Il modello di lavoro ibrido, che si è affermato dopo la pandemia, è in continua evoluzione, in base alle esigenze delle persone e delle aziende. Quali sono le richieste dei lavoratori? Secondo il sondaggio Digital Worker Experience di Gartner il 77% dei lavoratori digitali desidera partecipare alla creazione del proprio modello di lavoro ibrido, mentre il 14% preferisce che sia definito dall’azienda. Il sondaggio biennale, giunto alla quinta edizione, è stato condotto tra settembre e novembre 2022 e ha coinvolto 4.861 dipendenti a tempo pieno che utilizzano la tecnologia digitale per lavoro in aziende con 100 o più dipendenti negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in India e in Cina.

Una delle maggiori sfide per il lavoro ibrido è la mancanza di allineamento tra la variabilità delle esigenze dei lavoratori e la prevedibilità di cui le organizzazioni, i manager e i lavoratori stessi hanno bisogno per essere efficaci“, ha affermato Caitlin Duffy, direttore della pratica HR di Gartner. “Poiché i desideri e le esigenze dei dipendenti sono cambiati, le organizzazioni devono rispondere in modo ponderato per mantenere la produttività ed evitare il logoramento“.

Riunioni ibride: poco produttive e impopolari

Quasi la metà dei lavoratori digitali intervistati da Gartner (47%) ha dichiarato di preferire trascorrere la percentuale più alta di tempo in riunioni virtuali, con audio e/o video, e la percentuale più bassa di tempo in riunioni ibride dove alcuni partecipanti sono presenti di persona e altri si uniscono tramite webcam o telefono. Gli intervistati hanno classificato come meno produttive le riunioni solo audio, seguite dalle riunioni ibride (17%). La modalità più produttiva è quella dei meeting in presenza (46%).

Gartner suggerisce ai responsabili dell’ambiente di lavoro digitale di facilitare la produttività e migliorare l’esperienza degli utenti durante le riunioni ibride garantendo che tutti i partecipanti possano vedere e sentire tutti chiaramente, interagire nella conversazione e nella condivisione dei contenuti, passare senza soluzione di continuità tra sistemi operativi e dispositivi.

Oltre a migliorare le riunioni ibride, responsabili e manager dovrebbero valutare la cultura delle riunioni nella loro organizzazione e garantire un mix intenzionale di lavoro asincrono e sincrono“, ha sottolineato Duffy.

Il monitoraggio deve portare benefici ai dipendenti

Molte organizzazioni hanno implementato strumenti di monitoraggio della produttività per capire cosa fanno i lavoratori in un ambiente di lavoro ibrido. Se utilizzati su una base di sfiducia, i sistemi di monitoraggio cercano di determinare se i dipendenti sono attivi sui dispositivi e nelle applicazioni o se frequentano l’ufficio come richiesto.

Al contrario, in un clima di fiducia, gli strumenti di monitoraggio aiutano i manager a vedere quali dipendenti sono più produttivi e perché, o se i risultati aziendali vengono raggiunti. In questo scenario, il 96% dei dipendenti è più disposto ad accettare il monitoraggio se porta dei benefici:

  • il 33% dei lavoratori digitali accetterebbe il monitoraggio in cambio di supporto nella ricerca di informazioni o dati per svolgere il proprio lavoro
  • il 30% accetterebbe il monitoraggio in cambio di un supporto proattivo
  • il 28% accetterebbe il monitoraggio in cambio della razionalizzazione delle informazioni e delle notifiche, nonché della consulenza sul miglioramento delle prestazioni.

Le organizzazioni più lungimiranti stanno perseguendo una trasparenza radicale su quando e quali dati vengono raccolti, per quale scopo, per quanto tempo vengono conservati, chi vi ha accesso“, ha affermato Tori Paulman, direttore di ricerca presso Gartner. “Ciò include dare ai dipendenti l’opportunità di aderire alla raccolta di informazioni e dati“.

Quali fattori motivano il ritorno in ufficio

Il sondaggio ha rivelato una serie diversificata di leve che spingono i lavoratori digitali a tornare in ufficio:

  • incontro di persona – il 40% degli intervistati ha indicato l’incontro di persona, sia che si tratti di colleghi, manager o dirigenti senior, come motivazione numero 1
  • dotazioni sul posto di lavoro – il 45% ha indicato come motivazione numero 1 aspetti come attrezzature per ufficio (scrivanie ergonomiche, monitor, stampanti e Wi-Fi), capacità di concentrazione, snso appartenenza al posto di lavoro, supporto IT di persona e servizi per i dipendenti come parcheggio, centri fitness, asilo nido e pranzo
  • conseguenze – solo il 10% dei lavoratori ritiene una motivazione importante per il ritorno in ufficio conseguenze come le aspettative del proprio manager o la preoccupazione di trovarsi in una posizione di svantaggio professionale.

L’ambiente di lavoro continua a evolversi e anche l’esperienza dei dipendenti si evolve“, ha concluso Duffy. “Sempre più spesso, le risorse umane dovranno collaborare con i responsabili dell’ambiente di lavoro digitale per garantire che stiano creando l’esperienza digitale desiderata per i dipendenti“.