“Abbiamo bisogno di idee anche dai CIO, perché sono il primo motore dell’innovazione in azienda”. È il messaggio di Alessandro Musumeci, Sottosegretario con delega all’innovazione tecnologica, alla platea dell’evento Tecnologia e Cultura organizzato dal CIO Club Italia. Nel suo intervento Musumeci ha fatto il punto sull’attuazione del piano Italia Digitale 2026, i risultati raggiunti e gli obiettivi su cui sta lavorando il Dipartimento per la trasformazione digitale. invitando CIO e manager IT a partecipare al dibattito perché “i vostri contributi sono importanti per portare avanti l’innovazione e i progetti”.

Musumeci ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti. “Spesso si sente dire che l’Italia è in ritardo sull’attuazione del PNRR. E’ vero, su alcuni obiettivi è così, ma è possibile recuperare e fare bene. Fino ad ora, all’interno del Dipartimento per la trasformazione digitale, siamo al passo con le scadenze”. Tra i principali risultati raggiunti, al 31 marzo di quest’anno sono stati raccolti più di 14.000 piani di migrazione al cloud della PA, superando la milestone europea che prevedeva 12.464 piani di migrazione. Sulla piattaforma PA Digitale 2026 sono registrati il 99,8% dei Comuni italiani, il 99% delle scuole e l’87% delle Asl. Sulla piattaforma sono attualmente gestiti progetti, 400 dei quali già completati, e sono stati allocati 2,1 miliardi di euro, a fronte dei 2,9 miliardi richiesti.

Al 31 marzo di quest’anno sono stati raccolti più di 14.000 piani di migrazione al cloud della PA, superando la milestone europea

Gli assi di sviluppo del piano Italia Digitale 2026

Connettività in banda ultra larga/5G. “Secondo alcune statistiche, 1 euro speso in 5G porta a 10 euro di investimenti e di sviluppo per le imprese”, ha sottolineato Musumeci. “Questo obiettivo è importante perché è la base per le comunicazioni del futuro. Pensiamo al Sud, che ha ancora condizioni di scarsa connettività e a come il PNRR può creare opportunità, per esempio per il turismo. Ecco perché la connettività è uno dei punti più importanti su cui stiamo lavorando”.

Nello specifico, gli obiettivi di connettività al 2026 prevedono tra le altre cose:

  • Italia a 1 giga: copertura FTTH/FWA a 1 Gbit/s e 200 Mbit/s UL per 7 milioni di indirizzi civici di cittadini, PA, imprese
  • Italia 5G: densificazione, nuovi siti radiomobili con backhauling in fibra per coprire 1400 aree a 150 Mbit/s DL e 30 Mbit/s UL
  • Italia 5G backhauling, rilegamento in fibra ottica di 11mila siti radiomobili esistenti
  • Sanità connessa e digitale, fibra ottica e servizi di connettività simmetrica a 1-10 Gbit/s per 12mila strutture sanitarie. (“Stiamo lavorando per realizzare una sanità che sia uguale per tutti, superando le enormi disparità tra le diverse regioni nell’uso del fascicolo elettronico”.
  • Scuole connesse, fibra ottica e servizi di connettività simmetrica a 1 Gbit/s per 10mila scuole
  • Collegamento di 21 isole minori attraverso cavi sottomarini in fibra ottica

Identità e domicilio digitale

“Stiamo sviluppando un nuovo sistema che superi lo SPID (che ha raggiunto 34 milioni di utenti) e la carta d’identità elettronica”, ha dichiarato dal palco. Il problema fondamentale da risolvere è avere la certezza dell’identità di chi è davanti al pc o allo smartphone, e anche le aziende devono garantire certezza delle identità nei sistemi che offrono ai propri clienti e fornitori.

Per l‘indice Nazionale dei Domicili Digitali (INAD), è stato annunciato in queste settimane l’avvio del servizio: qui i cittadini possono registrare il loro domicilio digitale, per esempio attraverso un indirizzo PEC, e ricevere tutte le comunicazioni ufficiali da parte della Pubblica Amministrazione.E’ un grande passo avanti, che permette di velocizzare i flussi all’interno dei nostri strumenti digitali e ottenere informazioni certificate e sicure”.

La piattaforma infrastrutturale per la PA

Tra gli altri progetti incorso, Musumeci ha citato la Piattaforma Nazionale Digitale Dati (PDND), operativa da ottobre 2022 e permetterà di raccogliere i dati su cittadini e imprese, abilitandolo scambio di informazioni fra le amministrazioni, con l’obiettivo di valorizzare il capitale informativo della PA. A oggi operano sulla piattaforma 368 Enti, di cui 12 PA centrali, 323 PA locali, 32 Gestori di servizi pubblici e 1 ente privato.

Riguardo alla necessità del passaggio al cloud della PA, Musumeci ha evidenziato la sicurezza tra i benefici principali. Secondo il censimento AGID del 2020, in Italia erano operativi 11mila data center e il 95% di essi non rispettava i requisiti minimi di sicurezza. “Per affrontare questo problema abbiamo avviato iniziative per ridurre il numero di data center. Non passeremo da 11mila a 10, ma a un numero ragionevole di sistemi federati tra loro con un elevato grado di sicurezza”.

Agid: nel 2020 in Italia erano operativi 11mila data center e il 95% di essi non rispettava i requisiti minimi di sicurezza

Il processo di migrazione di dati e servizi coinvolge una platea di oltre 280 pubbliche amministrazioni centrali e strutture sanitarie. Il percorso è stato avviato con il finanziamento di due bandi, il primo rivolto a 40 PA centrali, tra le quali la Presidenza del Consiglio, i Ministeri e le Agenzie Fiscali. Il secondo, in scadenza il prossimo giugno, rivolto alle Asl e alle aziende ospedaliere.

Il nodo delle competenze

Secondo recenti dati europei, solo il 46% della popolazione italiana ha competenze digitali di base, contro una media europea più alta. In quest’ottica sono stati finanziati bandi per stimolare la formazione in alcuni settori. Tra gli ultimi bandi proposti, in scadenza durante l’estate, uno è finalizzato ad accrescere le competenze digitali di donne e disoccupati, un altro è dedicato alla formazione e riqualificazione dei lavoratori “a rischio” a causa dell’automazione. “Il mondo sta cambiando, nelle nostre aziende ci sono professioni a rischio, quindi abbiamo un obbligo morale di riqualificare i lavoratori”.

“C’è un forte impegno sul tema delle competenze digitali, che ritengo uno dei più importanti”, ha sottolineato Musumeci, richiamando la sua esperienza come CIO. “La volontà è lavorare con le imprese e con i colleghi per un futuro migliore”.