Lo avete notato? Anche quelle funzioni che fino a ieri si limitavano a utilizzare le applicazioni e gli strumenti informatici forniti dall’azienda e contattavano l’IT solo quando qualcosa non funzionava, oggi vogliono mettere l’innovazione tecnologica al centro delle proprie attività di business. Per le aziende, la trasformazione digitale è diventata una questione di sopravvivenza e anche quei dirigenti che non erano naturalmente orientati all’innovazione, sembrano averlo capito.

Questa è un’ottima opportunità per i CIO che possono riaffermare l’importanza strategica del proprio ruolo nel guidare e governare il cambiamento, ma la strada non è priva di sfide o insidie.

Smettere di essere il “Signor No”

“La Data Management Platform voluta dal marketing comporta dei rischi per la compliance GDPR; il cloud richiesto per il progetto IoT della produzione è poco sicuro; il progetto di smart working dell’HR viene cassato perché prevede che alcuni dipendenti accedano alle applicazioni aziendali da reti non protette; l’ERP scelto dall’amministrazione è lento, ma fino a che i server attuali saranno ancora in ammortamento, non c’è speranza di trovare il budget per un upgrade…”

Sono tanti e spesso giustificati i motivi per cui il CIO si trova spesso a occupare la sgradevole posizione del “Signor No” (per chi non lo ricordasse, il giudice di gara che annullava le risposte dubbie dei concorrenti nei quiz televisivi di Mike Bongiorno).

Visto che i progetti di innovazione sono, giustamente, sempre più spesso sponsorizzati dal board o dalla proprietà, accade sovente che le funzioni di business ottengano direttamente dalla direzione aziendale il budget per i loro progetti e coinvolgano l’IT solo “a cose fatte”, o quando si presentano i primi problemi da risolvere. Come mi diceva il consulente di business di una multinazionale qualche giorno fa, “è come essere costretti fare le pulizie dopo una festa, senza nemmeno essere stati invitati”.

Le sfide dei CIO per il prossimo futuro

Stante la spinta alla digitalizzazione, una carenza di risorse umane e finanziarie che fa procedere le aziende italiane “con il freno tirato” e vincoli di compliance sempre più stringenti, quali sono o dovrebbero essere le sfide e le preoccupazioni per i CIO che intendono guidare la strategia digitale dell’azienda?

Lo studio Intelligent Technology Index commissionato da Insight e condotto un campione di 1.012 professionisti IT di piccole, medie e grandi aziende in tutta Europa, ha evidenziato alcune tendenze e priorità che possono aiutare i CIO a liberare risorse per i progetti digital, acquisire e mantenere talenti e competenze e integrare in modo organico e non distruttivo le tecnologie emergenti come big data, intelligenza artificiale, IoT e cloud. In definitiva, rimanere il fulcro dell’innovazione dell’azienda.

1. Liberare risorse finanziare e umane per i nuovi progetti

Per quasi metà degli interpellati, i budget IT sono rimasti invariati rispetto all’anno precedente, e per il 69% non sono quindi sufficienti a garantire l’operatività quotidiana e, contemporaneamente, sviluppare progetti di innovazione. Un uso più spinto dell’automazione, e l’utilizzo di pratiche per ottimizzare le licenze software e i servizi cloud in uso possono essere una buona base di partenza per tagliare i costi e ridurre l’impegno del personale.

2. IT “bimodale” per gestione ordinaria e innovazione

La suddivisione del reparto IT in un team che gestisca le operazioni e le attività tradizionali e un altro focalizzato sui progetti innovativi (la cosiddetta IT bimodale), è utilizzata in azienda – spesso con risultati positivi – per il 78% degli intervistati. Il legittimo timore che si possano creare malumori nello staff sembra poco fondato: il 94% afferma che il team si è adattato bene.

Ovviamente bisognerà porre attenzione a non dare la sensazione che un team abbia più valore o prestigio dell’altro, e seguire le naturali attitudini delle persone. Spostare all’innovazione un ottimo sistemista che è contento nel suo attuale ruolo di “garante dell’operatività quotidiana”, per esempio, potrebbe essere una pessima idea e potrebbe far insorgere problemi su entrambi i fronti.

3. Reperire competenze in tecnologie sempre più complesse

Molte delle tecnologie necessarie a realizzare progetti di intelligenza artificiale, internet of things o big data sono insegnate nelle università solo da pochi anni. Qualcuna evolve così rapidamente che anche i neolaureati hanno già bisogno di aggiornarsi. Un professionista IT su tre vede come una preoccupazione primaria la capacità dell’azienda di attirare e trattenere i talenti più preparati.

Uno dei modi per creare un ambiente che attragga i talenti è quello di fornire strumenti di lavoro moderni e adeguati, improntati alla condivisione e alla collaborazione. Oltre a investire in servizi cloud che supportino la mobilità e la collaborazione dei dipendenti, le organizzazioni si stanno interessando ai managed services (42% degli intervistati) per supportare al meglio i dipendenti che richiedono esperienze tecnologiche superiori.

4. GDPR: da scocciatura a volano per l’innovazione

Quest’anno il GDPR ha dato filo da torcere a molti responsabili IT. La percezione raccolta dal sondaggio è che dati e processi delle aziende siano conformi con il Regolamento (per il 75% dei rispondenti). Un dato più interessante è che metà di questi ritiene che il GDPR avrà un impatto positivo sul proprio business. Se le aziende riescono infatti a trasformare i meri requisiti e vincoli del GDPR in un’occasione per ridisegnare i propri processi di business in un’ottica che metta i dati personali dei clienti – ben gestiti e protetti – al centro della strategia di business, migliorando la fidelizzazione e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi.

Una tavola rotonda per il CIO strategico

Di questi temi e delle priorità della funzione IT nel prossimo futuro si parlerà a Milano il 4 dicembre durante una tavola rotonda “a porte chiuse” organizzata da CIO Italia e Business International con alcuni tra i leader IT delle più importanti aziende italiane. I posti sono limitati e la partecipazione dell’evento è su invito: CIO e direttori dei sistemi informativi possono segnalare il proprio interesse a partecipare alla tavola rotonda da questa pagina o richiedere informazioni contattando Giuliana Mancini al numero 06/84.54.12.19.