Le grandi aziende si dimostrano immature quando si tratta di dover pianificare iniziative di end-user computing, preferendo misurare le ricadute invece di agire in modo strategico. Questo perché sono insicure rispetto a come approcciare il concetto di end-user computing inteso come strategia coerente e gestione della proliferazione di dispositivi e dei rischi di sicurezza ad essi associati.

Questo il nucleo centrale emerso dal Mobile Workforce Report 2015 pubblicato oggi da Dimension Data. La ricerca, che ha coinvolto 730 aziende di 11 Paesi che impiegano 1.000 dipendenti e che operano in 14 settori di mercato differenti, mira a comprendere le sfide che i CIO si trovano a dover affrontare nell’adozione di un approccio user centrico per fare business, fornendo al tempo stesso una visione delle strategie e delle abitudini che influenzano l’end-user computing.

Dalle aziende intervistate emerge che il 44% di esse ha inserito la mobilità aziendale all’interno di una strategia di end-user computing più ampia e possiede il budget per l’end-user computing su molteplici dispositivi, mentre il 13% non possiede una strategia di end-user computing in essere.

I CIO si trovano a dover affrontare l’end user computing in modo reattivo e con non poche difficoltà per agire a livello strategico

Mediamente l’end-user computing costituisce il 28% del budget IT e almeno due terzi (61%) dei partecipanti sta vedendo un ritorno sugli investimenti dalle iniziative di end-user computing, con un ulteriore aumento (65%) delle organizzazioni che appurano un vantaggio competitivo grazie a un approccio di end-user computing.

Tra gli altri aspetti sottolineati dalla ricerca emerge come la gestione dell’IT mobile e le applicazioni mobile siano tra le principali iniziative previste per il 2016 e come, per quasi la metà dei partecipanti alla ricerca (43%), la sicurezza sia l’unica priorità dell’end-user computing, seguita dalla Gestione dei Servizi IT.

Una maggioranza di intervistati dichiara di non avere una soluzione completa per gestire sia i telefoni che i tablet (32%) o utilizza un approccio a silos per gestire PC e dispositivi smart (31%). Infine risulta che i CIO rappresentano il driver più importante delle iniziative strategiche di mobilità all’interno di un’azienda, ma che nonostante ciò si trovano a dover affrontare l’end user computing in modo reattivo e con non poche difficoltà per agire a livello strategico.

Da segnalare infine che mentre il lavoratore moderno si aspetta di poter accedere sempre, ovunque e con chiunque, l’82% delle aziende intervistate dichiara che il principale ostacolo nelle iniziative di end-user computing è la protezione dei dati aziendali e la possibilità di offrire una buona esperienza utente.