e reciproche colpevolizzazioni quando le cose vanno male.

Organizzate un focus group con un campione di dipendenti di ogni generazione. Incoraggiate una discussione su dove e quando si sentono più a loro agio nel lavorare, e come suggeriscono di misurare le loro prestazioni. Per esempio, un gruppo potrebbe preferire lavorare in ufficio; alcuni potrebbero preferire lavorare in parte in ufficio e in parte a casa; altri potrebbero preferire lavorare da casa ed essere soggetti a rigidi obiettivi individuali. Il confronto verte sull’idea che ogni generazione ha su un equo equilibrio lavoro-vita privata.

Ora che le aziende stanno valutando come sarà il ritorno in ufficio post-Covid, è un momento particolarmente adatto per affrontare questi temi e collaborare con le risorse umane per offrire opzioni che abbinino la forza lavoro ai loro stili di lavoro preferiti.

Sfruttare le aree chiave di competenza

Nel passaggio finale i leader IT dovrebbero invitare le diverse generazioni a lavorare insieme sul piano derivato dall’analisi power-SWOT. Usate il mentoring e il reverse mentoring per ogni attività power-SWOT, favorendo il passaggio delle conoscenze della generazione più esperta in quell’attività verso gli altri.

Per esempio, la Gen Z può guidare Baby Boomer e Gen X su iniziative che richiedono l’utilizzo di nuove tecnologie, come la risoluzione dei problemi con un nuovo servizio VPN o la modifica delle impostazioni delle applicazioni di collaborazione nel passaggio al lavoro remoto. Gen X e Millennial possono aiutare la Gen Z con iniziative che richiedono competenza nella comunicazione interpersonale, come la mitigazione dei conflitti tra i membri del team o la risposta appropriata quando un superiore si lamenta del lavoro svolto.

Adottando questo approccio in quattro fasi, i CIO possono incoraggiare costantemente la comunicazione e la collaborazione intergenerazionale. Ciò contribuirà a creare un team IT resiliente e pronto a superare i tempi difficili.

Cristina Von Mayer, analista di Gartner, ha contribuito a questo articolo.